Voleva andare in Siria “per aiutare la popolazione civile” è quanto dichiarato da Abderrahim Moutarrick– arrestato giovedì scorso con l’accusa di terrorismo internazionale – nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Il campione di kick boxing voleva scappare insieme alla moglie, Bencharki Salma (anche lei arrestata) e ai due figli, dalla provincia di Lecco per andare in Siria.
“Vedendo le immagini dei bambini sotto le bombe, volevo andare in Siria ad aiutare la popolazione civile e non arruolarmi nell’esercito dell’Isis” così si è difeso Abderrahim Moutarrick. A raccontarlo è il suo avvocato Francesco Pesce. Il campione di kick boxing marocchino, nel corso dell’interrogatorio davanti al gip Manuela Cannavale, al quale hanno assistito anche i pm Enrico Pavone e Francesco Cajani, ha precisato di non aver mai avuto intenzione “di arruolarsi con l’esercito dell’Isis né di colpire l’Italia dove ha vissuto negli ultimi 16 anni e è ben integrato”. E lo stesso, ha riferito l’avvocato Pesce, ha detto anche la moglie, anche lei sentita dai magistrati per circa mezz’ora.
Abderrahim Moutarrick, insieme alla moglie avrebbe dovuto raggiungere un’altra coppia già in Siria dal febbraio 2015, Mohamed Koraichi e la sua compagna italiana Alice Brignoli, anch’essi destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare.
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