Per il terremoto in Abruzzo, oggi si è svolta una manifestazione in Piazza Montecitorio, di rappresentanti e abitanti di 47 Comuni della provincia di Teramo e non solo: l’obiettivo è dar voce alle enormi difficoltà che le aree colpite dal terremoto dello scorso 24 agosto, stanno vivendo. Lo stato di emergenza è costante, ma le risposte dal Governo tardano ad arrivare.
Economia al collasso
Il terremoto in Abruzzo, oggi continua a tormentare un territorio che ormai, da diversi mesi vive nella paura che una nuova forte scossa possa verificarsi, e nella disperazione di non avere più nulla, con la prospettiva dinanzi di un economia locale che sempre più rapidamente si sta spegnendo.
Il terremoto in Italia Centrale ha messo letteralmente in ginocchio l’agricoltura e gli allevamenti nelle
aree colpite pesantemente dal sisma. Secondo una stima di Coldiretti, ‘ammontano a 52 milioni di euro i danni indiretti subiti dalle aziende agricole e dalle stalle per l’effetto congiunto delle scosse, della neve e del gelo in Abruzzo’. Inoltre a essere rimasti più colpiti sono i settori ‘dell’allevamento di mucche da latte e della pastorizia, ma anche l’allevamento di maiali destinati ai salumi tipici, che ha subito perdite pesantissime’. Coldiretti paragona gli effetti dell’ultimo terremoto in Italia Centrale a un vero e proprio Tsunami, ‘che si è abbattuto anche sul settore olivicolo con quasi un milione di piante destinate ai pregiati oli extravergini regionali colpite. L’attività di allevamento ora rischia concretamente di scomparire insieme alle specialità locali e, con loro, la storia e il futuro di una regione che ha nell’agroalimentare una forza trainante dell’economia’.
Prodotti tipici di queste aree, come il pecorino di Farindola oppure il caciocavallo abruzzese, la mortadella di Campotosto, la scamorza, o ancora il salame aquila, rischiano di venire spazzati via per colpa delle ripetute scosse di terremoto che attanagliano il Centro Italia, dallo scorso 24 agosto 2016. Un immenso patrimonio gastro-culturale che va in frantumi. Il terremoto oggi è un elemento dominante nella vita di queste popolazioni, la paura non diminuisce, mentre cresce l’ansia per un domani che sembra sempre più difficile.
Del resto è difficile pensarla diversamente, l’ultima scossa di terremoto in Abruzzo risale a circa un’ora fa. Secondo l’Ingv, l’ultima scossa di terremoto in Abruzzo è stata registrata a l’Aquila e ha avuto un’intensità di 2.1 gradi della scala Richter. Vivere su una terra che balla non è certo un’esperienza rassicurante, soprattutto se a complicare la situazione c’è l’assenza di un’abitazione in cui vivere (la consegna delle casette in molte zone non è nemmeno partita) e un’economia al tracollo. Ieri è stata prolungata sino a giugno l’esenzione dai ticket sanitari per i residenti delle aree colpite dall’ultimo terremoto, ma comprensibilmente questo non può essere considerato un provvedimento risolutivo dello stato attuale delle cose.
‘Se non ci vengono riconosciute le somme che abbiamo anticipato rischiamo di andare a giugno tutti in dissesto”, è quanto ha affermato il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, a Roma, in occasione della manifestazione dei sindaci abruzzesi, di oggi, in piazza Santi Apostoli. Visto che i politici sembrano non voler affrontare la questione, i sindaci si sono recati a Roma, per far sentire le loro voci e ottenere quanto stabilito: ‘O il governo inizia a far arrivare i fondi, o i comuni rischiano il fallimento per questa ignavia sia nelle stanze romane che regionali. Non sono arrivati i fondi per la ricostruzione, né quelli per fare fronte alle gravi frane e agli smottamenti”.
Di Primo ha sottolineato chiaramente che le emergenze da affrontare con la massima tempestività sono due: quella legata direttamente al terremoto e quella legata al maltempo, ‘entrambe stanno mettendo in ginocchio l’Abruzzo. Il governo continua ad essere silenziosamente attento ma incapace di dare risposte al territorio abruzzese’.
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