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Terremoto, ricostruzione affidata a un commissario: Errani o Tronca?

Si accende il dibattito politico sul dopo terremoto e la ricostruzione dei paesi devastati dal sisma. Dovrebbe essere questione di ore la nomina di Vasco Errani come commissario straordinario per la ricostruzione: il nome dell’ex presidente della Regione Emilia Romagna, già a capo dei lavori dopo il sisma che colpì la regione nel 2012, è dato per certo. Errani è stato infatti il primo nome che ha fatto il governo e lo stesso Matteo Renzi lo ha ricordato in più occasioni: per il Centro Italia il modello di riferimento è quello emiliano, non quello aquilano delle New Town di berlusconiana memoria. La Lega Nord ha però proposto un altro nome, quello di Francesco Paolo Tronca, ex commissario di Roma. “Con spirito costruttivo e con massimo rispetto per il dolore di centinaia di famiglie che hanno perso i propri cari siamo pronti a sostenere Tronca nel ruolo di commissario per la ricostruzione“, fa sapere in una nota Matteo Salvini.

Il prefetto ha già dimostrato di essere in grado di gestire con successo situazioni difficili e delicate in numerose città tra cui Milano e Roma. Siamo certi che sarebbe in grado di svolgere un ottimo lavoro anche nelle zone del centro Italia colpite dal terremoto“, conclude il segretario leghista.

Vasco Errani

RENZI: “RICOSTRUIRE CON TRASPARENZA”: Dal governo però non dovrebbe arrivare un passo indietro ed Errani potrebbe essere nominato già nella mattinata di martedì. Parola d’ordine, per Renzi e l’esecutivo, è trasparenza: per questo la ricostruzione sarà controllata dall’Autorità anti corruzione di Raffaele Cantone. “All’Europa diciamo che quello che serve per il progetto Casa Italia lo prendiamo. Sono sciacalli quelli che rubano nelle case ma lo sono forse di più quelli che rubano sugli appalti“, scrive il premier nella sua enews settimanale. Il lavoro dell’Anac garantirà “un controllo serrato, centimetro per centimetro” sui fondi destinati alla ricostruzione. “Non faremo sconti a nessuno“.

C’è una ricostruzione da coordinare nel modo più saggio e più rapido. Giusto fare in fretta, ma ancora più giusto fare bene e soprattutto con il coinvolgimento delle popolazioni interessate. La ricostruzione dovrà avvenire nel modo più trasparente con l’aiuto di strutture che abbiamo voluto con forza come l’Autorità Anti Corruzione ma anche con la massima trasparenza online. Ogni centesimo di aiuti sarà verificabile a cominciare da quelli inviati via sms dagli italiani al numero della protezione civile (Sms al numero 45500, ancora attivo per chi vuole dare una mano). Ma soprattutto dovremo tenere viva la presenza delle comunità sul territorio. I luoghi hanno un’anima, non sono semplicemente dei borghi da cartolina“, conclude.

Francesco Paolo Tronca

NO DEL M5S: Chi invece attacca il governo è il Movimento 5 Stelle. Luigi di Maio critica la scelta di Errani e attacca Renzi. “Fa ridere l’appello all’unità”, ha dichiarato il vice presidente della Camera. “Errani non può fare il commissario per la ricostruzione nel Lazio e nelle Marche perché serve un profilo al di fuori del sistema dei partiti“, chiarisce.

Contro il governo si scaglia anche Beppe Grillo. Il leader del M5S si lancia contro l’esecutivo con un lungo post sul blog. “Nel momento del panico, delle macerie, si parla di pannicelli caldi come le ‘agevolazioni fiscali’ (ovvero, miseri abbuoni sulle tasse per gente che ha perso tutto), o di ‘sospensione dei mutui’ (che verranno richiesti senza pietà dopo qualche mese o anno, su case ormai ridotte in polvere)“, scrive il comico.

Se da un lato “si stanziano miseri 50 milioni per una minestra e una tenda, e per il resto si fa capire che è meglio che ci pensiamo da soli, dato che lo Stato non esiste più“, dall’altro Grillo propone il M5S alla guida del paese come alternativa al governo Renzi. Approfittando del terremoto, il leader dei Cinque Stelle propone la ricetta del movimento. “Siamo consapevoli che il più grande cantiere del Paese (contrariamente a quello che pensa la “premiata ditta” Delrio&Vespa) non è l’intervento post sismico ma la messa in sicurezza del nostro territorio“, continua il post.

La sfida più grande che ci viene posta è una sfida che nessun Paese al mondo fronteggia: quella di mettere in sicurezza un patrimonio artistico inestimabile, antichi borghi, costruzioni secolari o millenarie che rappresentano il nostro tesoro nazionale insieme ai loro abitanti. Non esistono Giappone o California che debbano affrontare una sfida simile. La possibilità di vincerla l’abbiamo: i nostri ingegneri, architetti, geologi sono più che all’altezza. Il M5S, quando sarà al governo, li metterà al lavoro fuori dalle emergenze e da golosi appalti, perché una volta per tutte non si parli mai più di immani tragedie ma solo di sisma“, conclude.

Lorena Cacace

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