La Bce ha tagliato i tassi d’interesse allo 0,05%, raggiungendo il minimo storico. La decisione di Mario Draghi rende così il costo del denaro in Europa il più basso mai registrato, a cui segue anche un’azione di acquisto di covered bond e asset backed securities (Abs) per aumentare l’offerta di moneta. La scelta è stata bene accolta dai mercati con Milano che ha registrato un immediato rialzo del 2,82% a 21.419 punti, la più alta di tutta l’Eurozona, ma cosa cambia ora per i mutui? Gli effetti per chi ha un mutuo o un prestito a tasso variabile indicizzato al tasso Bce saranno visibili da subito (a seconda delle tempistiche della banca), con una diminuzione degli interessi passivi: su un mutuo di 100mila ciò comporta una riduzione della rata da 5 a 10 euro mensile, a seconda della scadenza.
La mossa della Bce era attesa, anche se molti quotidiani finanziari hanno parlato di una “sorpresa”. I dati della situazione economica europea hanno spinto Draghi a correre ai ripari. Taglio dei tassi di interesse allo 0,05% dallo 0,15%, taglio sul tasso sui depositi, da -0,1% a -0,2%, e marginale, da 0,4% a 0,3%; in aggiunta l’operazione di acquisto dei cosiddetti Abs, “solo titoli semplici e trasparenti”, ha chiarito il governatore della Bce. L’operazione partirà ad ottobre e sarà rivolta principalmente su titoli basati su prestiti di famiglie e imprese.
La mossa di Draghi arriva dopo le conferme del momento critico per l’economia europea, con un ritmo di crescita debole, mentre le dinamiche monetarie e di credito hanno mostrato un “andamento inferiore alle attese”. Le indicazioni macro hanno confermato una ripresa più fragile del previsto, con l’inflazione che continua a scendere e la deflazione che si avvicina. Le stime sul Pil dell’Eurozona fatte dalla Bce ed elencate da Draghi in conferenza stampa sono una conferma, con una riduzione di quanto previsto a giugno: l’economia è vista in crescita dello 0,9% nel 2014 e dell’1,6% nel 2015, mentre per il 2016 la previsione è dell’1,9%.
Le conseguenze sui mutui
Il taglio allo 0,05% sul tasso d’interesse avrà delle conseguenze per chi ha mutui e prestiti a tasso variabile. Draghi è stato chiaro su un punto: siamo al “minimo del minimo”, non si andrà sotto questa soglia. La diminuzione dei tassi è stata graduale in questi ultimi anni, con un avvicinamento graduale allo zero, ma l’ennesimo taglio fatto da Draghi renderà più agevole la situazione di chi ha un mutuo.
Ora i mutui per la casa hanno uno spread aggiunto dalle banche intorno al 2%, dopo essere stato del 3%, un calo che rende meno costosa l’operazione. Il taglio porta comunque a un risparmio sulla rata mensile: calcolando un mutuo di 100mila euro, la media è di 8 euro, a seconda dei tempi del prestito. Tutti i parametri che vengono usati per la concessione di prestiti sono ai minimi: l’Euribor a tre mesi per i variabili allo 0,15%, Irs a venti-trent’anni per l’Eurirs dei fissi all’1,70% e all’1,84%. La diminuzione della rata è visibile solo per chi ha un mutuo a tasso variabile: questo potrebbe spingere a chiedere la surroga del mutuo per chi ha prestiti vecchi e con tassi più alti. La surrogazione permette di passare dal fisso al variabile, di allungare la data, avere sconti sullo spread bancario, aumentando così le possibilità di risparmio.
Il vero problema però rimane l’accesso al credito: ancora oggi per ottenere un mutuo, la banca chiede il 40-50% del valore dell’immobile, e bisogna essere considerati solventi, in grado di pagare con garanzie a lungo termine, cosa che rende più difficile chiedere un mutuo ai lavoratori precari o atipici.