Cambiamenti notevoli si apprestano ad essere attuati per i test di ammissione all’Università, sezione professioni sanitarie. Le domande di cultura generale diminuiranno per lasciare spazio maggiore a quelle scientifiche.
Più fisica, più matematica e più biologia nel test da 60 domande per accedere alle facoltà scientifiche a numero chiuso. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Lasciare spazio più alle materie di indirizzo che a quelle di cultura generale. Questa è una delle riforme volute dal Ministro dell’Università e della Ricerca, Messa. Nel decreto, i test di ammissione alle facoltà a numero chiuso di Veterinaria e Medicina subiranno alcuni cambiamenti e rivisitazioni.
Meno quiz di cultura generale e logica per lasciare spazio, invece, alle materie di indirizzo, come biologia, fisica e matematica. Un sospiro di sollievo per le future matricole. Per l’anno Accademico 2022 – 2023, infatti, il decreto stabilisce queste novità sia per i vari corsi di laurea in Medicina e chirurgia, Odontoiatria a ciclo unico, che per i corsi di laurea magistrali, che per i corsi di laurea sia in Professioni sanitarie che Veterinaria.
Una necessità di rimodulazione del numero dei quesiti da sottoporre ai ragazzi è stata vista come necessaria e prioritaria anche dalla stessa ministra. Far entrare in gioco le materie di indirizzo o, comunque, quelle del settore scientifico, al quale i ragazzi si stanno dirigendo, e ridurre, invece, quelle di logica e di cultura generale.
Secondo la nuova ripartizione, quindi, i test saranno strutturati in questa maniera: su 60 domande, alle quali le future matricole saranno sottoposte, soltanto il 15% di queste saranno dedicate al ragionamento e alla cultura, definita “generale”. La restante parte, invece, verterà su materie che, comunque, (anche se differenziandosi per indirizzo) saranno matematica, biologia, fisica e chimica. Materie disciplinari scientifiche in quantità maggiore.
Altro nodo da sciogliere per la Ministra Messa è quello anche del numero dei posti disponibili per le nuove matricole in queste università. Ma, per ora, l’unico provvedimento attuato nel decreto è stato quello della rimodulazione dei test. Si spera, quanto prima, che con un altro successivo decreto, anche questo nodo verrà sciolto.
60 domande a risposta multipla, 100 minuti di tempo massimo e un punteggio da raggiungere di 90 minimo per poter aspirare ad un posto in queste università a numero chiuso. I test vedranno i ragazzi cimentarsi in 13 domande di fisica e matematica, 23 di biologia e 15 di chimica. A queste vanno ad aggiungersi altre 4 domande riguardanti le competenze in lettura e nelle varie conoscenze acquisite nel corso degli anni di studi alle scuole superiori e 5 di logica.
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