La situazione degli incendi non accenna a diminuire ed è ancora allerta a Tenerife, dove ci sono 12mila evacuati, ma anche in altri Paesi.
Con questo caldo torrido gli incendi che stanno devastando Tenerife, il Canada, la Grecia e le Hawaii, non si placano. Si tratta di luoghi bellissimi dal punto di vista turistico e proprio per l’alta affluenza in questo periodo, sono tanti coloro che che hanno dovuto interrompere la vacanza e scappare letteralmente via dalle fiamme. Disagi importanti anche per i residenti, le cui abitazioni sono state lambite dal fuoco che per effetto del forte vento effettua un movimento dalla costa verso l’entroterra. Insomma, le fiamme stanno trovando il contesto ideale per svilupparsi e correre, a causa di quello che abbiamo detto ma anche del cambiamento climatico che incentiva fenomeni estremi come questi. In particolare, sull’isola spagnola di Tenerife sono stati evacuati diversi centri abitati, per le fiamme che hanno avuto origine nelle zone boschive, elemento che ha fatto da accelerante insieme ai dettagli evidenziati finora.
Incendi a Tenerife
Il fuoco non dà tregua a Tenerife, dove i venti e i valori termici elevati complicano le operazioni dei Vigili del fuoco, che sono a lavoro da giorni per domare le fiamme. Sono fiamme altissime che hanno portato all’evacuazione di diversi centri abitati e in particolare di un totale di 12.279 persone.
Questo è un dato di poche ore fa ed è un numero che potrebbe aumentare perché la situazione è tutt’altro che in miglioramento e le forze dispiegate in campo parlano del peggiore incendio di sempre nell’intero territorio delle Canarie. Il rodo è enorme, con un perimetro di 70 chilometri e finora ha distrutto 8.400 ettari di territorio.
Il presidente del governo regionale, Fernando Clavijo, ha dichiarato il numero di coloro che sono stati costretti ad abbandonare la propria casa. Anche Rosa Davila, capo del governo di Tenerife, ha detto alcune parole per commentare cosa sta accadendo: “È un incendio devastante di dimensioni enormi, che le Canarie non hanno mai visto”.
Già nei giorni scorsi i funzionari del governo avevano provato a dare una stima degli evacuati e questo numero era quasi il doppio di quello che abbiamo fornito poco fa, però erano dati basati sull’ultimo censimento, quelli di oggi invece sono stati verificati e sono quindi precisi.
Emergenze negli altri Paesi
Tenerife, nota località vacanziera per milioni di turisti provenienti da tutto il mondo, non è l’unica nella morsa del caldo e degli incendi violenti. Non dimentichiamo infatti l’emergenza in Canada, atro tasto dolente di questa estate 2023. Qui la British Columbia ha proclamato lo stato di emergenza dichiarando che le autorità stanno affrontando la peggiore stagione degli incendi di sempre.
Anche qui sono migliaia le persone costrette ad evacuare le proprie abitazioni, in particolare i massimi livelli di criticità sono stati registrati a McDougall Creek, a West Kelowna e a Yellowknife, quest’ultima città in particolare è stata completamente svuotata per le minacce delle fiamme.
La situazione in Canada è stata commentata da Justin Trudeau, il premier però più che snocciolare altri dati, ha voluto lasciare un messaggio ai residenti delle zone più colpite, esprimendo loro vicinanza.
Strade chiuse e disagi anche nei pressi di Washington, dove un incendio sta bruciando nella parte orientale e fino ad ora sono 185 le strutture distrutte e c’è una vittima accertata. L’incendio è scoppiato venerdì ed è solo l’ultimo di quelli che stanno colpendo il mondo in questi giorni conclusivi dell’estate.
Proseguiamo il resoconto con la Grecia, dove la situazione era già delicata per precedenti roghi scoppiati a Corfù e Rodi, ora invece il Paese è alle prese con delle fiamme minacciose che hanno avuto origine nell’area boschiva di Melia. In pericolo anche i villaggi di Loutro, Agnantia, Aristino e Doriko, evacuati completamente.
Terminiamo con l’arcipelago delle Hawaii, ultimo di questa triste classifica ma non per importanza dato che qui si contano il maggior numero di vittime, specialmente nella città di Maui, dove il fuoco ha colpito maggiormente, sospinto dall’uragano Dora.
L’incendio è iniziato l’8 agosto scorso e ha quasi distrutto Maui, dove le autorità hanno contato 111 vittime, anche se il quotidiano Daily Mail ha contattato alcuni residenti del posto, che avrebbero confermato che le vittime sono molte di più e gli obitori della città sono pieni. La notizia trova conferma anche nel fatto che sull’isola sono giunti dei container frigo per contenere i resti trovati nelle case andate a fuoco, questo perché i sacchi che solitamente vengono utilizzati per i cadaveri sono terminati.
Molti resti sono irriconoscibili e si dovrà lavorare molto per dare a tutti un’identità. Intanto proseguono le operazioni di ricerca dei dispersi. Fra le testimonianze dell’orrore ne riportiamo una in particolare che parla di corpi carbonizzati trovati abbracciati, segno che avevano capito di trovarsi davanti a una situazione senza via di uscita. Un ultimo straziante gesto di amore in un’apocalisse di fuoco che nella sua morsa sta stringendo varie parti del mondo.