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Categories: Lifestyle

Tesla perde miliardi di dollari, ma il titolo vola in borsa: è tutto un grande bluff?

[didascalia fornitore=”altro”]Di Ivan Marc/Shutterstock.com[/didascalia]

Conoscete Tesla? In breve è un’azienda produttrice di veicoli elettrici fondata dall’eclettico Elon Musk nel 2003. In questi pochi anni è diventato un brand pazzesco: valeo oltre 50 miliardi di dollari, più di colossi dell’auto quali General Motors o Ford, nonostante venda circa 80.000 vetture all’anno mentre gli avversari si assestano sui quasi 10 milioni di auto vendute. Perché questo marchio è diventato così importante senza vendere tanto, dato che è legato ad un mondo (quello delle auto elettriche) che rimane di nicchia? La vicenda è assolutamente intrigante, cerchiamo di spiegarla in maniera chiara.

Partiamo dall’attualità: pochi giorni fa Tesla ha deciso di tagliare il 9% dei suoi dipendenti, si parla di circa 3.500 persone. A dirlo è stato proprio Elon Musk, fondatore e CEO dell’azienda statunitense, il quale ha mandato lui stesso la mail di comunicazione di futuro licenziamento alle persone interessate. Nello scritto di Musk si parla di “taglio necessario che ha come obiettivo quello di velocizzare e facilitare la strada verso la redditività di Tesla”. Dopo l’intervento dell’Amministratore Delegato, il titolo del marchio in Borsa è salito, segno che c’è fiducia da parte degli investitori alle parole di Elon. Una fiducia nel marchio Tesla che non è mai venuta meno: le azioni di Tesla dal 2010 sono salite come valore di qualcosa come il 1300%, passando da circa 20 dollari ad azione degli esordi ai 340 attuali. Intanto però l’azienda in questi 15 anni non ha mai generato un euro, o forse meglio dire un dollaro, dato che è americana, di utile. Come è possibile?

Chi è Elon Musk

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di ANSA[/didascalia]

Per capire il mondo Tesla bisogna spiegare il personaggio di Elon Musk. Sudafricano nato nel 1971 ma naturalizzato americano, dopo essersi laureato fonda col fratello nel 1995 prima Zip2, un’industria di contenuti online, successivamente Paypal, azienda che si occupa di pagamenti digitali. Pochi anni dopo vende queste due startup a colossi come Compaq e Ebay, guadagnando montagne di soldi. Così decide di investire oltre 180 milioni di dollari in progetti quali SpaceX, SolarCity e la stessa Tesla. SpaceX è la prima vera azienda privata capace di fare missioni spaziali, SolarCity invece si occupa di energia solare, mentre Tesla è nel settore della mobilità elettrica.

E qui arriva il punto focale: Musk ha affermato che l’obiettivo di SolarCity, Tesla e SpaceX ruota intorno all’idea di cambiare il mondo e l’umanità, attraverso la riduzione del riscaldamento globale tramite l’utilizzo di energie rinnovabili. Parliamo di una persona assolutamente fuori dal comune: è un imprenditore visionario, il più visionario in circolazione. Vuole reinventare nello stesso momento il settore dello spazio, delle automobili, della mobilità e dell’energia. E’ bravissimo ad interpretare e a capire dove andrà il futuro, è un uomo che, da solo, è capace di cambiare il mondo. Lui vuole portare l’umanità su Marte, ma non lo dice tanto per dire. E’ assolutamente ambizioso e soprattutto non si ferma all’idea, ma ha sempre dimostrato di saperla implementare.

Il mondo Tesla

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di ANSA[/didascalia]

Legato ad un personaggio come Elon, Tesla non può che avere simili caratteristiche. Non è solo un marchio che produce auto elettriche, è un brand che vuole cambiare il mondo puntando sulla mobilità elettrica. La sua missione e quella di “accelerare la transizione mondiale verso l’energia sostenibile e pulita“. Dalle fabbriche Tesla escono quindi prodotti ottimi e di grande qualità, talmente di buon livello da essere diventati già un culto, stile iPhone. Un posizionamento totalmente differente rispetto a quello di tutti i competitor del settore dell’automotive. Chi ama Tesla non ama solo l’auto in sé, ma segue un’azienda che vuole risolve i problemi del mondo intero: quello dell’inquinamento e dell’energia. Musk è un fenomeno di comunicazione, colui che “piccolo piccolo” vuole salvare l’umanità, confrontandosi contro i “cattivi del mondo a benzina e del petrolio”, battendoli grazie ad energie pulite e alternative. Insomma: Elon Musk è un uomo in lotta contro l’impossibile.

Il paragone con Steve Jobs

In tanti paragonano Musk al creatore di Apple Steve Jobs. Il confronto sicuramente regge per tipologia di persona, creazione di un brand e di un prodotto di culto. Jobs era anche lui un visionario, un individio capace di intercettare le esigenze della gente, creando molti degli apparecchi tecnlogici che usiamo quotidianamente. Ed entrambi hanno creato un impero, con prodotti che sono ormai un must have per tante persone. Su altri aspetti però il paragone non regge: Steve Jobs si è buttato in un settore che era agli albori, quello tecnologico, diventando un pioniere prima dei computer, poi della telefonia mobile. Apple è un colosso dalle dimensioni immense, capace di dettare le leggi del mercato. Elon è invece entrato di recente in un mondo, quello dell’auto, fatto da molti più avversari rispetto a quello del tech. Inoltre è un settore costituito da colossi ormai centenari, che non stanno certo a guardare la concorrenza ma che lavorano alacremente tutti i giorni per battere i rivali. La capacità produttiva di brand come Toyota e Volkswagen non ha nulla a che vedere con Tesla, sono 100 volte tanto. Per cui è complesso per un marchio giovane come Tesla svettare e farsi strada.

Infatti non sono tutte rose e fiori

I problemi di Tesla sono tanti: come detto il settore dell’auto è costituito da tanti player, fortissimi, un mondo di squali. Poi c’è tutta una questione politica: certamente i petrolieri non sono così felici che Musk porti l’umanità verso un futuro tutto full-electric. Infine ci sono, naturalmente, i numeri da far tornare e questi sono sempre stati in rosso: Tesla dalla sua nascita non ha mai chiuso un quadrimestre in positivo, non ha mai generato un euro di utile. Si stima che entro il 2018 abbia bruciato nella sua storia qualcosa come 10 miliardi di dollari. Ad oggi ha un debito pari a 5,4 miliardi di dollari, che potrebbero crescere di altri 1,3 miliardi nei prossimi quattro trimestri. E i risultati dei primi tre mesi dell’anno non sono affatto buoni: la perdita netta è stata di 784,6 milioni; nello stesso periodo dell’anno precedente era stata di 330,3 milioni. Quindi le perdite sono più che raddoppiate nonostante un piccolo aumento delle entrate.

Debiti per miliardi di dollari, ma continua a crescere: come mai?

[didascalia fornitore=”altro”]L’andamento in borsa del titolo Tesla dal 2010 a oggi[/didascalia]

Tesla è naturalmente quotata e gli investitori hanno da sempre premiato il lavoro di Elon. Quindi il successo economico in borsa riflette non tanto i profitti di Tesla (che non ci sono) o le auto vendute (che sono poche), ma riflette le aspettative degli azionisti sulle possibilità di crescita nel futuro e la capacità di Musk di realizzare concretamente queste idee. Il titolo al Nasdaq dal 2010 è cresciuto, come detto, di oltre il 1300%, con il marchio Tesla che oggi vale oltre 50 miliardi di dollari. Per cui gli investitori sono disposti a credere sul potenziale di crescita dell’azienda più che sull’attuale valore.

L’elettrico a portata di tutti con la Model 3

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di ANSA[/didascalia]

L’obiettivo di Elon con Tesla è chiaro: vuole portare l’elettrico alla gente. Lo scopo è la produzione di auto elettriche ad alte prestazioni orientate verso il mercato di massa. Di veicoli l’azienda ne ha già prodotti, ma in piccole quantità dati i costi elevati. Il futuro del marchio però si chiama Model 3: è una berlina presentata a marzo 2016, con Musk che ha deciso di metterla in vendita a 35.000 dollari. Un prezzo bassissimo per quel mercato e per il valore della vettura. Il successo è arrivato in un batter d’occhio: in poche settimane la vettura ha avuto prenotazioni per 400.000 modelli. Una cifra esagerata, che ha reso strafelici gli azionisti di borsa ma che va oltre e di gran lunga le capacità produttive di una piccola azienda da 35.000 dipendenti. E qui nascono nuovi problemi: con l’avvento sul mercato della Model 3, Tesla risolverebbe tutti i suoi problemi economici, avendo entrate per oltre 12 miliardi. Il problema è però il seguente: come produrre tutte queste auto e in poco tempo? Musk aveva detto che entro giugno 2017 l’azienda sarebbe riuscita ad arrivare a 5.000 veicoli prodotti a settimana, ma distanza di un anno l’obiettivo non è ancora raggiunto: al momento se ne producono meno di 3.000 a settimana, mentre il marchio continua a generare perdite e tagliare dipendenti.

Quindi è tutto un bluff?

Va bene che il titolo in borsa continua a salire, con gli investitori sempre fiduciosi che qualcosa cambierà in futuro, ma la realtà dei fatti è che Tesla perde più di 200 milioni di dollari al mese. La bolla prima o poi esploderà e verrà fuori quanto questa faccenda abbia fondamenta troppo deboli? Difficile a dirsi: Tesla è la testimonianza di un cambiamento forte nel mondo dell’auto e Musk gode di grande credibilità, qualsiasi cosa dica il mondo lo segue. E’ un iperottimista, forse troppo: nella sua storia ha sempre messo una data ad ogni obiettivo e non ha mai rispettato la scadenza. Ma non è un bluff: i suoi progetti implicano decine di anni di lavoro, ma gli obiettivi li raggiunge sempre. Certo, Tesla deve a breve iniziare a fare utili, se no il rischio di chiusura non è così remoto, ma Elon vive di queste sfide e anche stavolta vincerà lui. Prima o poi il mondo dell’auto sarà tutto elettrico, si potrà vivere su Marte e si useranno solo energie rinnovabili. Tutto questo sarà anche merito suo.

Fabio Psoroulas

Fabio Psoroulas è stato un redattore interno di Nanopress fino al 2019, occupandosi di tecnologia, sport, motori.

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