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Tecniche di procreazione: le nuove scoperte della scienza

Si parla molto delle tecniche di procreazione, grazie alle nuove scoperte della scienza, dell’utero in affitto e della cosiddetta “maternità surrogata”. Nell’ultimo periodo, in particolare, le polemiche sono sorte intorno al ddl Cirinnà sulle unioni civili. Ci sono state molte posizioni contrarie a questo argomento, perché alcuni pensano che la stepchild adoption apra all’utero in affitto. Nello specifico oggetto di contestazione è stato l’articolo 5 del testo Cirinnà, che voleva consentire alle coppie l’adozione del figlio del convivente e che, secondo alcuni, avrebbe aperto la strada alla gestazione per altri. Tutto ciò nel nostro ordinamento è vietato dall’articolo 12 della legge 40 del 2004 sulla procreazione assistita.

Politica e scienza

La legge, infatti, prevede la punizione di chiunque realizzi o organizzi la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità. Eppure in molti Paesi esteri questi divieti non esistono e, mentre in Italia il dibattito si fa acceso, i politici sembrano stare a guardare. Ma spesso la politica non va di pari passo con le scoperte della scienza, perché, se le leggi restano legate ai dibattiti e agli scontri di opinioni pubbliche, la scienza, proprio su questo tema, già da anni ha fatto dei passi avanti che aprono prospettive inimmaginabili. Esaminiamo alcune di queste scoperte.

L’uomo in futuro sarà superfluo?

Sono passati già molti anni da quando il professor Karim Nayernia, del Northeast England Steam Cell Institute di Newcastle ha annunciato una scoperta incredibile. Il suo gruppo di ricerca sarebbe riuscito, infatti, a creare dei veri e propri “antenati” degli spermatozoi a partire dalle cellule staminali prelevate dal midollo osseo di alcuni volontari e posizionate nell’incubatrice dei tessuti muscolari per favorirne lo sviluppo. Successivamente il professore ha affermato di aver iniziato altri esperimenti su dei topi femmina (esperimenti che dovevano essere effettuati in seguito su volontarie donne).

Sarebbero state prelevate le cellule staminali dal midollo e, con un apporto di vitamina A, sarebbero state create delle cellule spermatogonali, delle cellule che si sarebbero evolute in sperma. L’obiettivo dello studio era quello di trovare una soluzione all’infertilità dell’uomo causata da alcune malattie gravi, ma questa scoperta ha avuto in seguito una grande risonanza dal punto di vista mediatico.

Tutti si sono chiesti, insomma: in futuro l’uomo sarà superfluo nella procreazione? Molti studiosi si sono dimostrati scettici, anche in considerazione di alcune mutazioni genetiche permanenti che potrebbero causare la manipolazione delle cellule staminali. I dati scientifici non sono confermati e altri scienziati parlano di alcuni errori di fondo in questa ricerca. Secondo il professor Robin Lovell Badge, del National Institute of Medical Reserach di Londra, per la formazione dello sperma è indispensabile la presenza del cromosoma Y e di conseguenza le cellule prelevate dalla donna potrebbero non essere sufficienti da sole alla produzione delle cellule spermatogonali.

Gli spermatozoi in provetta

Ma quello del professor Nayernia non è l’unico studio effettuato sull’argomento. Un’altra ricerca è quella condotta da un gruppo di scienziati di Lione, che hanno annunciato qualche tempo fa di aver ottenuto degli spermatozoi umani completamente in vitro, partendo dal tessuto di un uomo sterile. Non sono stati, però, forniti molti dettagli sull’esperimento e la comunità scientifica non ha parlato ancora di una vera e propria rivoluzione, ma, se confermato, questo studio potrebbe essere molto importante nel contrasto dei problemi di infertilità maschile.

I ricercatori della start up Kallistem hanno affermato che si è arrivati a portare a termine la trasformazione degli spermatogoni in spermatozoi. Il ricercatore Philippe Durand ha spiegato che si tratta di uno dei meccanismi fisiologici più complessi che esistano ed ha una durata lunga, di circa 72 giorni.

La fecondazione in vitro con tre genitori

Nel 2015 alla Camera dei Comuni del Parlamento inglese si è discusso del ricorso ad una tecnica molto particolare di procreazione, chiamata fecondazione in vitro con tre genitori. Si tratta di un metodo che è stato realizzato per evitare la nascita di bambini con malattie ereditarie gravi. Gli studiosi hanno messo a punto delle tecniche di manipolazione dell’ovocita in modo da sostituire parti di dna con mutazioni dannose con uguale materiale genetico proveniente da un’altra donna.

Si parla in particolare del dna mitocondriale, contenuto all’interno delle centrali di energia delle cellule. Per il momento non c’è una cura a diverse patologie provocate dalle mutazioni del dna, malattie che possono provocare nei bambini cecità, epilessia, ictus. Il ricorso a tecniche come questa potrebbe impedire, secondo gli studiosi, l’insorgenza di queste patologie.

Gli scienziati che hanno portato avanti gli studi relativi a questa tecnica pensano che i tempi siano maturi per effettuare degli esperimenti sull’uomo, ma altri esponenti del mondo scientifico parlano di un metodo sul quale non si hanno delle conoscenze sufficienti.

Gianluca Rini

Gianluca Rini è stato collaboratore di Nanopress, Tanta Salute e Pourfemme dal 2014 al 2017, occupandosi principalmente di tematiche relative alla salute, l'ambiente, il benessere.

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