Omar al Gawari, il ministro dell’Informazione del governo libico di Tobruk ha lanciato l’allarme: sui barconi che trasportano migranti disperati dalla Libia si infiltrano anche i terroristi dell’Isis. ”Nelle prossime settimane l’Italia sperimenterà l’arrivo non solo di poveri emigranti dall’Africa, ma anche di barconi che trasportano Daesh (Isis)”, ha detto al Gawari, di passaggio a Il Cairo. ”L’esercito e i responsabili libici hanno informazioni in proposito”, ha precisato senza voler aggiungere altro. L’intelligence italiana però, come già accaduto recentemente, non ha riscontri in merito e avverte di usare molta cautela.
L’intelligence italiana continua a parlare con scetticismo a proposito delle dichiarazioni del ministro dell’informazione del governo libico. Non è la prima volta che si parla di questa minaccia, ma finora non c’è stato alcun riscontro.
Se effettivamente militanti dell’Isis volessero arrivare in Italia – è la considerazione degli investigatori antiterrorismo – non lo farebbero certo rischiando la vita a bordo di barconi fatiscenti utilizzati per le traversate e con la prospettiva poi di dover sottoporsi ai controlli delle autorità italiane una volta soccorsi.
Il ministro libico quindi ha interessi politici a fare certe dichiarazioni? Probabilmente sì. ”Le Forze armate libiche devono essere ben equipaggiate per far fronte all’emigrazione clandestina: sia la Marina che protegge le coste, sia l’esercito che protegge le frontiere terrestri”, ha sostenuto Al Gawari.
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Al Gawari ha detto anche che se l’Italia non appoggerà concretamente Tobruk con una politica autonoma da quella americana rischia di perdere contratti petroliferi in favore di compagnie russe e cinesi: ”La politica estera italiana finora è stata debole e quindi l’Italia non deve sorprendersi se si vedrà marginalizzata in Libia e rimpiazzata dai russi e dalle loro compagnie che vengono per estrarre il petrolio”.
Per combattere il terrorismo, ”i libici vogliono che sia levato l’embargo sulle armi e pagheranno col loro denaro per acquistare le armi necessarie per restaurare la pace e la sicurezza nel Paese. Non abbiamo bisogno di aerei”, ha sottolineato, concludendo: ”Per questo chiediamo alla comunità nazionale di indirizzare un messaggio ai golpisti di Tripoli di smetterla”, lasciando operare ”il governo legittimo che è stato eletto”, quello insediato a Tobruk.
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