Mentre la polizia di Israele si prepara per la Marcia della bandiera che si terrà giovedì a Gerusalemme, Ben Gvir sostiene che la cosa più importante è garantire la piena libertà di movimento per gli ebrei in ogni parte della città.
Mercoledì 17 maggio, mentre le autorità israeliane stavano completando i preparativi per l’evento annuale della marcia della bandiera a Gerusalemme prevista per giovedì 18, il gruppo terroristico palestinese Hamas ha minacciato Israele di non permettere lo svolgimento della manifestazione.
“La marcia della bandiera sionista non passerà e la risposta arriverà inevitabilmente” ha dichiarato l’alto funzionario di Hamas Salah al-Bardawil in una dichiarazione.
La tensione è molto alta tra Israele e Palestina a causa dei feroci scontri avvenuti di recente e che sono scemati dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco concordato domenica scorsa.
L’unità aerostatica di Gaza, che in passato ha lanciato palloni contenenti ordigni incendiari ed esplosivi verso Israele e che si ritiene sia legata ad Hamas, ha annunciato che riprenderà le attività giovedì, in occasione della Marcia israeliana a Gerusalemme.
Il gruppo Ibna al-Zuwari ha anche affermato che i suoi membri organizzeranno una rivolta lungo il confine di Gaza. La parata nazionalista attraverso la Città Vecchia di Gerusalemme e prevede la partecipazione di decine di migliaia di fedeli ebraici israeliani, che sventoleranno bandiere e intoneranno slogan nazionalisti, è prevista per giovedì e includerà anche il quartiere musulmano, pertanto la preoccupazioni per la sicurezza e tensioni tra le comunità è emersa chiaramente.
L’evento della Marcia della bandiera preoccupa la comunità internazionale dato che, come citato poc’anzi, verrà celebrata meno di una settimana da quando Israele e il gruppo terroristico palestinese della Jihad islamica hanno raggiunto un accordo di cessate il fuoco, dopo cinque giorni di conflitto mortale.
Nonostante i funzionari della sicurezza ritengano che le possibilità di lancio di razzi da Gaza durante la marcia siano scarse, alcuni hanno espresso preoccupazione per un possibile ripetersi degli eventi del 2021, quando Hamas ha lanciato razzi contro Gerusalemme all’inizio della marcia, scatenando una settimana di combattimenti tra Israele e i gruppi terroristici di Gaza.
Secondo l’agenzia di stampa Shehab, collegata ad Hamas, potrebbe svolgersi giovedì una marcia con bandiere palestinesi vicino al confine a est di Gaza City.
L’ultima volta che i palestinesi hanno lanciato palloni incendiari verso il sud di Israele, provocando decine di incendi, nell’estate del 2021, l’aviazione israeliana ha risposto bombardando i siti di Hamas.
Al momento non è chiaro se Hamas, che si è tenuto fuori dai recenti combattimenti con la Jihad islamica, abbia dato o meno l’autorizzazione all’unità aerostatica a lanciare attacchi contro Israele durante la Marcia della bandiera.
Il raduno annuale dei nazionalisti religiosi è una manifestazione spesso tesa, con migliaia di partecipanti in gran parte ortodossi che marciano dal Parco dell’Indipendenza al Muro Occidentale per celebrare la riunificazione di Gerusalemme Est e Ovest, durante la Guerra dei Sei Giorni del 1967.
La marcia del Jerusalem Day è diventata un momento nel quale negli anni, spesso, sono emersi discorsi di odio e talvolta violenza.
Nel frattempo, il ministro della sicurezza nazionale di israele Ben Gvir si è incontrato con i vertici della polizia per valutare la situazione in vista della Marcia della bandiera.
Il politico di estrema destra ha dichiarato che la linea da adottare è “molto chiara“, ovvero quella di garantire la piena libertà di movimento per gli ebrei in ogni parte di Gerusalemme.
Ha aggiunto che: “tutte le minacce di terrorismo, teppisti e provocazioni devono essere eliminate il prima possibile. Ci saranno senza dubbio alcuni che cercheranno di interrompere la celebrazione” ma ha espresso la fiducia nelle forze dell’ordine e della loro gestione della situazione.
Ben Gvir ha descritto la sua visione per il Giorno di Gerusalemme, affermando che giovedì sarebbe stata una “marcia della bandiera celebrativa” con i fedeli ebrei che salgono sul Monte del Tempio senza temere minacce o violenze.
Ha anche sottolineato che la polizia israeliana avrebbe garantito la sicurezza della città e ha espresso la speranza che Gerusalemme sarà”colorata di bianco e azzurro di grande gioia“. Non è ancora chiaro se Ben Gvir parteciperà personalmente alla Marcia della bandiera o se entrerà nel Monte del Tempio, come ha fatto in passato, sollevando profondo malcontento.
Le notizie emerse dai media locali suggeriscono che probabilmente parteciperà alla manifestazione.
La prima visita di Ben Gvir al luogo sacro del Monte del Tempio come ministro, avvenuta a gennaio, ha suscitato forti condanne internazionali e minacce da parte della Giordania e dei palestinesi, che è stata vista come una provocazione a causa delle sue opinioni estremiste e del suo nuovo potere.
Secondo Nabil Abu Rudeinah, portavoce del presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, la “provocatoria” Marcia delle bandiere prevista per domani a Gerusalemme “porterà solo a tensioni”. Ha inoltre dichiarato che gli appelli degli estremisti a prendere d’assalto la moschea di Al-Aqsa durante la marcia avranno conseguenze disastrose e infiammeranno la regione. Le sue dichiarazioni sono state riportate dall’agenzia di stampa palestinese Wafa.
Il portavoce ha anche sottolineato che i palestinesi ritengono che il governo israeliano sia pienamente responsabile di questa escalation, che porterà ad una possibile esplosione della situazione. Ha poi chiesto agli Stati Uniti di assumere una posizione chiara e decisa riguardo a queste provocazioni israeliane. Anche Hamas ha nuovamente minacciato Israele in vista dell’evento di domani, che si svolge poco dopo il cessate il fuoco con la Jihad islamica dopo cinque giorni di ostilità. Salah al-Bardawil, alto esponente della fazione armata al potere a Gaza, ha affermato che la Marcia delle bandiere non passerà e ha minacciato una inevitabile risposta.
Il Monte del Tempio è il luogo più sacro del giudaismo, mentre i musulmani considerano il complesso della Moschea di Al Aqsa, o il Nobile Santuario, come il loro terzo sito più sacro. Molti musulmani negano qualsiasi legame ebraico con il sito, mentre i palestinesi hanno affermato per un secolo che Israele intende impossessarsi del sito e distruggere le sue moschee, cosa che lo stato ebraico ha sempre negato con veemenza.
Mentre ai musulmani è generalmente consentito l’accesso relativamente libero al sito del Monte del Tempio in base a un’intesa accordata tra le parti e nota come “status quo”. Ai fedeli di credo ebraico è permesso l’accesso solo in determinati orari nei giorni feriali, con numerose restrizioni e sotto la guida della polizia e lungo un percorso prestabilito.
Ai fedeli di credo ebraico è anche vietato pregare, anche se negli ultimi anni la polizia ha gradualmente permesso preghiere silenziose durante le visite.
In vista della Giornata di Gerusalemme, i gruppi palestinesi hanno esortato i musulmani a radunarsi in massa al Monte del Tempio, mentre un portavoce del presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas ha definito “pericolosi” gli appelli ai fedeli ebrei per visitare il sito il giorno seguente.
La tempistica della marcia di quest’anno è particolarmente delicata a seguito del recente accordo di cessate il fuoco tra Israele e la Jihad islamica, sostenuta dall’Iran, che è entrato in vigore all’inizio di domenica, dopo giorni di combattimenti che hanno visto quasi 1.500 razzi lanciati da Gaza contro Israele.
Più di 2.000 agenti di polizia avrebbero garantito la sicurezza della controversa marcia, insieme a oltre 1.000 altri membri del personale di sicurezza di Israele, che avrebbero assicurato che altri eventi nella capitale, durante il giorno, fossero adeguatamente protetti, ha annunciato la forza di polizia martedì pomeriggio.
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