Tassista violentata a Roma: Simone Borgese condannato a 7 anni di carcere

L’8 maggio 2015 una tassista fu aggredita e violentata a Roma da un uomo che era salito sul suo mezzo per una corsa. L’aggressore era subito fuggito dopo averle sottratto pochi euro. Molti tassisti romani avevano esposto un nastro rosa sulle antenne delle auto in segno di solidarietà alla collega violentata dal cliente e anche sui social network apparivano fiocchi rosa sui vari profili. L’uomo era stato rintracciato nel giro di due giorni, identificato nel trentenne Simone Borgese e arrestato con l’accusa di violenza sessuale, rapina e lesioni. Il reo confesso aveva subito aveva ammesso le sue colpe, e i giudici della quinta sezione penale hanno emesso la sentenza a suo carico: Borgese è stato condannato a sette anni e sei mesi di reclusione, oltre al pagamento di 30 mila euro come risarcimento alla tassista vittima della violenza.

La notte dell’aggressioneIl cliente aveva fatto segno alla tassista 45enne di fermarsi su via Aurelia, davanti all’Hotel Ergife. ”Avevo appena preso servizio a piazza Irnerio, quell’uomo ha agitato la mano e io l’ho fatto salire a bordo”, aveva raccontato la vittima alla polizia. A quell’ora via Aurelia era già trafficata, con le auto incolonnate verso il centro. Il cliente le aveva detto di dirigersi dalla parte opposta, verso Fiumicino. Le ha fatto cambiare strada più volte. A un certo punto lo sconosciuto ha chiesto alla tassista di andare a Ponte Galeria. ”Mi ha fatta fermare in quella strada, credevo volesse scendere, invece mi ha tirata indietro con lo schienale e mi ha dato un pugno in faccia. Poi è sparito con il mio portafoglio e 90 euro”, ha raccontato ancora la quarantenne subito dopo l’aggressione.

L’identikit dello stupratore e l’arresto

Ed è questo l’identikit grazie al quale è stato arrestato l’uomo che ha violentato la tassista all’interno della sua stessa auto, dopo avere chiesto un passaggio sulla via Aurelia a Roma. Il giovane romano di 30 anni magro, altezza medio bassa, occhi piccoli e scuri, viso ”pentagonale”, capelli corti e scuri, si era chiuso in casa dopo aver compiuto la violenza sessuale. E’ stato fermato dalla polizia in zona Pineta Sacchetti, nella giornata di domenica 10 maggio e subito sottoposto a un lungo interrogatorio dagli inquirenti della squadra mobile e dal pm Eugenio Albamonte. Incriminato per rapina, lesioni e violenza sessuale aggravata, ha poi confessato il suo crimine provando a difendersi: ”È stato un raptus”.

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Chi è Simone Borgese

Chi è lo stupratore della tassista di Roma? Coloro che hanno conosciuto Simone Borgese lo descrivono come un tipo sveglio. L’impressione che dava era quella di un uomo solare, che a tratti poteva sembrare un po’ infantile. La sua pagina Facebook (chiusa poco dopo il suo arresto) era piena di selfie e di foto con la figlia di 7 anni, avuta da una donna con la quale si era separato già prima dell’aggressione alla taxista. La madre, presente al momento dell’arresto, aveva dichiarato che il figlio, che abitava con i nonni in una villetta, non è un mostro. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, Borgese aveva problemi economici, non avendo un lavoro stabile, e aveva commesso piccoli reati. Le sue uniche passioni sembravano essere i videogiochi, le arti marziali e la Roma.

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