È stato uno dei terremoti più forti mai avvertiti tanto che, se si fa un paragone con quelli avvenuti nel nostro Paese, è di gran lunga più potente.
30 volte superiore a quello dell’Irpinia e 1000 volte di più di quello di Amatrice. Il terremoto in Turchia ha, persino, spostato il suolo dell’Anatolia.
Un terremoto di proporzioni devastanti, come se un enorme energia si fosse accumulata nel corso degli anni e si sia scatenata tutta insieme, in una sola volta. Questo è quello che è successo ieri, fra Turchia e Siria. Un bilancio di vittime che sale di ora in ora, città distrutte o rase al suolo e nulla è più come prima.
Da ogni parte del mondo, Italia compresa, stanno partendo squadre per andare ad aiutare a riuscire a salvare quante più vite umane e mettere in salvo opere d’arte e non solo. Un sisma, come dicevamo, dalle proporzioni devastanti, dal punto di vista della forza scatenatasi.
Un sisma di magnitudo 7.8 della scala Richter che non può esse messo a paragone con nessun altro terremoto avvenuto negli ultimi 20 anni. Nella stessa Turchia, infatti, si tratta del terremoto più forte e devastante avvenuto dal 1939. Rispetto al terremoto avvenuto in Italia, in Irpinia nel 1980, quello di ieri è stato 30 volte superiore per energia liberatasi, e 1000 volte in più rispetto a quello del 2016 avvenuto ad Amatrice.
Una scossa forte sì, ma altre centinaia di replica successive, registrate in tutto il mondo, persino dai sismografi della Groenlandia. Non a casa, anche in Italia, nelle regioni del Sud, ricordiamo, ieri mattina è stata emanata (poi rientrata) un’allerta Tsunami.
È vero che si tratta di una zona altamente sismica, punto d’incontro di varie placche della crosta terrestre: della placca Est anatolica, di quella Arabica e dell’Africana. La prima viene schiacciata dalla placca Arabica e spinta a Ovest, verso l’Egeo e, stando a quanto analizzato dagli esperti, a muoversi è stata proprio la placca Est anatolica.
Lungo questa faglia, i due lembi del suolo si sono spostati: “Nella zona di massimo movimento è avvenuto uno spostamento di almeno tre metri” – ha spiegato, in un’intervista, il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Doglioni.
In pratica, una faglia si è spostata in senso orizzontale, portando ad una compressione fra quella Anatolica e quella Araba. Uno spostamento, stando ai primi studi e stime, di circa 3 metri, anche se si prospetta siano di più, poiché i dati precisi, da parte dei satelliti, ancora devono arrivare. Si tratta di una faglia lunga circa 200 km, che attraversa l’Anatolia stessa ma anche la Siria, raggiungendo anche il Mar Nero.
Dal punto di vista energetico, si tratta di un terremoto molto violento, tanto da esser registrato dai sismografi di tutto il mondo e non soltanto da quelli dei Paesi immediatamente vicini al luogo del disastro: “L’evento di gran lunga più forte ad avere attivato il Sistema di allerta maremoto da quando esiste” – ha affermato il direttore del Centro Tsunami dell’Ingv, Amato.
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