Terrorismo, la Lombardia dice no al burqa in ospedali e uffici regionali

[veedioplatform code=”eed5a8c59838d38be080fe5d338f9672″]

La Lombardia mette in atto una svolta restrittiva all’utilizzo di burqa e niqab. Dopo la riunione di Giunta, il governatore Roberto Maroni ha dichiarato che è stata ufficialmente approvata la modifica del regolamento di accesso agli istituti regionali e agli ospedali. A volerla, in particolar modo, è stata la Lega Nord.

Dopo gli attentati di Parigi, tutti i Paesi Europei hanno alzato al massimo i livelli di sicurezza: prima della Lombardia, anche il Veneto aveva pensato al divieto di utilizzo del burqa, quale necessaria misura antiterrorismo, prendendo a esempio una legge, già presente da anni in Francia e voluta da Sarkozy.

Il provvedimento fa riferimento peraltro una legge nazionale attualmente in vigore, che vieta a qualsiasi cittadino di circolare con il volto coperto. Tutti devono essere riconoscibili.

La novità e il vantaggio sta nel fatto, che l’aver inserito il richiamo legislativo in un regolamento, consentirà al personale di controllo di poter impedire l’accesso a chiunque abbia il volto coperto da abiti tradizionali musulmani, come appunto burqa e niqab, anche se non espressamente indicati.

Maroni ha assicurato che d’ora in poi il lavoro degli addetti ai controlli sarà più semplice: dalla loro parte avranno un regolamento scritto che consentirà loro di respingere senza remore chiunque indossi abiti o caschi che li renda irriconoscibili.

Le nuove disposizioni verranno applicate agli uffici regionali e agli ospedali della regione Lombardia.

Impostazioni privacy