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Mutuo a tasso fisso o variabile, quale conviene scegliere? Nel bilancio familiare uno dei temi maggiormente sentiti dagli italiani è sicuramente quello legato alla scelta e gestione del mutuo; sebbene la ripresa economica resti ancora incerta, sono tante le famiglie che aspirano a compiere un passo fondamentale per il loro futuro come quello dell’acquisto casa attraverso attivazione di un mutuo.
Tuttavia, prima di compiere una scelta così importante è necessario essere ben preparati sull’argomento e capire quale tipologia di mutuo si adatti meglio alle proprie esigenze. La prima scelta da fare dunque è quella tra il mutuo a tasso fisso ed il mutuo a tasso variabile: quali sono le differenze e quale conviene di più?
Nella scelta fra tasso variabile o fisso gli italiani mostrano una predilezione: nel nostro Paese i mutui più richiesti sono quelli a tasso fisso, ovvero mutui a tasso costante anche di fronte ad oscillazioni del mercato. Chi propende per tale soluzione conosce l’importo (ovvero la rata del mutuo) che dovrà corrispondere periodicamente ad intervalli fissi (mensilmente, bimestralmente, semestralmente, ecc…) per tutta la durata del mutuo ed ha la possibilità di programmare al meglio le proprie spese ed i propri risparmi. Tale caratteristica rappresenta senza dubbio uno dei principali driver di scelta e preferenza per molte famiglie italiane. Agli italiani, insomma, piace andare sul sicuro.
Il rovescio della medaglia, d’altro canto, è che con un mutuo a tasso fisso non si possono sfruttare eventuali variazioni dei tassi in ribasso risparmiando sulle rate, cosa che sarebbe stata possibile ottenere con un mutuo a tasso variabile.
Mutui: meglio tasso fisso o variabile?
Ma attualmente, quindi, conviene di più un mutuo con tasso fisso o con tasso variabile? Un mutuo a tasso fisso è legato all’indice EURIRS, ovvero un tasso medio swap registrato nell’Eurozona e che attualmente si attesta di poco sopra l’1%; per capire meglio la convenienza di un mutuo a tasso variabile, basti pensare che tale indice era dell’1,34% nel 2015 e addirittura intorno al 4,70% prima della crisi economica iniziata nel 2008.
Tuttavia, se tali valori sono riferiti agli indici legati all’EURIRS e quindi al tasso fisso, ancora più convenienti appaiono quelli dell’EURIBOR, l’indice al quale sono legati i mutui con tasso variabile.
L’EURIBOR, infatti, che ha valori che oscillano mediamente tra uno e tre mesi, attualmente presenta un valore addirittura negativo (assolutamente conveniente) intorno al -0,28%, nel 2015 la sua media si attestava sul -0,07% e, in tempi pre-crisi era addirittura al 4%.
Questi dati, quindi, sembrerebbero dire che al momento potrebbe convenire di più un mutuo con tasso variabile anche in considerazione del fatto che le rate dei mutui utilizzano il cosiddetto “Ammortamento Francese”, sulla base del quale i primi anni sono quelli nei quali si pagano quote maggiori di interesse rispetto al capitale.
Ma ci sono altri fattori da prendere in considerazione, come ad esempio il cosiddetto “Fattore Durata” del mutuo: un mutuo a tasso fisso, infatti, presenterà indici più bassi in modo direttamente proporzionale ad una minore durata del finanziamento. Inoltre per famiglie con stipendi costanti optare per un tasso fisso potrebbe essere la soluzione che garantisce meno preoccupazioni; al contrario, se, come abbiamo visto, il tasso variabile consentirebbe di avere nei primi anni un maggiore risparmio per via dei tassi attualmente molto competitivi, potrebbe dall’altro subire delle variazioni nel lungo periodo tali da comportare il pagamento di una rata sensibilmente più alta. Tale opzione potrebbe comunque essere la scelta giusta per famiglie che hanno necessità di risparmiare negli anni immediatamente successivi o per chi decide per un mutuo di breve durata (ad esempio 10 anni) poiché riuscirebbe a estinguere in poco tempo ed a tassi agevolati una quota significativa di interessi con una esposizione contenuta al rischio di rialzo dei tassi.
Mutuo a tasso fisso o variabile: in conclusione
Ricapitolando e schematizzando è possibile affermare che:
- I mutui con tasso fisso consentono di pagare una rata fissa per l’intera durata del mutuo ma proprio per questo non consentono di sfruttare eventuali riduzione dei tassi;
- i mutui a tasso variabile, invece, hanno lo svantaggio che con l’aumento dei tassi aumenti anche l’importo periodico delle rate; tale conseguenza è tanto più rilevante quanto più lunga sarà la durata del mutuo.
In definitiva, bisogna prendere atto che non esiste “una scelta migliore” in valore assoluto. Solo attraverso un’attenta analisi delle proprie esigenze ed una valutazione a 360 gradi di diversi fattori implicati nella scelta del mutuo sarà possibile scegliere bene.
È inoltre consigliabile rivolgersi a più istituti di credito per verificare le diverse offerte, le diverse opzioni come, ad esempio, le tante assicurazioni che è possibile (talvolta obbligatorio) stipulare in seguito ad eventi negativi quali la morte di uno dei richiedenti o la perdita di lavoro.
L’assicurazione mutuo
Le assicurazioni sono certamente un tema importante quando si parla di mutui poiché il loro valore può superare anche il 6% dell’importo erogato. Le richieste di assicurazioni maggiormente diffuse sono quelle di copertura vita (circa il 56% del totale); anche in questo caso, comunque, non esiste una scelta più o meno corretta ma solo più adeguata alle proprie esigenze: chi ha eredi da tutelare preferirà molto probabilmente una polizza vita, mentre un acquirente giovane e single potrebbe optare per una copertura in caso di perdita del posto di lavoro.
Tuttavia, quale che sia la scelta nell’ambito del mutuo, sarà sempre possibile rinegoziare successivamente il mutuo con il proprio istituto di credito o rivolgendosi ad altre banche tramite una surroga.