Terremoto in Centro Italia, Ingv: ‘Il territorio è al più alto livello di pericolosità’

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Alessandro Amato, ricercatore dell’Istituto Nazionale di geofisica e vulcanologia ha spiegato in conferenza stampa che il terremoto verificatosi in Centro Italiaè dovuto a un movimento estensionale dell’Appennino” e aggiunto che in termini di energia il sisma di magnitudo 6.0 con epicentro a Accumoli in provincia di Rieti “è stato più piccolo in termini di energia rispetto a quello dell’Aquila”.

Il sismologo Massimo Cocco ha chiarito che la zona è “al più alto livello di pericolosità sismica, nella classificazione sismica è infatti la 1 (la più alta)” aggiungendo che nell’estensione in cui è avvenuto il terremoto, “non esiste una sola faglia, ma più di una”.

Il sismologo ha spiegato che è difficile tradurre un evento sismico e dunque fornire informazioni utili alla Protezione Civile: “Siamo in grado di determinare la probabilità di occorrenza di un terremoto e di capire, ma non siamo in grado di tradurlo in comunicazioni utili e in tempo reale da dare alla protezione civile in caso di emergenza. Non siamo in grado di prevedere né la durata del processo intero delle scosse né del numero di terremoti che serviranno per ristabilire l’equilibrio”. Massimo Cocco ha dunque chiarito le difficoltà relative anche alle ore successive un forte terremoto dare informazioni utili sul “rischio associato a questi eventi” così come è “difficile prevedere terremoti in quanto non sono eventi stazionari”.

Massimo Cocco ha sottolineato quanto sia fondamentale la prevenzione anche rinnovando il patrimonio edilizio: “Questo paese ha bisogno di un lavoro per aumentare consapevolezza e preparazione per convivere con i fenomeni naturali in un paese altamente sismico. Il livello di consapevolezza rispetto ai rischi naturali è troppo basso rispetto a questi fenomeni di forte impatto se pur non frequenti”.

Prima della conferenza il sismologo ha spiegato che “tutti gli edifici nuovi devono essere costruiti con criteri antisismici, il problema è che in quelle zone di edifici nuovi ce ne sono ben pochi e addirittura il 50% delle scuole è stato costruito prima del 1980, quindi senza alcun criterio antisismico”.

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