C’è aria di separazione in casa Terzo Polo e a sottolineare le tensioni fra Italia Viva e Azione è stato il deputato renziano Roberto Giachetti.
Il politico facente parte delle file di Italia Viva, esprime da tempo dubbi sulla continuazione del sodalizio fra i due partiti, anche perché pubblicamente Renzi e Calenda si attaccano a vicenda quindi a suo dire, è chiaro che uno schieramento non sopporti più l’altro o comunque non condivida obiettivi comuni. A tal proposito si chiede che senso abbia proseguire in questo “matrimonio” se non quello di non tradire la fiducia degli italiani che nelle votazioni hanno supportato il Terzo Polo. Tuttavia anche questo aspetto manca di credibilità perché se poi ogni occasione è buona per discutere e muovere accuse reciproche, non è una bella immagine e invece al contrario i due leader dovrebbero essere complici nel loro percorso. È bufera dunque in casa Terzo Polo, come finirà?
Fanno scalpore le parole del deputato Roberto Giachetti, facente parte del partito renziano di Italia Viva. In queste ore ha rilasciato un’intervista in cui ha mosso dubbi sulla positività dell’unione con Azione di Calenda, quindi sul Terzo Polo.
Questo “matrimonio” era nato per inseguire obiettivi politici comuni ma ultimamente i leader non perdono occasione per attaccarsi pubblicamente anche in maniera molto accesa.
“Ha senso continuare a stare insieme in questo modo? I leader sono distanti su tanti temi, dal salario minimo al premierato, non credo sia più un’alleanza benefica per i cittadini e mi dispiace per chi invece in questi mesi ha dimostrato fedeltà al Terzo Polo tramite il voto” ha detto.
Le parole di Roberto Giachetti non arrivano proprio come una doccia fredda, infatti le tensioni di cui parla sono da tempo sotto gli occhi di tutti, però lui è stato il primo a dire senza peli sulla lingua quale è la situazione attuale del Terzo Polo, nato con ideali politici simili ma poi divenuti diversi nel corso del tempo.
Il deputato renziano ha detto: “C’è senso rimanere insieme in questo clima di attriti continui? Mi sembra devastante e deprimente continuare così ma questa è solo la mia opinione e forse non verrà nemmeno presa in considerazione. La situazione è confusa ma vorrei invece dare agli elettori un elemento di chiarezza, dividendoci e continuando ognuno per la propria strada sebbene sappiamo che in questo modo avremo un nuovo avversario politico”.
Poi ha aggiunto che ogni volta Matteo Renzi ha attaccato Carlo Calenda, ha sempre pensato che interrompere l’alleanza significasse tradire gli elettori che sostengono il Terzo Polo. Però poi un attento ragionamento l’ha portato a capire che proprio questi attacchi costituiscono un tradimento perché così lo schieramento è finto, i due leader si insultano a vicenda e addirittura rinnegano le cose comuni messe insieme all’interno del programma.
Giachetti è da sempre vicino a Mattero Renzi e alla domanda durante l’intervista rilasciata a Radio Leopolda, in merito a un possibile scioglimento, ha detto che forse è arrivato il momento della separazione del Terzo Polo, cosa che potrebbe essere ufficializzata prima della pausa estiva.
La provocazione dell’ex dem arriva senza il bisogno di autorizzazioni dall’alto e riflette un malumore condiviso da Renzi e dai suoi ma sembra nascondere intenzioni concrete, anche perché, diciamo la verità, non è più credibile una coalizione che la pensa in modi diversi. In molti pensano che questa divisione arriverà nel corso di pochi giorni e quindi sarebbe la fine dell’esperienza politica che ha unito alle elezioni del 25 settembre calendiani e renziani.
Carlo Calenda ha replicato su Twitter, dicendo che i due gruppi invece stanno lavorando bene su tanti aspetti ma non c’è dubbio che ci sono differenze importanti di opinione su diversi fronti, dal salario minimo alla Commissione Covid e all’elezione diretta del premier. Il leader di Azione ha precisato che nei prossimi giorni ci sarà un colloquio con i vertici dell’altra metà del Terzo Polo per capire le loro intenzioni.
A sentire le sue parole quindi la separazione è consensuale e si vocifera che in serata, avrebbe detto ai suoi che finalmente i gruppi si dividono, quasi tirando un sospiro di sollievo per scaricare la tensione accumulata in questo periodo. Calenda è convinto che l’ormai improbabile sodalizio con Renzi gli porti solo via possibili voti.
La separazione sarà decretata probabilmente da una riunione dei gruppi parlamentari, a breve. Dopo la rinuncia al partito unico in vista delle future elezioni europee, per gli schieramenti si prospetta un periodo difficile, infatti autonomamente nessuno dei due raggiunge il 4% dei voti, sbarramento sotto il quale non si può accedere all’Europarlamento di Strasburgo.
A dividere maggiormente Renzi e Calenda sono temi che fino a poco fa facevano parte del programma comune: il salario minimo e il premierato. Non è infatti una questione di leadership ad allontanare i due ma opinioni diverse. Calenda cita fra i temi del dissenso il salario minimo su cui Renzi si è sfilato e il premierato su cui il leader di Azione ha fatto un passo indietro.
Il salario minimo è l’argomento con cui Elly Schlein è riuscita ad unire le opposizioni, compreso Calenda, mentre appunto Renzi è rimasto fuori e non ha aderito per motivi più politici che di merito, sostenendo che non si sarebbe mai alleato con i grillini.
La situazione è delicata ed è la seguente: Calenda sembra spostarsi verso il Pd – ancora una volta – magari per diventare alleato. Renzi invece continua a manifestare l’intenzione di camminare da solo ma visti i numeri poco incoraggianti, potrebbe essere costretto ad avvicinarsi al centrodestra, in primis Forza Italia.
Mancano alcuni anni alle prossime elezioni politiche e tutto può succedere in un clima così incerto, però i posizionamenti si stanno già delineando. Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni, di certo non mancheranno colpi di scena.
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