Le tempeste di fulmini sono uno degli eventi atmosferici più affascinanti e allo stesso tempo pericolosi a cui può capitare di poter assistere, ed è ancora oggi oggetto di approfonditi studi da parte degli scienziati, che si interrogano su questo fenomeno che resta in buona parte imprevedibile. Se infatti gli esperti del meteo sono in grado con buona approssimazione di prevedere l’arrivo di piogge e temporali, non possono fare altrettanto circa quando o dove un fulmine possa cadere, ed anche sulle cause delle tempeste di fulmini vige un ampio e appassionato dibattito.
Quello che gli scienziati sanno riguardo a tale evento climatico è che i fulmini vengono prodotti dalle nubi all’interno dei temporali, ma anche in uragani, bufere di neve ed eruzioni vulcaniche: proviamo a dare un’occhiata più ravvicinata su queste scosse elettriche che squarciano i cieli del pianeta, non dimenticando di citare alcuni casi celebri riportati dalle pagine di cronaca.
Cause delle tempeste di fulmini
Per produrre dei fulmini, le nubi devono presentare determinati elementi e condizioni specifiche: innanzitutto alla base deve esserci una carica elettrica negativa, mentre nello strato superiore della nube una di tipo positivo. Entrambe le cariche sono trasportate dalle gocce d’acqua e dai cristalli di ghiaccio, e soprattutto queste ultime giocherebbero un ruolo determinante poiché sarebbero responsabili della separazione tra cariche positive e negative. Una nuvola funge da isolante per le cariche elettriche, e alla fine la carica negativa alla base della nube si espande fino a non poter più essere contenuta, finendo con l’essere scaricata a terra attraverso impulsi bipolari. Sono state studiate varie cause all’origine dei fulmini, ma siamo ancora nel campo delle ipotesi, che includono le perturbazioni atmosferiche quali vento, umidità, attrito e pressione atmosferica, ma potrebbe contribuire alle tempeste anche l’impatto di particelle provenienti dal vento solare.
La scarica di un fulmine è un fenomeno elettrostatico che avviene solitamente nel modo seguente: dalla nuvola parte un canale ionizzato, detto canale di prescarica, che avanza nell’aria verso il basso, muovendosi a tratti con avanzamenti rapidi dell’ordine dei 50 metri e pause nell’ordine di 50 microsecondi, in maniera che la velocità media sia di circa 1metro/microsecondo. Quando il canale ionizzato, debolmente luminoso e con varie ramificazioni, raggiunge il punto di contatto con il suolo, una elevata corrente fluisce verso terra per la scarica quasi completa del canale ionizzato, detto scarica di ritorno, che si propaga verso la nube con una velocità di circa 0.1 – 0.3 volte quella della luce, rendendo progressivamente più luminoso il condotto del fulmine e le sue ramificazioni. Questo fenomeno si accompagna ad un’onda d’urto molto forte, ovvero il tuono, mentre l’attività luminosa viene definita lampo: il motivo per cui il lampo viene visto prima dell’arrivo del tuono è che il suono viaggia ad una velocità assai inferiore a quella della luce.
Tempeste di fulmini: casi celebri
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Le pagine di cronaca riportano periodicamente casi di tempeste di fulmini, soprattutto quando vanno a colpire persone o rischiano di provocare incidenti, ad esempio quando investono aerei in volo come nel video che vi mostriamo qui sopra, fortunatamente senza conseguenze. Infatti questi fenomeni della Natura così spettacolari talvolta hanno conseguenze devastanti: è quanto accaduto ad esempio in Bangladesh nel maggio 2016, dove circa 65 persone sono morte fulminate durante una serie di tempeste tropicali che si sono abbattute sul Paese, un bilancio che gli esperti non hanno esitato a definire catastrofico. Ancora peggio è quanto accaduto nella vicina India un mese dopo, con 100 morti in appena 24 ore.
Ma il caso probabilmente più celebre, tanto da diventare oggetto di approfonditi studi, è la tempesta che dura da 400 anni a Catacumbo, in Venezuela: parliamo di 280 scariche elettriche all’ora per 10 ore consecutive, che iniziano sempre nello stesso momento della giornata, scosse visibili fino a 400 chilometri di distanza, con un’intensità stimata in 400mila ampere. L’incredibile fenomeno è dovuto alla particolare conformazione geografica del luogo, circondato da paludi e montagne, dove si incontrano masse d’aria cariche di umidità. Tuttavia c’è anche chi ritiene che a contribuire alla perenne tempesta di fulmini siano il metano prodotto dalla decomposizione del materiale organico presente nella palude e i depositi di petrolio contenuti nel sottosuolo.