Testi scolastici: come funziona il business da 500 euro a famiglia


Ritorna la lotteria dei testi scolastici, con un business da 500 euro a famiglia, che gli italiani dovranno sobbarcarsi, nonostante le difficoltà economiche. Il Miur ha stanziato 103 milioni per la distribuzione gratuita dei libri di testo, una parte dei quali potrà essere fornita anche sotto forma di comodato d’uso, soprattutto nel caso della scuola secondaria di primo e secondo grado. Si calcola che saranno assegnati 5 milioni di libri allo studio dei ragazzi. La maggior parte di essi andrà al sud Italia. In particolare la Sicilia e la Campania raccolgono la gran parte dei finanziamenti, rispettivamente con il 21% e il 20% della cifra complessiva. Seguono la Puglia, la Lombardia e il Lazio.

L’assegnazione della quota è stabilita in base al reddito delle famiglie, che, per beneficiare degli “sconti”, devono avere un reddito al di sotto dei 15.493,71 euro all’anno. Si tratta comunque di spiccioli, perché il grosso della spesa deve essere affrontato dalle famiglie, senza poter fare riferimento nemmeno ai testi digitali, che segnano un vero e proprio flop, nonostante le buone intenzioni di puntare su questo tipo di edizioni.

Un salasso per le famiglie

Molte famiglie sono in difficoltà nell’acquisto dei libri di testo per i ragazzi. Cifre notevoli, infatti, lasciano le tasche dei genitori per provvedere agli acquisti, con la magra consolazione che alcuni testi verranno utilizzati per 3 anni. I dati sono evidenti, specialmente se consideriamo il momento di crisi che gli italiani stanno attraversando. A questo proposito il Codacons ha fatto notare che la spesa dei libri di testo, nel complesso degli acquisti per la scuola, rappresenta il 50%, mentre l’altra metà è determinata dai prodotti di cancelleria, dagli zaini e da tutti gli altri elementi che rientrano nel corredo scolastico.

Una famiglia spenderà mediamente 500 euro, per far fronte alle esigenze degli studenti. A fronte di questa spesa cresce anche il mercato dell’usato, nonostante il Ministero abbia eliminato la norma sul blocco delle adozioni nuove, perché l’obiettivo era quello di introdurre il digitale. La “colpa” è anche delle case editrici, che si ostinano a rinnovare i libri di testo, presentandoli in “nuove edizioni”, allo scopo di non favorire l’acquisto dell’usato, ma di spingere verso l’acquisto di testi “di prima mano”. Quanta parte di “colpa” hanno anche i professori? Potrebbero benissimo favorire gli studenti, permettendo loro, attraverso un apposito confronto, di “riciclare” testi scolastici usati.

La spesa complessiva

Dai dati che sono stati espressi, anche sulla base delle informazioni fornite dal Codacons, è stato calcolato che per ogni studente la spesa per l’acquisto dei libri e del materiale scolastico arriva fino a 1.100 euro. La spesa per i testi, in particolare, è molto variabile e cambia in base al livello di istruzione e considerando le scelte dei singoli istituti. Si va da un minimo di 280 euro fino al raggiungimento di 600 euro, considerando anche l’acquisto dei dizionari.

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