Con l’inizio dell’autunno tornano le tasse sulla casa che per il 2014 sono cambiate di nome e di fatto, unendo vecchie imposte con le nuove. Da metà settembre a metà dicembre i proprietari e gli affittuari dovranno fare i conti con le imposte sugli immobili, oggi riuniti sotto la IUC, imposta unica comunale, costituita tra tre voci: Tasi, Tari e Imu. Per il quadro completo però bisogna aspettare ancora: il 18 settembre il ministero delle Finanze pubblicherà le aliquote per tutti quei comuni che non le hanno deliberate entro il 10 settembre. I ritardi da parte dei comuni creeranno non pochi ingorghi ai proprietari di immobili, con le scadenze che incombono. Vediamole nel dettaglio.
La Tasi, la tassa comunale sui servizi indivisibili, è a carico del proprietario dell’immobile: se è affittato, l’imposta viene divisa tra il proprietario (a seconda dei Comuni tra il 70 e il 90%) e l’affittuario (tra il 30 e il 10%). La Tari è la nuova tassa dei rifiuti e sostituisce Tares, Tarsu e Tia; l’Imu rimane la tassa sulla proprietà di immobili per le abitazioni non principali e per le case che, pur abitazioni principali, rientrano nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 (rispettivamente abitazioni signorili, abitazioni in ville e Castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici).
Secondo il sito del ministero dell’Economia, finanze.it, sui 8.057 comuni italiani a oggi sono state deliberate 3.243 aliquote Imu, 4.567 Tasi e 2.982 Tari. Nei comuni in cui le delibere sono state già effettuate, i contribuenti hanno già versato la prima la prima rata della Tasi, negli altri il tempo massimo per la delibera comunale è il 10 settembre, altrimenti scattano le aliquote pubblicate il 18 dello stesso mese dal ministero, con pagamento comunque entro il 16 dicembre. Alcuni comuni hanno preso troppo tempo e a pagarne le conseguenze saranno come sempre i contribuenti.
TASI
Poco più della metà dei comuni italiani ha deliberato l’aliquota sulla tassa sui servizi indivisibili, la Tasi. Con questa tassa si coprono quelle attività che non possono essere divise perché bene comunitario, come la manutenzione delle strade, l’illuminazione, il servizio di anagrafe comunale, il servizio di manutenzione del verde pubblico, la protezione civile e il servizio assetto idro-geologico del territorio. Chi ha pubblicato la delibera entro il 24 maggio 2014, ha chiesto il pagamento della prima rata entro il 16 giugno, con conguaglio al 16 dicembre. Negli altri comuni, il tempo sta per scadere: si ha fino al 10 settembre per deliberare o per apportare modifiche anche nei comuni che hanno riscosso la prima rata. Chi vive nei comuni che hanno pubblicato la delibera tra giugno e i primi di settembre, hanno come tempo massimo fino al 16 ottobre per il pagamento della prima rata, con saldo sempre al 16 dicembre.
Per i comuni ritardatari che sforano il termine del 10 settembre, ci si dovrà adeguare alle pubblicazioni del ministero delle Finanze del 18 settembre. I proprietari di abitazione principale avranno l’aliquota dello 0,1%; gli immobili che non sono abitazione principale avranno la stessa aliquota solo se quella dell’Imu non supera lo 0,96%; in questo caso si pagherà con un’aliquota totale tra Imu e Tasi che non superi l’1,06%.
Per il calcolo della Tasi, si parte con la base imponibile identica a quella della vecchia Imu sulla rendita catastale. L’aliquota base è dell’1 per mille, con la possibilità per i Comuni di arrivare al massimo dello 3,3 per mille: in questo caso devono però essere predisposti esenzioni e riduzioni. Le amministrazioni comunali hanno molta discrezionalità nella scelta delle agevolazioni e delle aliquote: da qui il caos che avvolge la Tasi e l’allarme lanciato da Federconsumatori secondo cui “circa 5 milioni di famiglie hanno pagato e pagheranno ciò che prima, grazie alle detrazioni sull’IMU, non pagavano”. Secondo le ultime stime dell’associazione, con un’aliquota al 2,5 per mille, la Tasi sarà in media di 231 euro a famiglia.
Quello che si evince dal meccanismo Tasi è che è “regressivo”, favorendo immobili di alto valore fiscale e colpendo quelli più piccoli. Una tabella pubblicata dal Corriere della Sera, relativa a Milano, vede la Tasi per un appartamento di 70 mq a 228 euro, più 63 euro rispetto all’Imu 2012; a Roma invece il risparmio è per entrambe le tipologie visto che l’Imu aveva un’aliquota dello 0,5%. Per sapere qual è l’aliquota applicata dal vostro comune, bisogna solo andare sul sito del ministero e controllare se e quale aliquota è stata deliberata.
TARI
La nuova tassa sui rifiuti è totalmente decisa dai Comuni e copre i costi di raccolta e smaltimento: tutti coloro che abitano o hanno la proprietà di immobili sono tenuti a pagarla. Sono solo le amministrazioni comunali a decidere: per quest’anno c’è ancora la possibilità di adeguarla con le vecchie tariffe Tarsu per la prima rata, con il saldo con le nuove tariffe. Nella maggior parte dei casi i Comuni hanno adottato un nuovo metodo di calcolo che si ottiene incrociando le persone del nucleo familiare con la superficie dell’immobile. Anche in questo caso, i risparmi o i costi aggiuntivi dipendono dalle scelte del comune: se a Milano si risparmierà qualcosa, in altre città come Lodi, secondo Federconsumatori, si pagheranno fino a 49 euro in più. Unico sollievo è l’abolizione del contributo fisso che si pagava a saldo per i servizi indivisibili, ora accorpati nella Tasi.
IMU
Per gli immobili diversi dalle abitazioni principali o quelli che anche come prima casa rientrano nelle categorie A/1, A/8 e A/9, rimane la tassa sulla proprietà, l’Imu. Anche in questo caso l’aliquota è a discrezione del Comune: in quelli dove era già al massimo per il 2013 non ci saranno aumenti, per chi ha già deliberato, la prima rata è stata versata al 16 giugno, con saldo al 16 dicembre. C’è tempo fino al 30 settembre per le variazioni nelle aliquote, altrimenti si utilizza quella del 2013. Infine, per chi ha nello stesso comune di residenza un altro immobile non affittato, c’è l’aggiunta dell’Irpef sul 50% del valore catastale dell’immobile, da saldare con l’Unico o il 730 a giugno del prossimo anno.
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