La promessa arriva dal sindaco della Capitale Roberto Gualtieri, che vede proprio nel termovalorizzatore la principale arma per contrastare l’emergenza rifiuti a Roma.
Il primo cittadino, eletto in quota PD, ha ottenuto tramite decreto governativo maggiori poteri per la gestione dei rifiuti comunali ed intende usarli per realizzare l’impianto entro l’inizio del Giubileo.
Termovalorizzatore, misura simbolo per Gualtieri
Lo scorso 20 aprile il sindaco capitolino Gualtieri ha promosso un annuncio dirompente per il dibattito pubblico: la sua amministrazione ha intenzione di realizzare un termovalorizzatore all’avanguardia per smaltire la poderosa mole di rifiuti romani. L’impianto, ispirato alle più moderne strutture europee, dovrebbe essere realizzato entro il 2025, anno in cui si aprirà il Giubileo.
Questo è un appuntamento che si svolge ogni 25 anni e prevede 12 mesi di riti ed iniziative religiose volte, secondo la dottrina ecclesiastica, a santificare il divino dono della vita e a pregare per la remissione dei peccati.
Insomma, un richiamo internazionale fondamentale per milioni di fedeli cattolici, che il neo sindaco di centro-sinistra vuole far coincidere con l’inizio di una gestione funzionale dei rifiuti della città eterna.
La strada alla costruzione sembrerebbe in discesa, soprattutto in quanto, col Decreto del Consiglio dei Ministri del 2 maggio, l’inquilino del Campidoglio ha ottenuto l’esercizio dei poteri regionali in materia di rifiuti. Ciò dovrebbe permettergli di avere mano sostanzialmente libera riguardo il piano da attuare circa lo smaltimento degli scarti capitolini.
I benefici e le difficoltà della grande opera
Il termovalorizzatore dovrebbe portare all’abbattimento del 90% il fabbisogno di discariche, con conseguenti vantaggi ambientali, paesaggistici ed urbanistici.
Difatti la giunta vuole ispirarsi all’impianto attivo nella capitale della Danimarca, Copenaghen, il quale è in grado di smaltire circa 600 mila tonnellate di scorie ogni anno.
Inoltre la concentrazione e funzionalizzazione della catena di smaltimento dovrebbe indirettamente provocare un abbattimento del 20% sul costo della TARI (la tassa sui rifiuti) per la cittadinanza. Al contrario, dal lato costi, la struttura richiederebbe, si stima, tra i 600 ed i 700 milioni di euro per vedere la luce.
Come detto la proposta non ha trovato il plauso generalizzato, anzi le associazioni ambientaliste ed il Movimento 5 Stelle si oppongono alla realizzazione.
Ciononostante, il principale rebus per Gualtiera resta la collocazione dell’opera. L’amministrazione capitolina vorrebbe far nascere il complesso su un’area di 10 ettari a Santa Palomba, nel IX Municipio di Roma. Immediato è arrivato il niet del sindaco di Pomezia, Adriano Zuccalà, responsabile della zona indicata per l’edificazione.
Al contempo Gualtieri non sembra sentire ragioni, forte anche del mandato governativo di inizio maggio che gli concede piena libertà decisionale sulla questione.
In attesa di ulteriori sviluppi, l’auspicio della cittadinanza è di non dover ricorrere al prossimo Giubileo all’invocazione divina per risolvere anche questo grattacapo.