[didascalia fornitore=”/ansa”]Ciro salvato dai vigili del fuoco a Ischia[/didascalia]
Terremoto a Ischia: odio e ignoranza dilagano sul web. Tra chi si augura che stia per eruttare il Vesuvio e chi si lamenta delle poche vittime del sisma. Facebook e Twitter, subito dopo le notizie tragiche in arrivo da Casamicciola, hanno iniziato a venire inondati di post razzisti. Alcuni ci hanno messo per così dire la faccia, altri no. I legali stanno esaminando i messaggi per sporgere eventuali querele.
La frase più utilizzata dagli utenti del web è stata: “Speravamo nel Vesuvio…ma va bene anche il terremoto”. Gli haters, i razzisti, gli ignoranti hanno trovato ampia visibilità, purtroppo: “Speriamo si svegli il Vesuvio”.
Messaggi che sono arrivati al sindaco di Ischia, Enzo Ferrandino, che ha chiesto ai cittadini e alla parte ‘buona’ del web di collaborare dalle pagine del ‘Mattino’: “Chiedo a tutti di segnalarci post offensivi e razzisti riguardanti il dramma, anche personale, che alcuni nostri concittadini stanno patendo in queste ore. L’amministrazione comunale ha intenzione di denunciare penalmente questi scellerati che si accaniscono in maniera razzista, godendo delle disgrazie altrui”.
E ancora: “L’Isola di Ischia in particolare fornì importanti aiuti, anche in denaro, alle vittime del terremoto del Friuli, garantendo per lunghi periodi a Ischia anche ospitalità e lavoro a decine di sfollati. Cosa questa che ci ha fatto conquistare la gratitudine di tutti. Noi non siamo come questi razzisti, vergogna di tutti gli italiani e dell’umanità in generale”. Non sono mancate pure le risposte dei napoletani, non solo delle istituzioni ischitane, agli insulti ricevuti.
In particolare, gira come un refrain questa risposta: “Mi chiamo Ciro, ho 11 anni e ho salvato mio fratello. E tu che fai il tifo per il terremoto non potrai mai mettere al mondo un bambino con il coraggio e la forza che ho avuto io”. Così come arriva chiaro e forte il messaggio del sindaco di Casamicciola, il Comune più colpito dal sisma. Dice Giovanbattista Castagna: “Gli insulti e il razzismo lasciamoli agli stadi del calcio. Perdona loro che non sanno quello che fanno“.
Spostandoci sul piano legale della vicenda, l’avvocato Angelo Pisani promette, come da sentenza della Cassazione, Sezione III, n. 36906/2015 e ss.: “Le condotte illecite poste in essere, sotto forma di attività di propaganda/divulgazione di idee fondate su una pretesa superiorità razziale o sull’odio etnico, ovvero sotto forma di istigazione a commettere atti di discriminazione per motivi razziali o etnici, richiamati in querela, assumono rilievo penale, ai sensi e per gli effetti dell’art. 13 della legge 24 febbraio 2005, n.85, a prescindere dall’effettiva percezione delle predette espressioni, lesive della dignità umana, da parte dei singoli soggetti offesi e individuabili nel caso concreto”.
Dunque: “Si tratta di qualcosa di ben più grave della sola diffamazione. Ma non si tratta solo di identificare e punire i colpevoli facendo cessare questa barbarie, ma anche accertare la responsabilità dei social che non intervengono a tutela delle vittime perché, specie negli ultimi giorni, il clima tende ad arroventarsi e le minacce potrebbero passare dal web alle vie di fatto. Per questo chiediamo che intervenga ogni autorità attraverso forme di accertamento e tutela adeguate e tempestive”.
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