A quasi un anno dall’inizio del terremoto che ha sconvolto il Centro Italia, il 92 per cento delle macerie è ancora in strada. Nonostante le tante promesse delle istituzioni, nazionali e locali, i 131 Comuni coinvolti nel cratere sismico – appartenenti a quattro Regioni (Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo) – la ricostruzione non è neanche partita. Di casette ne sono arrivate pochissime, le macerie sono lì dove le aveva scaraventate la Terra in collera.
“Non si può fare più in fretta” dicono da Roma i tecnici della Struttura di Missione della presidenza del Consiglio. “Le normative sono quello che sono e il cratere è troppo grande”. E ancora: “Ci sono 208mila abitazioni da verificare e non abbiamo ancora finito: dopo il terremoto dell’Aquila erano 75mila, in Emilia 42mila. Vi rendete conto?”. A giocare un ruolo determinante nella non ricostruzione è dunque la burocrazia, le carte bollate, gli stop.
Il sindaco di Visso, Giuliano Pazzaglini, commenta: “In sette mesi dovevano arrivare le casette di legno. Mica me lo sto inventando, c’è scritto sul sito della Protezione Civile. Sapete quante ne abbiamo viste a Visso? Zero”. Promesse non mantenute, insomma. Il 23 settembre dello scorso anno, il premier Matteo Renzi disse: “Entro Natale daremo le prime venti casette antisismiche ad Amatrice”. Sono arrivate, sì, ma a marzo: 3.620 ordinate per 51 Comuni del cratere. Consegnate? L’8 per cento, 296 in tutto. Quelle effettivamente abitate sono 188, solo in due borghi: Amatrice e Norcia.
Il procedimento perché un prefabbricato venga consegnato è lungo: “Il sindaco deve stabilire quante casette servono, poi individua le aree dove metterle, poi la Protezione civile deve valutarle, poi interviene il genio civile regionale, poi c’è l’esproprio, poi la società incaricata disegna il layout, poi il layout deve essere autorizzato in municipio, quindi si torna in Regione, poi la Regione dà l’incarico per la progettazione, poi il progetto si sposta all’Ente per l’abitazione pubblica di Pesaro, infine la gara la fa l’Erap di Macerata” dice Pazzaglini. Sono undici passaggi.
Da quel 24 agosto, la stima per difetto dice che a terra ci sono 2,3 milioni di tonnellate da rimuovere. Ne sono state portate via 176.700, meno dell’8 per cento. Nel Lazio hanno iniziato a novembre (98mila su un milione), in Umbria siamo a 3,700 su 100mila, in Abruzzo a 10mila su 100mila, nella Marche hanno iniziato ad aprile e siamo a 65mila su un milione, appena il 6,5 per cento del totale.
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