I test d’ingresso per Professioni Sanitarie 2014, previsti in tutta Italia il 3 settembre prossimo, sono gestiti, nonostante si tratti di un corso a numero chiuso nazionale e non locale, direttamente dalle Università. Pur rientrando, infatti, tra i corsi con prove di ammissione a data unica e identico test per tutti gli atenei d’Italia, Professioni Sanitarie presenta alcune anomalie dovute alla maggiore autonomia delle varie Università nella gestione dei 22 corsi che rientrano sotto questa dicitura. Per cui, diversamente da facoltà come Medicina, Odontoiatria, Veterinaria e Architettura, per Professioni Sanitarie ogni Università ha pubblicato il proprio bando. Ma quali sono gli aspetti più importanti da tener presente? Guardiamoli brevemente insieme.
Innanzitutto i corsi di laurea in Professioni Sanitarie si suddividono in 5 diverse aree di specializzazione: Professioni Sanitarie Infermieristiche e di Ostetricia, Tecnico-Sanitarie e di Diagnostica, Riabilitative, Tecnico-Assistenziali e Tecniche della Prevenzione. E’ bene sapere, però, che non tutti gli atenei attivano tutti i corsi di laurea appena menzionati e i posti disponibili possono variare a seconda delle Università. Per cui è molto importante, in vista delle prove d’accesso ormai prossime, avere le idee ben chiare sul profilo professionale che si intende scegliere.
I test d’ingresso di Professioni Sanitarie, divisi generalmente in 4 argomenti – Logica e Cultura Generale, Matematica e Fisica, Biologia, e Chimica – sono stilati in base alle indicazioni fornite dal Ministero, ma cambiano da ateneo ad ateneo. Non è prevista perciò una graduatoria nazionale ma una per ogni specifica Università: per cui, facendo il test alla Sapienza si concorrerà solo per i posti messi a bando alla Sapienza.
Ogni test è composto da 60 domande – 4 di cultura generale, 23 di logica, 15 di biologia, 10 di chimica e 8 di fisica e matematica – con un tempo massimo a disposizione di 100 minuti. Il punteggio, invece, prevede un calcolo pari a 1,5 punto per ogni risposta esatta, 0,40 per ogni risposta sbagliata e 0 per quelle lasciate in bianco.
Non esiste un punteggio minimo d’accesso, poiché dipende sempre dal numero dei candidati presenti. E’ chiaro però che per le facoltà con meno posti disponibili, il livello di selezione sarà molto alto ed il punteggio finale aumenterà considerevolmente.
E’ importante sapere, infine, che le Università possono scegliere tra due diverse modalità per stilare la graduatoria finale: tenendo conto prima delle preferenze espresse dal candidato e poi del punteggio raggiunto, oppure scegliendo di considerare prima il merito ottenuto dallo svolgimento della prova e poi la preferenza espressa.
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