Si aggiorna di ora in ora il bilancio delle vittime del terribile terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria.
Inizialmente l’intensità della prima scossa ha generato un allarme anche in Itala, dove era stata diramata l’allerta tsunami, poi rientrata. Fra un numero impressionante di scosse di assestamento e lo spostamento del territorio di alcuni metri a causa della violenza del sisma, vediamo gli ultimi aggiornamenti fra i quali c’è il triste dato sulle vittime.
Il terremoto di cui si parla in questi giorni non ha nulla a che vedere con quelli ai quali siamo abituati o di cui comunque leggiamo in cronaca, sì perché sismi del genere non si verificavano in Turchia dal 1939.
Era la notte del 5 febbraio quando in Turchia una scossa di magnitudo 7.9 si è abbattuta colpendo anche la vicina Siria. La zona meridionale del Paese, dove è stato l’epicentro, è stata devastato da questa e da una seconda scossa di 6.7.
Sono seguite poi diverse scosse di assestamento altrettanto violente ma non come quelle iniziali, che per alcune ore hanno portato la Protezione Civile a monitorare anche le possibili ripercussioni in Italia per quanto riguarda l’allerta tsunami, poi rientrata.
Fra i danni strutturali incalcolabili e addirittura lo spostamento del suolo di 3 metri, ci sono state pagine importanti di questa vicenda, infatti i tantissimi volontari e membri delle autorità che stanno partecipando alle ricerche, hanno tratto in salvo molte persone miracolosamente vive sotto le macerie, ultime delle quali un piccolo di soli 7 mesi e un uomo di 35 anni, salvati dai soccorritori nella provincia di Hatay dopo circa 140 ore in cui erano rimasti intrappolati sotto edifici crollati.
Per moltissimi altri invece non è andata così e il bilancio di oggi riferisce di un totale di 28mila vittime fra territorio turco e siriano.
Sarà ancora una lunghissima conta dei danni quella che si sta svolgendo in Siria e Turchia ma soprattutto, purtroppo, le vittime potrebbero aumentare e mentre nelle primissime ore dopo il sisma si parlava id poche centinaia, ora sono 28mila coloro che hanno perso la vita.
Di ora in ora sfumano le speranze di trovare sopravvissuti perché ormai sono passate molte ore da quella tragica notte che ha cambiato per sempre la vita di moltissime persone.
L’autorità turca per i disastri Afad ha dichiarato che il numero dei feriti è salito a 80mila persone, in Siria invece i numeri sono più bassi ma comunque impressionanti. Qui abbiamo infatti 3.500 morti e 5.000 feriti poiché l’epicentro è avvenuto in una zona vicinissima al confine.
Sebbene questa pagina dolorosa sia ancora lontana da un bilancio finale, ora è importante pensare anche alla ricostruzione delle zone colpite, argomento che ha messo d’accordo diversi Paesi sul fornire aiuti per questa emergenza.
Per supportare i Paesi si è mobilitata la solidarietà internazionale ma gli esperti temono che altri sismi possano colpire a breve queste zone.
Questi parlano di epidemia sismica e sostengono che possa durare ancora per mesi. Un terremoto così violento, registrato all’ottavo grado della scala Richter, è davvero un evento imponente.
Ci sono state a seguito circa 200 scosse di assestamento. È stato registrato da tutti i sismografi mondiali e la sua potenza è stata tale che è difficile pensare che sia tutto finito.
Come ha spiegato il Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Carlo Doglioni, è avvenuto uno scontro fra faglie che ha coinvolto una zona lunga 190 chilometri.
Si è liberata moltissima energia ed è molto difficile prevedere quando il fenomeno cesserà, di certo l’energia accumulata deve essere liberata, solo allora cesseranno le scosse di assestamento, l’ultima delle quali si è verificata pochi giorni fa con un’intensità di 5.5.
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