Terremoto Centro Italia, perché un’altra scossa dopo quella di Amatrice

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L’ennesimo terremoto nel Centro Italia riporta a galla la questione della fragilità del territorio nazionale nei confronti del rischio sismicità, tra i più elevati nell’intera area del Mediterraneo. Quanto drammaticamente accaduto ad Amatrice il 24 agosto 2016 si è ripetuto la sera del 26 ottobre con epicentro nelle Marche, ma coinvolgendo globalmente gli stessi territori colpiti due mesi prima. E l’accadimento riporta alla memoria i sismi in Umbria e a L’Aquila degli anni precedenti, a conferma che quella porzione del nostro territorio è pericolosamente attraversata da un’intensa attività magnetica del sottosuolo, confermando una pericolosità sismica oramai acclarata nel Centro Italia. Come mai? Proviamo ad indagare le cause analizzando la situazione geologica di un territorio costantemente a rischio, in cui i danni a cose e persone purtroppo sono rilevanti anche per la maggiore vulnerabilità del patrimonio edilizio rispetto ad altre realtà internazionali fortemente sismiche, come il Giappone o la California.

Storicamente l’Italia è sempre stata interessata da terremoti di ogni tipo ed entità: è stato calcolato dagli addetti ai lavori che in 2500 anni si sono susseguiti più di 30mila eventi sismici di media e forte intensità, superiore al quinto grado della scala Mercalli, e da circa 560 di intensità uguale o superiore all’ottavo grado, in media uno ogni 4 anni e mezzo. Il dibattito circa la natura dell’ultimo terremoto del 26 ottobre 2016, se esso sia una replica di quanto accaduto ad agosto ad Amatrice, oppure se sia una nuova faglia nata da una costola della precedente, diventa oggettivamente superfluo se si va a compiere un’analisi profonda del territorio.

Analisi del territorio

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La sismicità della penisola italiana è correlata alla sua situazione geologica derivante dalla particolare posizione geografica, essendo il nostro territorio situato nella zona di convergenza tra la zolla africana e quella eurasiatica, connotata da forti spinte compressive che causano l’accavallamento dei blocchi di roccia. Salvo piccolissime porzioni di territorio, più la Sardegna, il resto d’Italia risente particolarmente di eventi sismici, e in particolare nel centro Italia dove la sismicità più elevata si concentra lungo la dorsale appenninica, un percorso che segue Val di Magra, Mugello, Val Tiberina, Val Nerina, Aquilano, Fucino, Valle del Liri, Beneventano e Irpinia. Ecco perché tendenzialmente il centro-sud è maggiormente interessato da terremoti, sia per frequenza che per intensità, a cui vanno aggiunti Calabria e Sicilia nel profondo Meridione, ed alcune zone del Settentrione come il Friuli, il Triveneto e la Liguria occidentale.

Rischio sismico

rischio sismico

In Italia la terra trema molto più spesso di quanto ce ne accorgiamo, soltanto che la maggior parte dell’attività tellurica produce scosse a bassa o bassissima intensità che vengono percepite solo dai macchinari. Conoscendo la frequenza e la magnitudo dei terremoti che caratterizzano un territorio, si può attribuire un valore di probabilità al verificarsi di un evento sismico in un certo periodo di tempo, e di conseguenza è possibile definire la sua pericolosità sismica: da questo punto di vista il Centro Italia risulta avere un rischio sismico assai elevato, proprio perché gli esperti riescono a stabilire un’alta probabilità, a parità di intervallo di tempo considerato, del verificarsi di un terremoto di una certa magnitudo in questi luoghi rispetto ad altre realtà, sia nazionali che al di fuori dai nostri confini. Tuttavia le conseguenze di un terremoto non sono sempre gravi, e molto dipende dalla vulnerabilità delle costruzioni alle azioni di una scossa sismica, ed è qui che viene fuori tutta la fragilità del territorio italiano: nella combinazione di pericolosità, vulnerabilità ed esposizione ai danni materiali ed umani, emerge l’elevato rischio sismico del nostro Paese, a causa di un patrimonio edilizio precario che si estende anche al sistema infrastrutturale e alle reti dei servizi. Una miscela esplosiva che rende il territorio italiano, caratterizzato da bellezze paesaggistiche e storico-culturali uniche al mondo, particolarmente indifeso anche di fronte ad eventi sismici di media intensità.

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