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A completamento delle celebrazioni per il centenario della nascita di Charlot, torna nelle sale Tempi Moderni di Charlie Chaplin, il film con cui il geniale cineasta britannico disse addio per sempre al celeberrimo personaggio del ‘vagabondo’ con bombetta e bastone.
Tempi Moderni viene riproposto nei cinema italiani dall’8 dicembre 2014 e per tutto il mese in una versione accuratamente restaurata dalla Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata in collaborazione con Criterion Collection. Nuova anche l’incisione della colonna sonora originale, composta dallo stesso Charlie Chaplin, eseguita nel 2006 dall’Orchestra NDR Radiophilharmonie di Hannover diretta da Timothy Brock.
Tempi Moderni è uno dei vertici dell’arte di Chaplin: a quasi ottant’anni dalla sua uscita (1936) resta una pellicola insuperabile per invenzioni comiche, rigore stilistico e profondità del pensiero sociale, tanto che risulterebbe quasi attuale anche oggi. Nel film si racconta infatti l’alienazione nelle fabbriche, con l’operaio che esasperato dai ritmi della catena di montaggio finisce per impazzire in un crescendo di sketch divertenti e inquietanti allo stesso tempo, che culminano nella sequenza cult di Charlot incastrato negli ingranaggi della macchina (l’immagine simbolo di Tempi Moderni insieme a quella in cui il vagabondo avvita bulloni in accelerazione convulsa).
Un grande film sulla dannazione della modernità, sul fascino ambiguo della meccanizzazione e sullo sfruttamento sociale alla base dell’etica capitalista, che non a caso fu accolto inizialmente con molta diffidenza negli Stati Uniti (dove vigeva già la filosofia del profitto a ogni costo) e addirittura bandito dalla Germania nazista per il suo messaggio ‘comunista’, mentre in Italia fu sdoganato solo dopo il via libera del Duce in persona, che a quanto pare si era divertito molto a guardarlo. Nelle più moderne Francia e Inghilterra fu invece subito un trionfo.
Il film tra l’altro sarebbe dovuto essere completamente sonoro (e sarebbe stato il primo della filmografia di Chaplin), tanto che erano stati scritti dei dialoghi, poi però il regista cambiò idea scegliendo di far ‘parlare’ soltanto le macchine e filtrando le parole dell’uomo con altoparlanti, grammofoni e riproduttori vari. Lo stesso Charlot rimase muto per quasi tutto il film tranne che nella leggendaria scena in cui canta ‘Io cerco la Titina’ utilizzando un testo incomprensibile.
Con Charlie Chaplin recitarono in Tempi Moderni la bellissima Paulette Goddard nella parte della monella (è con lei che il vagabondo si allontana nella scena finale, tra l’altro i due erano legati sentimentalmente anche nella vita reale) e Henry Bergman, Chester Conklin e Lloyd Ingraham.
Se non l’avete mai visto è giunta l’ora di rimediare con la versione restaurata. Credeteci, ne vale assolutamente la pena!
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