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Sarà dedicata alla Terra dei Fuochi la nuova fiction della Rai, che avrà come protagonista Beppe Fiorello. Quest’ultimo interpreterà Roberto Mancini, il poliziotto-eroe che è morto di tumore nell’aprile dell’anno scorso. E’ stato uno dei primi a denunciare la situazione difficile in Campania, con i veleni nelle discariche illegali. Beppe Fiorello interpreterà la figura di questo poliziotto, in una storia molto impegnata tratta dalla cronaca più attuale. La serie è intitolata “Io non mi arrendo”, è diretta da Enzo Monteleone e sarà interamente girata in Puglia.
Nel frattempo non si fermano le polemiche. Molti contestano la scelta di richiedere attori e attrici pugliesi, che abbiano un accento napoletano e, soltanto in qualche caso, romano. Il casting per gli attori inizierà ai primi di maggio e la ricerca già sta facendo discutere. Come mai non scegliere di cercare attori direttamente campani?
Ad intervenire sulla questione e a dare una spiegazione, seppur polemica, è stata l’attrice Antonella Stefanucci, sul suo profilo Facebook, che ha scritto: “Questa è una fiction sulla Terra dei Fuochi, dunque ambientata in Campania, ma si gira in Puglia perché la Film Commission pugliese ci mette, fortunatamente, qualche soldino. Giustamente pretende che una buona parte di attori vengano presi in Puglia, ma la casting list dice che gli attori devono avere accento napoletano. Lascio a voi dedurre il risultato…”.
Una magra consolazione, potremmo dire. Il post della Stefanucci ha avuto molti commenti, che hanno fatto notare come sia possibile che la Campania non sia stata capace di produrre una fiction relativa ad una vicenda ambientata proprio in quella regione. Altri hanno detto come la Campania possa dare molti talenti, anche in termini di attori per l’interpretazione della fiction. Da parte di molti c’è sconcerto sul fatto che la Film Commission non abbia avuto la forza di creare il set nella regione, dove si è venuta a creare la catastrofe.
Qualcuno polemizza anche sulla scelta di Beppe Fiorello. Si dice che è vero che sia un autentico “treno in corsa”, ma anche questa è una scelta tutta da capire da molti punti di vista. Sicuramente c’entra molto l’economia, perché, se da un lato sarebbe assurdo vincolare le storie, i personaggi e i territori, dall’altro c’è un sistema economico da gestire e che tante volte lascia spazio ad “effetti indesiderati”.