Tra i detenuti italiani e quelli stranieri nel carcere di Burrafato, a Termini Imerese, è scoppiata una rissa. È stato necessario l’intervento di carabinieri e polizia per ripristinare l’ordine.
Gioacchino Veneziano ha deciso di indire lo stato di emergenza nelle carceri siciliane, dove la tensione è alta non solo a causa delle elevate temperature ma anche per le problematiche che si manifestano nei penitenziari.
È altissima la tensione nelle carceri italiane in particolare nelle carceri siciliane. Ci sono stati diversi momenti di tensione all’interno del carcere Burrafato che si trova a Termini Imerese.
La tensione è dovuta allo scoppio di una rissa avvenuta tra i detenuti italiani e i detenuti stranieri.
Per sedare la rissa sono dovuti intervenire anche i carabinieri e la polizia che hanno aiutato a riportare la calma nella prigione.
Gioacchino Veneziano, il segretario regionale della Uilpa, ha dichiarato che questo ennesimo episodio di violenza è la prova che all’interno delle carceri siciliane la situazione è diventata “esplosiva”.
Questa problematica è stata fatta presente già al sottosegretario Andrea Dalmastro che si è recato a far visita alle carceri che si trovano a Trapani e a Favignana.
A causa della situazione particolare che si sta vivendo nella regione, si è deciso di proclamare lo stato di emergenza in tutti i penitenziari regionali.
La situazione è drammatica non solo a causa delle temperature rigide ma anche per l’alta tensione che c’è nei vari penitenziari.
A maggio 2023 è stato pubblicato il rapporto annuale sulla situazione delle carceri italiane realizzato dall’associazione Antigone.
Antigone nell’anno 2022 ha visitato in totale 97 carceri grazie al lavoro che ogni giorno viene svolto da più di cento volontari dell’associazione.
Ciò che si è potuto riscontrare è che i penitenziari italiani presentano ancora molti problemi non solo strutturali ma anche legati al numero sempre più elevato dei suicidi.
Le carceri sono troppo piene e ospitano più persone di quante potrebbero, secondo i dati in possesso gli istituti penitenziari italiani possono ospitare poco più di 51mila persone ma circa 3mila posti non sono realmente disponibili.
Al 30 aprile del 2023 in Italia le persone detenute sono circa 56,7mila con quasi 9mila detenuti in più rispetto alla capienza regolare, quindi c’è un evidente problema di sovraffollamento.
Questo problema non fa distinzioni tra Nord e Sud d’Italia, in quasi ogni regione italiana ci sono carceri che ospitano più detenuti di quelli che potrebbero effettivamente ospitare.
Alcune di loro come l’istituto di Tolmezzo in provincia di Udine ospitano il doppio dei detenuti che potrebbero avere regolarmente.
Più del 73% dei detenuti è in prigione per scontare una condanna definitiva, il 14% sono in attesa di giudizio, il 7% sta aspettando la sentenza di appello e il 4% è in attesa del giudizio della Corte di Cassazione.
Secondo il rapporto però nonostante i livelli di affollamento siano ancora molto elevati sono anche però diminuiti nel corso degli anni.
Un altro dato molto allarmante è quello legato ai suicidi in carcere. Nel 2022 secondo il rapporto di Antigone sono stati 85 i detenuti che si sono suicidati, un aumento considerevole rispetto al 2021 quando ce ne erano stati solo 57.
50 delle persone che si sono suicidate si sono tolte la vita nei primi sei mesi di detenzione, 21 di questi solamente nei primi tre giorni, 16 di loro nei primi 10 giorni e 10 invece nelle prime 24 ore di detenzione.
Una dato forte e preoccupante considerando che per 28 di loro c’era già stato un tentativo di suicidio. C’è poi da considerare che 68 invece erano stati coinvolti in altri eventi critici all’interno della prigione.
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