Il terremoto ha lasciato una scia di distruzione e morte dietro di se. Tantissime sono le vittime e altrettanto tante sono le persone che, da ogni parte del mondo, stanno arrivando per dare un aiuto concreto. Vite umane che si salvano ancora e, fra queste, una madre con i suoi due figli.
A tre giorni dal terribile sisma, lei era ancora viva insieme ai suoi due figli. Ricostruiamo insieme cosa è successo.
Una vita appesa ad un filo, nella speranza che qualcuno li trovi al più presto per poterli portare in salvo. Questo è ciò che una mamma, con i suoi due figli hanno sperato sino alla fine. E sono riusciti a salvarli, come altre 8mila persone che sono state estratte vive dalle macerie.
Il terribile terremoto che si è abbattuto su Turchia e Siria non ha lasciato solo morte dietro di sé, ma anche la forza di vivere e lottare sino alla fine. Proprio come hanno fatto questa mamma e i suoi figli. Quando li hanno salvati, si è sentito un applauso forte, segno di gioia ma che, ancora una volta, una vita è stata salvata e sottratta alla morte.
Sotto le macerie della loro casa nella provincia di Kahramanmaras, loro erano lì. I soccorritori hanno lavorato 15 ore e scavato ininterrottamente per poterli trarre in salvo. Temperature rigide, il freddo che non da tregua, la forza che viene meno, ma anche la voglia e la necessità di salvare assolutamente chi è rimasto imprigionato lì sotto.
E così, ecco che mare e figli sono stati tratti in salvo dopo 72 ore sotto le macerie, dove tutto sembrava finito, la speranza non è ancora morta. Lo stesso è accaduto ieri dove, 68 ore dopo la scossa, è stato salvato un bebè nella provincia di Hatay. Poche ore dopo, anche un uomo, nello stesso punto dove è stato salvato il piccolo, è stato estratto vivo dalle macerie anche un uomo, forse il padre del bambino.
Nella provincia di Gaziantep, altre persone sono state tratte in salvo, questa mattina dalle macerie. Vite umane salvate dalla furia del terremoto. Si registra che sono circa 8mila le persone tratte in salvo dalle macerie da poche ore dopo la scossa più violenta, quella di lunedì 6 febbraio alle prime luci dell’alba.
Un terremoto dalla potenza al di sopra di tutti quelli che si sono registrati negli ultimi anni, un sisma ripreso in tutto il mondo: i sismografi di ogni nazione hanno registrato il movimento tellurico. Uno scontra fra tre faglie che ha, come ricordiamo, addirittura alzato il terreno dell’Anatolia di quasi 3 metri.
Una potenza spropositata, 30 volte superiore alla scossa di terremoto dell’Irpinia del 1980, e 1000 volte superiore a quella di Amatrice.
Ma dove la terra trema e semina distruzione, la speranza è sempre l’ultima a morire. E lo dimostrano i salvataggi di queste ultime ore, non in ultimo quello di questa madre con i suoi figli lì ancora vivi.
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