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Cronaca

Tenta di uccidersi schiantandosi con l’auto contro un pilone: muore la moglie, lui è gravissimo

A Oristano un uomo è andato a schiantarsi con l’auto contro un pilone per suicidarsi, ma lui è in grave condizioni mentre la moglie è morta.

Forze dell’ordine – Nanopress.it

Una tragedia consumata in pochi minuti, nemmeno il tempo di capire cosa stesse accadendo per la donna, rimasta coinvolta nel gesto deciso dal marito mentre stava guidando l’auto. Lui, Dino Rizzoli, è ora ricoverato in gravissime condizioni in ospedale e mentre lotta fra la vita e la morte, su di lui pendono accuse molto pesanti, infatti è indagato per omicidio volontario. Non è questo l’esito che sperava quando sabato è andato a schiantarsi contro il piccolo muro in cemento sulla statale 129 bis che collega Suni a Sindia. I carabinieri indagano per chiarire la dinamica e portare alla luce le motivazioni del tentato suicidio.

Tentato suicidio a Oristano

Da subito le forze dell’ordine hanno nutrito forti dubbi quando sono arrivate sul luogo dell’incidente sulla statale 129 bis a Sindia, frazione di Oristano che da questa strada è collegata a Suni. Già dai primi elementi raccolti è stato chiaro che si trattava di un gesto volontario, compiuto da un uomo di 77 anni di nome Dino Rizzoli, per cause ancora in corso di accertamento.

Stanno emergendo dettagli sconcertanti in merito allo schianto avvenuto contro il pilone di cemento di un passaggio a livello, impatto che probabilmente il guidatore ha pensato fosse fatale per lui, invece lo è stato per la passeggera. Si tratta della moglie Margherita Deidda, 76enne che era al suo fianco nella vettura e non sapeva nulla del piano dell’uomo.

È lei la vittima di questa vicenda, avvenuta in un’arteria molto importante, dove la provincia di Nuoro sfiora quella di Oristano, nel cuore della Sardegna. La dinamica è ancora in fase di accertamento e la posizione dell’uomo è gravissima, lui ora si trova nell’ospedale Santissima Annunziata di Sassari e lotta fra la vita e la morte.

I soccorritori sanitari sono giunti sul posto contemporaneamente ai carabinieri di zona ma purtroppo non hanno potuto fare nulla per la donna, morta sul colpo e rimasta incastrata fra le lamiere della vettura. I vigili del fuoco di Macomer hanno lavorato ore per estrarre i due dall’abitacolo perché l’impatto con il pilone è stato potentissimo, anche se ancora non sappiamo con esattezza a quale velocità.

Per quanto riguarda la motivazione, analizzando la situazione gli investigatori hanno ipotizzato che la decisione sia arrivata in un momento di profondo malessere di Dino, malato oncologico terminale, in effetti lui stesso ha detto ai soccorritori che non voleva più vivere in quelle condizioni e preferiva morire con dignità. Di certo, non possiamo commentare le sue intenzioni però il fatto che con lui c’era la moglie avrebbe forse dovuto farlo ragionare sul fatto che lei, con cui era sposato da anni e che sempre gli era stata vicina anche nei momenti difficilissimi della malattia, non meritava di morire.

Potrebbe aver agito senza dirle nulla, ma non ci sono certezze su questo dettaglio e la Procura di Oristano sta lavorando per ricostruire al meglio non solo lo schianto ma anche il contesto in cui si è arrivati al terribile gesto, quindi il periodo precedente.

Accusato di omicidio volontario

Comunque vadano le cose, ora la sua posizione è molto grave, perché su di lui pende l’accusa di omicidio volontario. L’uomo è un pensionato lombardo trasferitosi da tempo a Tresnuraghes, dove appunto viveva con la moglie Margherita, originaria di Carbonia.

Il sostituto procuratore Andrea Chelo ha formulato l’accusa dopo aver analizzato i fatti di sabato sera. I due pensionati risiedevano da anni in via Venezia, tutti conoscevano la coppia e tutti sapevano che da anni l’uomo, originario di Milano, lottava con il peggiore dei mali e sapeva di avere aspettative di vita brevi.

Ambulanza – Nanopress.it

Insieme alla moglie stava affrontando la malattia me il suo morale era veramente a terra e forse il pensiero di non poter stare vicino alla donna ancora per molto, lo ha distrutto psicologicamente ancor più di quanto ha fatto la patologia.

Il malato oncologico voleva togliersi la vita, questo quanto accertato dai carabinieri di Sindia che stanno indagando sull’incidente. Ora è stato accusato dell’omicidio della moglie ma affronterà il processo solo se si salverà, al momento infatti le sue condizioni sono critiche e non è possibile parlare con lui per avere un riscontro più chiaro.

 

 

Claudia Marcotulli

Diplomata in grafica pubblicitaria, amo l'arte, la natura, gli animali, la grafica, la fotografia e la scrittura.

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