Perché possedere un terreno incolto e lasciarlo inutilizzato? Ecco come utilizzarlo per fare del bene e, al contempo, guadagnare 500 euro.
In natura, niente viene lasciato al caso, e ogni cosa è perfettamente in equilibrio con l’ambiente circostante. I fiori, le piante, gli animali: tutti hanno un compito ben preciso, e sanno sempre come portarlo a termine affinché l’armonia non ne risenta in alcun modo. Comprendere e non sottovalutare tutto ciò è fondamentale, perché se tale ecosistema dovesse riportare dei danni, la nostra vita non sarebbe più la stessa.
Le api, ad esempio, che tutti noi temiamo e cerchiamo di tenere alla larga, in realtà hanno un ruolo fondamentale. Ovviamente, esse non si limitano solamente alla produzione del miele, ma sono anche e soprattutto gli insetti che, più di tutti, si occupano dell’impollinazione dei fiori. Tale processo, per chi non lo sapesse, è di vitale importanza, perché è proprio grazie all’operosità delle api che nasce la frutta che tutti noi, ogni giorno, siamo soliti consumare.
Negli ultimi tempi, però, il numero di api sta nettamente diminuendo, così come anche la quantità di fiori coltivati da poter impollinare. Coloro i quali posseggono un terreno incolto, però, hanno tra le loro mani due grandi opportunità. Queste persone, infatti, non solo possono dare un aiuto concreto alle api, al pianeta e al resto della popolazione, ma possono anche vedersi accreditare, per questo, ben 500,00 € sul proprio conto da parte dell’Unione Europea. Di che cosa si tratta? Scopriamolo insieme.
Un guadagno di 500,00 € per coltivare il tuo terreno incolto
L’ecosistema che fino a ora ha sempre funzionato, ad oggi ha bisogno di aiuto. Ed è proprio per questo che l’Unione Europea ha pensato di introdurre nella PAC (Politica agricola comune) un’iniziativa legata proprio all’apicoltura. Si tratta dell’Eco-schema 5 – Misure specifiche per gli impollinatori.
Come si evince sul sito del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, tale misura è stata pensata per incrementare le coltivazioni di piante e agevolare, in questo modo, l’attività di impollinazione delle api. Per aderire, ovviamente, esistono delle linee guida ben specifiche. Per prima cosa, è necessario possedere un terreno che sia di almeno 0,25 ettari contigui, e di minimo 20 m di larghezza.
L’appezzamento, inoltre, non deve trovarsi a meno di 3 m di distanza da campi in cui si utilizzano regolarmente prodotti fitosanitari.
E nel periodo che va dalla germinazione alla fioritura, non si deve in alcun modo effettuare nessun tipo di trinciatura. Infine, fino all’avvenuta fioritura, non è consentito l’utilizzo di alcun tipo di prodotto chimico. Per questo motivo, le erbacce vanno eliminate in maniera manuale o, in alternativa, in maniera meccanica.
Per chiunque aderisca a tale iniziativa è previsto un sostegno di 500,00 € per ogni ettaro di terreno, erogato come pagamento aggiuntivo al sostegno di base al reddito in maniera annuale.
Le piante amiche delle api
Le piante che possono essere coltivate per aderire al progetto della PAC precedentemente citato sono le cosiddette “mellifere” le quali, grazie al nettare da esse prodotto, sono perfette per l’impollinazione.
Tra esse troviamo l’Asfodelo; lo Sferracavallo comune; la Busnaga; l’Ambretta; l’Erba strega e la Falsa ortica. E ancora: il Fiordaliso; la Rughetta selvatica; la Radichella e molte altre.