Tasse Airbnb: la cedolare secca, che era stata bocciata qualche mese fa da Renzi, potrebbe essere reintrodotta. Nel Def torna a fare capolino, la cedolare secca al 21% per gli affitti turistici. La manovra propone anche che i contribuenti versino le tasse direttamente al sito, il quale poi, dovrebbe girarle a girarle al Fisco Italiano.
Le nuove tasse Airbnb dovrebbero riguardare tutti gli affitti turistici, ovvero di durata inferiore ai 30 giorni. La nuova cedolare secca al 21% è destinata a creare non poche polemiche soprattutto per le importanti implicazioni che avrebbe sulla posizione del portale stesso. In pratica, tutti gli intermediari, sia agenzie immobiliari che portali tecnologici, sarebbero obbligati a registrare tutti i contratti conclusi per loro tramite. Per i trasgressori, ci saranno delle sanzioni pecuniarie.
Inoltre, si potrebbe persino arrivare alla situazione in cui i portali si muovano a mo’ di sostituto di imposta, applicando la ritenuta all’atto del pagamento della stanza e provvedendo poi direttamente a versare quanto dovuto al Fisco Italiano. Uno scenario che il noto portale americano non ha mai supportato.
In realtà questo genere di tasse Airbnb, ovvero la cedolare secca al 21% già esiste, l’ha sempre applicata alle locazioni di lungo periodo, ma secondo un’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate, sarebbe applicabile anche a quelle turistiche.
La tassazione così proposta dal Governo, potrebbe trovare spazio in un decreto della manovrina, creando quindi una base normativa, inoltre introdurrebbe l’obbligo della registrazione dei contratti per gli intermediari. Sinora per questo tipo di affitti non c’è mai stato alcun obbligo di registrazione, una delle ragioni per cui esiste un’alta percentuale di affittuari in nero.
Un emendamento per introdurre la cedolare secca era già stato proposto in sede di discussione dell’ultima legge di Bilancio, tuttavia Renzi era intervenuto stralciandolo, e assicurando che non sarebbe stata introdotta ‘nessuna nuova tassa, nemmeno su Airbnb’. Il responsabile di Airbnb Italia, Matteo Stifanelli, ha più volte dichiarato di essere pronto a mettersi a tavolino con il Fisco, al fine di trovare una soluzione, ma ha anche sempre sostenuto di non voler accettare la cedolare fissa come soluzione al problema dell’evasione: ‘Ci imporrebbe di conoscere in anticipo la situazione fiscale delle persone, ma noi non siamo un braccio dell’Agenzia delle entrate’.