Tentato suicidio: come comportarsi in famiglia? Proponiamo una guida utile per chi si preoccupa dello stato emotivo di un familiare che l’ha spinto a compiere il gesto estremo. A volte è molto difficile sapere cosa dire e come comportarsi. E’ però importante, da parte degli amici o dei familiari, dare il proprio sostegno morale a chi ha tentato il suicidio. E’ essenziale restare accanto alla persona, cercando di aiutarla a superare un momento difficile della sua vita. Qual è la tecnica giusta da attuare, per mostrarsi presenti, ma con delicatezza?
Dimostrare la propria disponibilità
E’ fondamentale offrire il proprio sostegno ad una persona che ha tentato il suicidio. Possono valere anche gesti semplici, come un abbraccio e l’ascolto nei momenti più critici. Non si deve tirare in ballo per forza l’argomento del suicidio, ma si può essere disponibili a parlare o a trascorrere del tempo insieme.
Essere comprensivi
Non è possibile fino in fondo capire quali emozioni passano nella testa di chi ha pensieri suicidi o di chi ha provato a fare un gesto estremo. Probabilmente si tratta di un groviglio di sensazioni, che vanno dalla rabbia al senso di colpa. E’ una sofferenza emotiva, verso la quale si deve essere molto comprensivi.
Aiutare nella vita quotidiana
Chi è in preda ad un momento di disperazione emotiva potrebbe vedere come difficili anche semplici impegni della vita quotidiana. Quindi è importante offrire il proprio sostegno, anche aiutando a preparare la cena, a svolgere le faccende domestiche, ad offrire momenti di distrazione. Gesti piccoli possono rivelarsi molto importanti.
Aiutare a fare i passi in avanti
Potrebbe essere essenziale anche migliorare la qualità della vita della persona che ci sta accanto, che ha pensato al suicidio. Naturalmente non bisogna stravolgere la sua esistenza, ma può essere rilevante coinvolgerla in attività divertenti, uscire insieme a lei, darle gli spunti per trovare un lavoro che apporti più soddisfazione.
Non agire da soli
Se si vuole veramente aiutare una persona che ha pensieri suicidi o che ha tentato di togliersi la vita, potrebbe essere necessario rivolgersi anche ad una rete di altri amici o familiari, per non sentirsi sopraffatti dalla situazione. Anche organizzare dei momenti di ritrovo tutti insieme potrebbe essere un aiuto, per ritrovare quei legami sociali che possono fare la differenza.
Prestare attenzione ai segnali di allarme
Gli esperti suggeriscono un acronimo anglosassone, “IS PATH WARM”, che riassume i segnali di allarme legati al suicidio. “I” significa ideazione suicidaria, “S” abuso di sostanze, “P” mancanza di uno scopo, “A” ansia, “T” sentirsi in trappola, “H” disperazione, “W” allontanamento dagli altri, “A” rabbia, “R” comportamenti ad alto rischio, “M” improvvisi cambiamenti di umore.
Non sottovalutare il gesto estremo
Molti pensano che il tentativo di suicidio o il pensiero collegato ad esso non siano nient’altro che un gesto per attirare l’attenzione e quindi tendono a minimizzarne la gravità. E’ importante, invece, essere sensibili e non sottovalutare troppo queste azioni. Anche se è importante sdrammatizzare, farlo eccessivamente potrebbe avere un effetto nocivo.
Chiedere aiuto ad un professionista
Per affrontare meglio il problema, si dovrebbe chiedere aiuto ad un professionista, ad uno psicologo o ad uno psichiatra, che hanno seguito un percorso di adeguata formazione. Chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma di forza. Ci sono, specialmente presso le strutture ospedaliere, dei centri di ascolto nelle varie città. Esistono, inoltre, delle linee telefoniche, a cui rispondono degli operatori in grado di ascoltare:
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