Il procuratore di Potenza, Luigi Gay insieme ai pm Francesco Basentini e Laura Triassi sono giunti a Palazzo Chigi per interrogare la Ministra per le Riforme, Maria Elena Boschi come persona informata dei fatti in merito all’inchiesta sulle attività petrolifere in Basilicata. Al centro dell’interrogatorio, l’emendamento approvato in legge di stabilità per sbloccare Tempa Rossa, gli interventi strutturali legati alle estrazioni petrolifere in Val d’Agri, nel potentino. L’interrogatorio è durato un’ora e al termine dell’incontro il procuratore di Potenza ha dichiarato: “un atto necessario”.
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Secondo indiscrezioni, la ministra Maria Elena Boschi avrebbe ribadito davanti ai pm e al procuratore di Potenza: “Nessuna pressione, ho presentato quell’emendamento perché si trattava della volontà politica del Governo“. La Ministra per le Riforme è uscita sorridente da Palazzo Chigi, nessuna tensione sul suo volto. Il verbale è stato secretato e la Ministra avrebbe dichiarato davanti ai pm che non era a conoscenza del fatto che l’imprenditore Gianluca Gemelli avesse interessi collegati al provvedimento.
Maria Elena Boschi è stata nominata dalla ex ministra dello Sviluppo Economico, Federica Guidi in alcune delle telefonate con il compagno Gianluca Gemelli – accusato di traffico di influenze illecite – poi intercettate: “Dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se… è d’accordo anche Maria Elena la… quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte. Alle quattro di notte… Rimetterlo dentro alla legge… con l’emendamento alla legge di stabilità e a questo punto se riusciamo a sbloccare anche Tempa Rossa… ehm… dall’altra parte si muove tutto!” al compagno che le chiede conferma che la cosa ha a che fare con i suoi amici, il ministro risponde: ”Eh certo, capito? Per questo te l’ho detto”. Nella telefonata la ministra si riferisce all’inserimento dell’emendamento per sbloccare “Tempa Rossa”, che hanno portato alle sue dimissioni. Per la Guidi l’incontro con i pm dovrebbe avvenire in settimana.
Nel frattempo il Tribunale di Potenza ha condannato a pena comprese fra due e sette anni di reclusione gli ex vertici della Total e alcuni imprenditori e amministratori. La vicenda – diversa dalle indagini attualmente in corso – si riferisce ai lavori per la costruzione del centro oli di “Tempa rossa”, fra Corleto Perticara (Potenza) e Gorgoglione (Matera).
Matteo Renzi ha rivendicato l’emendamento, si è detto pronto ad essere interrogato dai pm e, intervenuto alla direzione del Pd sull’affare Tempa rossa ha dichiarato: “Se si decide che un’opera va fatta nel 1989 lo scandalo non è che quell’emendamento è stato approvato ma che si sono buttare delle occasioni. Io chiedo alla magistratura italiana di indagare il più velocemente possibile ma di arrivare presto a sentenza”.