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La Teoria Gender ha creato non poche tensioni nel mondo Cattolico e tra i conservatori della cosiddetta famiglia tradizionale. Quando si toccano argomenti come l’identità di genere e l’omosessualità si scatenano sempre forti reazioni. Durante il Family Day di giugno del 2015, il gender è stato addirittura definito ‘Lo sterco del demonio’. A questo punto, vale la pena fare un po’ di chiarezza su un argomento tanto attuale, quanto controverso: cos’è dunque la Teoria Gender e cosa dice realmente?
A finire sul banco degli imputati, questa volta, è la Teoria Gender. In Italia, in molti l’hanno definita ‘Folle’, il Papa ha parlato di ‘Colonizzazione ideologica’, tuttavia per comprendere realmente di cosa si tratta dobbiamo fare un passo indietro nel tempo.
Innanzitutto la parola Gender è un termine inglese, che sta a indicare l’identità e l’orientamento sessuale di un soggetto. La Teoria Gender su Wikipedia viene definita come un neologismo-forestierismo, nato in ambito cattolico negli anni novanta del XX secolo, per parlare in modo critico degli studi di genere: coloro che utilizzano tale espressione sostengono che gli studi di genere nasconderebbero un progetto predefinito, teso alla distruzione della famiglia tradizionale e della società fondate su un qualche ‘ordine naturale’. Più semplicemente la locuzione teoria del Gender, è una sorta di etichetta usata per opporsi ai movimenti femministi e Lgbtqi (ecco cosa significa) e alle lotte, alle rivendicazioni, ai saperi, alle teorie che tali movimenti hanno elaborato e prodotto.
Per secoli, si è sempre utilizzato il vocabolo ‘sesso’, per indicare le differenze presenti tra uomini e donne. Dagli anni ’50 in poi, prima negli Stati Uniti, poi anche in Europa, grazie agli studi di Claude Lévi-Strauss e di Michel Foucault, si è iniziato a differenziare il ‘sesso’ dal ‘genere’: il primo si riferisce prevalentemente al proprio corredo genetico-biologico, mentre il secondo è connesso a un complesso di meccanismi strettamente correlati ai rapporti tra uomini e donne. Emblematica, a tal proposito, è la frase di Simone de Beauvoir, contenuta ne ‘Il secondo sesso’, del 1949: ‘Non si nasce donna, ma lo si diventa’. Con questo non intendeva certo dire che le donne avevano la possibilità di scegliere se essere donne o meno. Tutt’altro. Il concetto che l’intellettuale voleva esprimere è che le donne dovevano avere la facoltà di decidere il proprio ruolo nella società, al di là degli stereotipi che le hanno condannate per secoli alla sottomissione dell’uomo.
Lo scopo della teoria di genere è proprio questo: destrutturare i meccanismi sociali del passato, senza cancellare le naturali differenze esistenti tra uomo e donna, nondimeno promuovendo l’uguaglianza e il rispetto. Un’ideologia che ha l’obiettivo di andare oltre quei dualismi che ancora dominano la nostra società, ovvero la donna ha lo scopo di procreare e di occuparsi della sfera domestica, mentre l’uomo ha il compito di gestire la vita fuori dalle mura di casa.
Nel corso degli anni, si sono poi sviluppate diverse teorie e studi sul genere, ognuno dei quali ha approfondito un aspetto dell’intera questione: è quindi chiaro che non esiste in realtà un’unica Teoria Gender. Alcuni si sono concentrati sugli stereotipi della femminilità e della mascolinità e hanno tentato di spiegare come i modelli di comportamento vengano trasfusi nei soggetti sin dalla tenera età: alle bimbe vengono insegnati i lavori domestici, ai maschi l’esercizio del potere. Difficile pensare di liberarsi di tali modelli da adulti.
Altri si sono focalizzati sulla violenza e le sue molteplici manifestazioni, passando da quella domestica al bullismo. Hanno spiegato come tali atteggiamenti nascano come reazione dinanzi alle persone che non rispondono al modello universale che si ha di ragazza o ragazzo: è così che dinanzi a un ragazzo timido e introverso o a un omosessuale scattano le aggressioni e le intimidazioni.
Altri ancora hanno tentato di dimostrare che la propria identità di genere non corrisponde necessariamente a un determinato orientamento sessuale, inoltre essere gay non vuole dire essere necessariamente meno uomini, e essere lesbiche non significa essere donne a metà.
A dispetto di quanti credono fermamente che la Teoria Gender sia un demonio da esorcizzare, in realtà, come abbiamo appena visto, è un complesso di teorie e studi differenti, che hanno il solo scopo di favorire il rispetto e la tolleranza, al di là dell’identità e dell’orientamento sessuale della persona che ci si trova dinanzi.
I genitori che si schierano contro la Teoria Gender rivendicano la libertà di poter educare i propri figli come ritengono più opportuno e non voglio che venga divulgata la Teoria Gender nelle scuole, tuttavia una società evoluta deve saper garantire libertà ad ogni suo membro, pertanto anche la bambina sulla carrozzina e il bambino che gioca con i trucchi della mamma devono avere i medesimi diritti e lo stesso livello di rispettabilità di tutti gli altri.
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