Nel terremoto a L’Aquila del 6 aprile del 2009 persero la vita 29 persone, rimaste intrappolate sotto il crollo di una palazzina in via Campo di Fossa.
Il Tribunale civile dell’Aquila ha accolto la richiesta di risarcimento da parte dei familiari delle vittime, ma sarà un rimborso solo parziale, perché ci sarebbe stato – da parte delle stesse – un concorso di colpa. Al momento del crollo infatti dormivano, il che gli avrebbe impedito di tentare di fuggire via.
Nella notte tra il 5 e il 6 aprile 2009, alle 3:32 per l’esattezza, una scossa di magnitudo 6.3 colpisce la città de L’Aquila, provocando vittime e crolli. Nelle 48 ore successive si verificarono altre 256 scosse, di cui oltre 56 di magnitudo 3.
Il bilancio definitivo del terremoto è di 309 vittime e oltre 1600 feriti, e ben 800mila gli sfollati. Tante furono le persone estratte vive dalle macerie anche diverse ore dopo la violenta scossa.
Il terremoto nel capoluogo abruzzese è stato considerato il sisma fra i più distruttivi in Italia in epoca contemporanea, insieme a quello di Messina del 1908, quello di Avezzano del 1915 e quello del Friuli del 1976.
Tra i simboli del violento terremoto anche la Casa dello studente, residenza universitaria dell’ateneo dell’Aquila, dove persero la vita otto giovani. L’edificio fu poi raso al suolo. La città di Onna è stata una delle più colpite, con 40 vittime.
La gran parte delle abitazioni e degli edifici crollarono e quelli rimasti in piedi subirono gravissimi danni. Tra gli edifici crollati nella notte tra il 5 e il 6 aprile del 2009 anche un palazzo in via Campo di Fossa a L’Aquila, una costruzione di 6 piani dove trovarono la morte 29 persone.
Proprio nelle scorse ore è stata emessa una sentenza da parte del Tribunale Civile dell’Aquila, che ha accolto la richiesta di risarcimento da parte dei familiari delle 29 vittime, decretando però che si tratterà di un rimborso soltanto parziale, perché ci sarebbe stato – da parte delle 29 persone scomparse – un concorso di colpa.
Al momento del crollo infatti le vittime dormivano. Stando a quanto deciso dal giudice del Tribunale, come riferisce anche Tgcom24, è stato quindi sentenziato che il costruttore dell’edificio di via Campo di Fossa, i Ministeri dell’Interno e delle Infrastrutture risarciscano i familiari delle vittime. Il rimborso sarà del 40%, per quanto concerne il costruttore, e del 15% ciascuno da parte dei due Ministeri.
Quello che resta, e cioè il 30%, sarebbe da imputare al concorso di colpa delle vittime, che sarebbero rimaste a dormire nell’edificio poi crollato, nonostante la sera del 5 aprile e poco dopo la mezzanotte del 6 si fossero verificate due scosse di terremoto.
“Una condotta incauta” da parte dei 29 condomini, stando a quanto si legge nella sentenza del Tribunale civile del capoluogo abruzzese.
“È fondata l’eccezione di concorso di colpa delle vittime, costituendo obiettivamente una condotta incauta quella di trattenersi a dormire nonostante il notorio verificarsi di due scosse nella serata del 5 aprile e poco dopo la mezzanotte del 6 aprile”.
Una sentenza che ha già sollevato numerose polemiche, soprattutto da parte dei familiari delle vittime.
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