Nelle librerie dal 15 ottobre scorso, Terre rare, di Sandro Veronesi – di cui vi diamo trama e recensione – si preannuncia già tra i casi editoriali dell’anno. Edito da Bompiani, il libro riprende le vicende di Pietro Paladini, conosciuto in Caos Calmo, che qui ritroviamo molto più maturo, con una nuova compagna ed alle prese con una figlia ormai diciottenne. Considerato da molti come il sequel del precedente romanzo – vincitore, tra l’altro, del premio Strega 2006, tradotto in 20 lingue e diventato un film di straordinario successo interpretato da Nanni Moretti – Terre rare è, nelle intenzioni del suo autore, l’altra metà di Caos Calmo, quella rimasta inespressa, che regala ai lettori un aspetto nuovo del suo protagonista, qui molto più frenetico e febbrile rispetto all’insolita compostezza che lo caratterizzava nel precedente racconto.
Sono passati otto anni dalla ‘staticità’ che Pietro Paladini, sconvolto per la perdita improvvisa della moglie, viveva, seduto su una panchina per ore, davanti alla scuola di sua figlia Claudia. Chi ha letto Caos Calmo forse si aspettava di ritrovare il protagonista, per quanto possibile, in pace con se stesso, dedito alla figlia e a poco altro, visto che era in procinto di lasciare il prestigioso lavoro come direttore televisivo a Milano. Il realtà il Paladini di Terre rare è molto diverso rispetto a quello che Veronesi ci ha mostrato nel suo precedente romanzo: ridimensionato, è ora un cinquantenne molto più maturo, vive a Roma, è socio di un’azienda di compravendite di auto ed è legato sentimentalmente a Dianette, bella, giovane e madre di due figli.
Trama
Così come in Caos Calmo – che si apriva con il protagonista che salvava una donna, mentre sua moglie Lara moriva colpita da un aneurisma – anche in Terre rare Veronesi dimostra grande passione per le coincidenze, quegli imprevisti assurdi e beffardi che capovolgono le situazioni e fanno crollare le certezze.
Nel giro di poche ore, infatti, Paladini perde il controllo della sua vita: dopo un errore tremendo commesso sul lavoro, si ritrova con l’ufficio sequestrato dalla Finanza, gli viene ritirata la patente e rompe la sua relazione sentimentale. In tutto questo, come se non bastasse, la figlia scappa di casa. Credendosi senza scampo, fugge a sua volta, senza una meta e al limite dell’illegalità. L’eroe ‘immobile‘ che avevamo conosciuto preda di un insolito caos calmo, è ora un uomo divorato dall’ansia, senza un posto dove stare e alla ricerca continua della pace improvvisamente perduta. Una pace però che, si accorgerà presto, di non aver mai avuto.
Recensione
Una classica tragedia all’italiana dà il via ad un racconto dalla prosa scorrevole, in cui non manca il tipico umorismo veronesiano, sfrontato ma molto efficace.
Una sfortunata combinazione di eventi, che improvvisamente si riversa addosso al protagonista, diventa un espediente narrativo che ne mette in luce la debolezza di fronte alla mediocrità dei nostri tempi, in cui il male sembra insinuarsi ovunque.
Tutto l’intreccio, ovviamente, ruota attorno alla figura inquieta, eppur affascinante, di Pietro Paladini che, in una sorta di paradossale compresenza di due atteggiamenti diversi – il padre modello da una parte ed il maschilista seduttore dall’altra – è in Terre rare un uomo che combatte contro il senso di colpa e contro un lutto che non riesce ad elaborare, che si concretizza poi nelle ossessioni, come quella per gli elenchi, e nella fuga.
In un romanzo in cui la fragilità, la solitudine, la distrazione ed il rimorso per aver vissuto una vita familiare fondata sulla finzione, sembra la facciano da padrone, non mancano la profondità nel delineare il rapporto tra padre e figlia e la proverbiale ironia dell’autore che balza con disinvoltura dalle divertenti citazioni ad inizio capitolo – da David Foster Wallace, ‘Se non avete mai pianto e volete piangere, fate un figlio‘, a Thelonious Monk, ‘Ho fatto gli sbagli sbagliati‘ – alle incursioni tra le borgate romane fino ai più ‘elevati’ salotti milanesi.
Per chi ha amato il Veronesi di Caos Calmo, Terre rare è un libro senz’altro da leggere che, pur riprendendo le vicende del primo, conserva la propria autonomia. E conferma, caso mai ce ne fosse bisogno, l’abilità linguistica e narrativa di uno degli scrittori più amati della letteratura italiana contemporanea.
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