Il 30 giugno è una data di cui si parla sempre tanto nel mondo del calcio. È il termine della stagione vecchia, ufficialmente l’ultimo giorno prima di iniziare un nuovo ciclo, cambiare tanto, stravolgere tutto. È una data essenziale anche per la gestione dei bilanci, per le impellenze economiche, per assolvere a determinate necessità che devono essere ratificate. Passando, invece, a un dato esclusivamente tecnico e sicuramente legato al calciomercato, è il giorno in cui scadono ufficialmente i contratti di molti calciatori e quest’anno ce ne sono diversi sia in entrata, sia in uscita per i nostri maggiori club. Da Samir Handanovic a Daichi Kamada, da Juan Cuadrado a Milan Skriniar, è tempo di salutare e innovare, ma facciamo il punto su chi effettivamente lascerà il nostro campionato e chi invece, alla fine, è rimasto o dovrebbe restare.
L’estate dei parametri zero è già iniziata e ha già regalato dei colpi molto importanti che hanno smosso il calciomercato internazionale. Calciatori del calibro di Lionel Messi, Karim Benzema e Sergio Ramos hanno detto addio ai loro precedenti club e i primi due hanno già trovato squadra, con decisioni opposte ma pur sempre prese. In Italia, invece, abbiamo deciso di sfruttare la situazione di Evan Ndicka che ha salutato l’Eintracht Francoforte e ha già firmato con la Roma. Sempre dalla Bundesliga c’era un’altra grande chance da cogliere ed era quella legata al tesseramento di Marcus Thuram. Dopo una lotta serrata con il Milan, l’ha spuntata l’Inter e riuscendo a strappare condizioni piuttosto vantaggiose per quanto riguarda le commissioni rispetto alle richieste di qualche mese prima. Di fronte a tanti casi che si sono conclusi positivamente, come quello di Adrien Rabiot, che ha firmato il nuovo contratto annuale con la Juventus per 8 milioni di euro a stagione, bonus compresi, e Stefan de Vrij che è pronto a prolungare con un biennale, c’è anche chi un nuovo accordo non l’ha mai trovato. Milan Skriniar, ad esempio, che da tempo ha scelto di lasciare l’Inter e sarà un nuovo calciatore del PSG, ma anche Angel Di Maria, ora in trattativa per un ritorno romantico al Benfica e Juan Cuadrado che lascia la Juventus dopo otto anni in cui si è identificato fortemente nei colori bianconeri. Facciamo un punto complessivo su tutti i nomi in lizza e su come potrebbe finire per loro.
L’Inter ha concluso l’ultima stagione giocandosi la finale di Coppa Italia e di Champions League, oltre a blindare la qualificazione per la massima competizione europea anche per l’anno successivo. È arrivato un trofeo, ma poi nella notte del 10 giugno a trionfare è stato il Manchester City, nonostante gli uomini di Simone Inzaghi abbiano retto il colpo fino all’ultimo momento e sfiorando in più occasioni la rete del pareggio. Bastava guardare la rosa nerazzurra e i suoi interpreti per capire che da lì, l’ultimo atto di un’annata infinita, molte cose sarebbero cambiate. Molti dei calciatori a disposizione del tecnico piacentino, infatti, erano in scadenza di contratto tra prestiti e accordi destinati a terminare proprio il 30 giugno 2023. Oggi quel giorno è arrivato ed è tempo di saluti per tanti, anche se banalmente si considera la dirigenza. Pensate a Roberto Samaden che per decenni è stato il responsabile del settore giovanile nerazzurro e da domani non lo sarà più: la fine di un’era che ha portato tanti successi, vittorie, dividenti per la società, ma anche delusioni come è giusto che sia nel calcio o più che altro è inevitabile. Bisogna accettarlo e legarsi ancora di più per far sì che non sia un problema.
Passando, invece, al discorso relativo prettamente i calciatori, sono tanti in proporzione gli addii storici al club: gente che ha scritto la storia dei nerazzurri e che ora è all’ultimo atto della sua esperienza a Milano. È una notizia che si sapeva da mesi, ma oggi Milan Skriniar lascia l’Inter ufficialmente. Il difensore centrale slovacco era un perno della difesa nerazzurra, quel calciatore su cui la società sembrava voler puntare a lungo termine nella retroguardia a tre sia per età, sia per caratteristiche tecniche. Un anno fa, proprio in questi giorni, entrava nel vivo la trattativa per il suo passaggio al PSG. Peccato che alla fine un accordo non sia mai arrivato e neppure la fumata bianca. Giuseppe Marotta era entrato nell’ordine di idee di cedere il ragazzo, ma la richiesta era di 70 milioni a solo un anno dalla scadenza: si tratta di cifre che i transalpini non hanno definito congrue, a prescindere dalla loro capacità di spesa, e il calciatore era già entrato nell’ordine di idee di iniziare una nuova sfida nei campioni di Francia. Negli ultimi giorni dello scorso calciomercato estivo a poco è valso il tentativo in extremis dei francesi: l’accordo con l’Inter non è arrivato e, quindi, la società meneghina ha deciso di trattenerlo, anche se in scadenza e senza grosse speranze di poter rinnovare.
Effettivamente, così è andata. Nonostante abbia sbandierato in più occasioni il suo attaccamento alla maglia che l’ha lanciato nel grande calcio, lo slovacco ha scelto di dire di no e di legarsi ai transalpini a partire dal 1 luglio 2023. Una decisione legittima, ma che stona un po’ rispetto al percorso del ragazzo che era diventato una vera e propria bandiera per molti tifosi, delusi dal suo comportamento. I rapporti comunque non si sono incrinati del tutto, anche se l’ex Sampdoria ha visto raramente il campo dopo la sfida di Champions League contro il Porto a causa di un infortunio alla schiena che ha richiesto l’operazione chirurgica. A stagione ormai conclusa alcuni giorni fa, Skriniar ha detto chiaramente come sono andate le cose nel suo rapporto con l’Inter: “Da quando ho detto all’Inter che non ero d’accordo con la loro proposta per il rinnovo del contratto, sui media sono cominciate ad apparire cose che non erano vere. Mi ha colpito ed è stato difficile anche per la mia famiglia. Certo, lo capisco, perché fa parte del lavoro, ma se qualcuno prende una decisione che non piace a qualcuno, viene subito preso di mira”. Uno sfogo in piena regola arrivato dal ritiro della Nazionale slovacca e che ha terminato con alcuni rimpianti su com’è andata la stagione: “Sono arrivati tutti i tipi di insulti, quindi è stato difficile. Soprattutto per la famiglia. Ho sempre cercato di dare il massimo per la squadra. Ho lottato e provato. Sfortunatamente, è arrivato un infortunio che mi ha messo da parte. È un peccato non aver subito l’operazione prima perché avrei potuto essere disponibile prima”.
Oggi, poi, la società ha smorzato i toni e salutato direttamente il difensore centrale con un comunicato ufficiale: “Sei stagioni ricche di vittorie e soddisfazioni: si conclude qui l’avventura di Milan Skriniar con la maglia dell’Inter. All’Inter dall’estate 2017, Skriniar è stato uno dei protagonisti dello straordinario percorso di crescita dell’Inter, iniziato con il ritorno in Champions League del 2018 e coronato con la conquista di cinque trofei nelle ultime tre stagioni. Uno Scudetto, due Coppe Italia e due Supercoppe Italiane: questi i trofei vinti da Skriniar con la maglia nerazzurra, con la quale ha collezionato in totale 246 presenze e 11 gol nelle sue sei stagioni. A Skriniar vanno i saluti e i ringraziamenti di tutta la Famiglia interista”.
Ora è tempo di guardare avanti per lui e per l’Inter, con qualche domanda in più su chi abbia davvero sbagliato in questa storia, ma anche con l’onesta intellettuale di augurarsi il meglio comunque. Non si tratta, in ogni caso, dell’unico calciatore che sta vivendo situazioni di questo tipo in nerazzurro. La situazione più in bilico è quella di Samir Handanovic: il portiere e capitano nerazzurro non è più giovanissimo, anzi, e l’anno scorso ha perso il posto da titolare in favore di André Onana. Un passaggio di consegne importante e che molti tifosi chiedevano da tempo, ma anche una decisione importante da prendere alla lunga: dirsi subito addio o restare un altro anno da secondo portiere? Per il momento di grosse novità non ce ne sono, né in un senso né nell’altro e alla fine la chiamata per trattenere il calciatore potrebbe non arrivare mai. La Beneamata, infatti, sta vivendo un profondo restyling del ruolo e se in questi giorni dovesse davvero cedere Onana a suon di milioni, avrebbe di fatto bisogno sia di un primo, sia di un secondo portiere. Se per la prima posizione, il casting è aperto e potrebbe anche regalare delle sorprese, per il secondo è in pole position Emil Audero, in uscita dalla Sampdoria, ma che pare perfetto per ricoprire quel ruolo. Non è escluso, però, anche se è meno probabile, che Marotta e Ausilio decidano di puntare su un primo portiere molto giovane e per questo motivo affiancargli Handanovic potrebbe essere importante per accompagnarlo, fargli conoscere l’ambiente e anche per avere una copertura di lusso se le cose non dovessero andare per il meglio. Certo, se invece dovesse consumarsi l’addio, ci sarebbe da ringraziare e da sottolineare l’importanza di un portiere che è riuscito anche ad avere al braccio la fascia di capitano e che ha rappresentato anche negli anni più difficili, quelli prima dell’arrivo di Antonio Conte, uno dei punti di forza di una rosa che non è mai decollata. La sensazione è che di margini per rimanere ora non ce ne siano e che l’addio sia un passaggio inevitabile per guardare oltre, con la fascia di capitano che, contestualmente all’addio di Marcelo Brozovic, passerà definitivamente sul braccio di Lautaro Martinez.
Se per Handanovic qualche possibilità di permanenza ancora c’è, non si può dire lo stesso di Danilo D’Ambrosio. Il difensore tuttofare ha sempre dato il suo contributo in nerazzurro e l’ha fatto anche quando chiamato in causa nelle ultime due stagioni, venendo utilizzato spesso come braccetto di destra in sostituzione di Skriniar o di Matteo Darmian. I tifosi l’hanno sempre esaltato per la grinta, l’attaccamento alla maglia e per aver messo lo zampino in tanti successi del club, come il ritorno in Champions League nell’era Luciano Spalletti, quando segnò uno dei gol decisivi contro la Lazio. Fatto sta che il doloroso addio si è consumato senza che la società decidesse di fargli terminare la carriera a Milano. Ieri il difensore si è espresso sui social con una nota di amarezza per la fine del suo rapporto con l’Inter, ma senza far mancare un saluto come si deve ai suoi tifosi, che a lui restano molto legati: “Avrei voluto terminare la mia carriera nella squadra che tifo da sempre (ora lo posso dire..) ma ciò non è stato possibile, peccato! Inter per me significa famiglia; famiglia come quella che io e mia moglie abbiamo scelto e desiderato di creare proprio qui, nel posto in cui siamo cresciuti, amando questa maglia e vivendone gioie e dolori. Famiglia come quella composta da tutti i membri dell’Inter con cui giorno dopo giorno abbiamo lavorato per portare l’Inter dove merita e sono certo che continueranno in questa direzione!”. E ha concluso con un bel pensiero: “È stato un viaggio di amore, passione, dedizione, coraggio e umiltà. Sempre e solo per il bene dell’Inter! Un viaggio tanto emozionante per me e la mia famiglia e sono certo che sarà un pezzo della nostra vita che ci porteremo per sempre nel nostro cuore! Grazie a chi mi ha sempre supportato ed apprezzato, a chi ha cambiato idea e a chi no. Perché tutti avete contribuito alla mia crescita professionale e reso un uomo equilibrato nelle valutazioni!”.
Anche per lui è arrivato un comunicato ufficiale ricco di amore e ringraziamenti: “Costanza, determinazione, duttilità ed esperienza lo hanno reso uno dei protagonisti dell’ultimo decennio interista, in cui si è conquistato un posto speciale nel cuore dei tifosi grazie a prestazioni importanti, salvataggi incredibili – indimenticabili quelli nel derby e contro l’Empoli nel 2019 – e un apporto costante in termini di prestazioni e gol – almeno 2 a stagione dal 2015/16 al 2020/21-, per un totale di 21 marcature nerazzurre e 20 assist serviti ai compagni”. E ancora: “Un percorso lungo e ricco di momenti importanti culminato con la conquista di cinque trofei: uno Scudetto, due Coppe Italia e due Supercoppe Italiane. A Danilo vanno i saluti e i ringraziamenti di tutta la Famiglia interista”.
Non è possibile dimenticare neanche Edin Dzeko. Il calciatore bosniaco è stato fondamentale per Inzaghi nelle ultime due stagioni: senza costare tanto, anzi, ha sempre offerto prestazioni di grande quantità e qualità realizzando un buon numero di gol e confermandosi tra i migliori attaccanti di manovra in circolazione. Quando c’era il problema di sostituire Romelu Lukaku, passato al Chelsea per una cifra enorme, l’Inter ha ripiegato sulla sua affidabilità e senza pentimenti. L’ex Roma e Manchester City si è confermato uno dei migliori in assoluto nel suo ruolo come attaccante di manovra, uno di quelli capaci di incidere nelle partite che contano, come ha dimostrato anche quest’anno in Champions League, e soprattutto di fare la differenza della squadra. Ora che la sua carta d’identità non era più così verde dirsi addio sembrava la scelta migliore per tutti e il calciatore ha scelto di iniziare una nuova avventura che gli permettesse di sentirsi ancora una volta protagonista, cosa che all’Inter probabilmente non sarebbe stata più possibile. La sua scadenza di contratto, quindi, si è risolta presto, poco dopo la finale di Champions League, e l’ha portato a vestire la maglia del Fenerbahce dove verrà accolto e apprezzato come merita e come succede solo ai grandi campioni.
La lista di calciatori in uscita dall’Inter, in realtà, non è finita qui, perché la Beneamata ha salutato, questa volta senza grandi rimpianti, Roberto Gagliardini. In alcuni periodi è stato decisamente importante come alternativa di fisicità e copertura a centrocampo, anche perché ha portato quella capacità di inserirsi che nel calcio italiano è sempre fondamentale. Nelle ultime due stagioni, però, il suo apporto si è ridotto notevolmente, tanto da riuscire a giocare ben poco nello scacchiere di Inzaghi e finendo puntualmente nel mirino dei tifosi. La brutta prestazione contro il Napoli e il rosso rimediato già nel primo tempo sono stati il passo d’addio che è ingiusto per un calciatore che comunque ha dato tutto in nerazzurro, anche se non è bastato probabilmente. Dal 1 luglio potrà decidere in autonomia il suo futuro, ma il Monza è già scattato in pole position per assicurarsi il centrocampista e la sensazione è che la chiusura possa arrivare a breve, già nei prossimi giorni.
Intanto, l’Inter l’ha salutato sottolineando la sua importanza anche a dispetto delle critiche: “Arrivato in nerazzurro nel gennaio del 2017 dall’Atalanta, Roberto Gagliardini lascia l’Inter dopo aver collezionato 190 partite, in cui ha realizzato 16 reti. Ha conquistato uno Scudetto, 2 Supercoppe Italiane e 2 Coppe Italia. In quest’ultima stagione ha totalizzato 29 presenze, facendo parte del gruppo che ha alzato al cielo la Supercoppa Italiana, vinta contro il Milan a Riyadh e la Coppa Italia, nel trionfo di Roma contro la Fiorentina. A Gagliardini vanno i saluti e i ringraziamenti di tutta la Famiglia interista”.
Particolare attenzione va posta anche sul futuro di Stefan de Vrij. Del difensore centrale si è parlato tanto anche in passato per i suoi trasferimenti a parametro zero, in particolare quando ha lasciato la Lazio per arrivare a Milano e con un brutta prestazione all’ultima giornata nello scontro diretto tra i club che è valsa di fatto la qualificazione in Champions League dei biancocelesti. Ora all’Inter è più che altro un’alternativa, dato che Francesco Acerbi a suon di ottime prestazioni, gli è passato davanti nelle gerarchie e si è meritato il posto da titolare fisso nel cuore della difesa. La sua affidabilità non è comunque in discussione e la Beneamata vuole farci affidamento anche per il futuro, decisione presa soprattutto dopo aver capito che già in quel ruolo sarebbe partito Skriniar. Per l’ufficializzazione del rinnovo di contratto manca praticamente solo l’annuncio ufficiale. L’olandese firmerà un accordo biennale, quindi fino al 2025, ma con un’opzione per un altro anno. In questa maniera, la Beneamata si è assicurata di poter trattenere un pupillo di Inzaghi e alle condizioni previste, senza strapparsi i capelli.
L’ampio capitolo sul club di Milano termina così, con Marcus Thuram. A proposito di parametri zero e calciatori in scadenza a giugno 2023, l’attaccante era sicuramente una delle occasioni più ghiotte da centrare in questo calciomercato. Sta di fatto che tra PSG e Milan, che da settimane erano in contatto con il suo entourage per assicurarsi le sue prestazioni, l’Inter è ripiombata sul ragazzo che stava cercando di portare a Milano, sponda nerazzurra, da mesi e sfruttando la richiesta più bassa di commissioni da parte del suo entourage ha fatto centro. È chiaro che sarà lui il sostituto naturale di gioco, anche se con caratteristiche un po’ diverse, ma che si sposano alla perfezione con il 3-5-2 del tecnico di Piacenza. Anzi, potrà dare quella profondità, quel gioco verticale e quel talento in dribbling che spesso ai vice campioni d’Europa sono mancati per vincere le partite, in attesa che si capisca anche chi sarà il quarto attaccante, in caso di cessione di Joaquin Correa.
Anche alla Juventus il vento di rivoluzione sta suonando forte da questo punto di vista, anche se con cessioni e acquisti che devono entrare pienamente nel vivo, molto più che per addii a parametro zero. In ogni caso, qualcosa di cui darvi conto c’è e neppure di poco conto visto i nomi in ballo. Il primo della lista per settimane è stato Adrien Rabiot. Il contratto del calciatore francese, come era ormai noto, era in scadenza proprio al 30 giugno 2023, ma la Vecchia Signora a pochi passi dalla deadline finale è riuscita a trattenere un calciatore di vitale importanza nel centrocampo di Massimiliano Allegri. L’ex PSG è quel calciatore che permette all’allenatore livornese di cambiare passo a centrocampo, sa giocare per vie verticali e ha messo nel suo range di alternative un fiuto per il gol che prima era quasi sconosciuto da quelle parti. Il nuovo accordo prevede che il francese resti a Torino almeno fino all’estate del 2024, visto che il prolungamento è stato firmato per un anno solo, in maniera da beneficiare a pieno del Decreto Crescita. Poi le trattative dovranno nuovamente iniziare o forse il calciatore propenderà per accettare le offerte delle big straniere in questo caso, se davvero dovessero arrivare in massa come si attendeva anche quest’anno, ma come non è avvenuto. Restando all’attualità, Rabiot ha firmato il rinnovo per 8 milioni di euro netti l’anno, bonus compresi, e restava l’opzione migliore che ha avuto sul tavolo dopo mesi di attesa.
La fumata bianca è arrivata, quindi, ma non si può dire lo stesso di Juan Cuadrado. Già durante la scorsa stagione si parlava tanto del colombiano e di un futuro che sarebbe potuto continuare lontano da Torino. In realtà, alla fine è arrivato un accordo per un altro anno importante per Allegri che ha sempre visto nell’ex Udinese un’alternativa importante per il suo gioco e per il suo 3-5-2. È vero, come era ampiamente preventivabile, stiamo parlando di un calciatore che ha perso un po’ di smalto nel corso del tempo, non ha più la velocità di un tempo e quella brillantezza che palla al piede è risultata spesso fondamentale per vincere le partite. Allo stesso tempo, ha fatto il suo anche nella stagione appena trascorsa, in cui di fatto è stato ancora l’usato sicuro utilizzato come titolare sulla fascia di destra. In Serie A quest’anno le presenze sono state 31, di cui 24 da titolare con un gol e tre assist a referto, più un’altra rete in Coppa Italia. Il suo contributo, però, è stato piuttosto altalenante, tanto da dare spesso la sensazione di essere arrivato alle ultime cartucce in maglia bianconera. Soprattutto in fase difensiva, ha denunciato più di qualche difficoltà a contenere avversari più fisici o abili nel dribbling, mettendo spesso in crisi tutto il reparto. La sensazione è che ora la cosa giusta fosse cambiare e, infatti, la Juventus è ben presto entrata nell’ordine di idee di sostituirlo con Timothy Weah che dovrebbe prendere proprio il suo posto, anche se con molti più anni davanti e con diverse cose ancora da imparare in quel ruolo. A Cuadrado comunque c’è solo da dire grazie: dopo otto anni giocati con la maglia bianconera è diventato di fatto un simbolo del club. È riuscito a siglare 26 gol e 65 assist in 314 presenze complessive. Uno score veramente importante e che non è da tutti, soprattutto se si considera la società di cui stiamo parlando.
La Juventus, infatti, proprio nella giornata di oggi non ha potuto fare a meno di dedicargli un comunicato ufficiale di saluto, ufficializzando l’addio: “314 volte abbiamo combattuto insieme, vincendo 11 trofei. 26 volte l’abbiamo visto esultare, con il suo ballo inconfondibile. 59 volte è stato lui a regalare la gioia del gol ai compagni. Oggi, dopo un viaggio lungo otto stagioni, è arrivato il momento dei saluti. Juan Cuadrado lascia la Juventus. Sono state otto annate ricche, speciali, indimenticabili. Anno dopo anno, Panita è stato una delle certezze da cui ripartire. In qualsiasi ruolo, con qualsiasi modulo, con qualsiasi numero di maglia sulla schiena”.
E poi il club ha commentato ancora: “Sono state otto annate piene di gioie, di crescita costante e di lavoro quotidiano, ma anche di sorrisi, di energia positiva portata nello spogliatoio e nel nostro mondo, di balli, scherzi ed entusiasmo. Così Juan ha conquistato i tifosi, in un modo unico e speciale, diventando un riferimento in campo e fuori.
Sono state otto annate di dribbling ubriacanti, giocate che stravolgono le partite e a volte anche le stagioni. Impossibile non pensare al gol nel Derby della Mole del 31 ottobre 2015, il suo primo in bianconero e quello che avviò la rimonta fino allo scudetto, dopo un inizio difficilissimo. Sono state otto annate di gol. Quello già citato nel derby, primo dei quattro segnati contro il Toro in carriera, ma come non rievocare i gioielli contro Lione e Inter? O la doppietta contro i nerazzurri nella stagione 2020/21? I momenti indimenticabili sono stati tantissimi e ogni tifoso ha un suo ricordo speciale legato alla sua avventura. Anche quest’anno, all’ultimo ballo, ha saputo dare il suo contributo, collezionando 47 presenze e festeggiando quota 300 in bianconero. Un traguardo che gli ha permesso di entrare ancora di più nella storia della Juventus. Nel suo caso più che mai, però, i numeri raccontano solo una parte di questa storia speciale. Il resto, le emozioni, restano indelebili in ognuno di noi. Grazie di tutto, Panita!”. Il laterale ha risposto con le lacrime e commentando subito: “Storia di un grande amore”. Perché a volte anche le separazioni non bastano a descrivere una passione così grande.
Un altro grande calciatore che ha già salutato i bianconeri è Angel Di Maria. Nel suo caso, dirsi addio dopo solo un anno sembrava la scelta più giusta e più ovvia, tanto che le trattative per far sì che restasse non sono mai veramente decollate. L’argentino, arrivato a Torino dopo una lunga trattativa e dopo l’addio al PSG, doveva essere il grande colpo in grado di innalzare la qualità complessiva della squadra, soprattutto dopo l’addio di Paulo Dybala. Invece, ha vissuto una stagione difficile e sotto diversi punti di vista. All’inizio ha fatto tanta fatica ad avere continuità sul campo, soprattutto a causa di infortuni che hanno limitato fortemente il suo apporto in campo. Nel periodo di grande crisi del sodalizio bianconero, è colato a picco come tutto il gruppo con grandi segnali di nervosismo a referto, ad esempio nel match contro il Monza in Serie A. In molti, inoltre, l’hanno accusato di avere la testa soprattutto al Mondiale da giocare in Qatar con la maglia della sua Argentina, di non tenere più di tanto alla causa e per questo l’amore con i suoi tifosi non è mai realmente sbocciato.
Nella seconda parte di stagione, invece, le cose sono un po’ migliorate. Intanto, perché la tranquillità arrivata dopo la grande vittoria con la sua nazionale l’ha aiutato dal punto di vista psicologico e poi perché ha avuto molta più continuità sul piano fisico proprio quando la squadra di Allegri ha sistemato diversi aspetti negativi sul campo. Certo, le vicende giudiziarie non hanno aiutato ed è rimasta la sensazione forte che Di Maria non fosse per nulla adatto allo stile di gioco del tecnico livornese. Il Fideo si è trovato troppo spesso a giocare lontano dalla porta, a dover ribaltare il campo palla al piede contro un gran numero di avversari ed è riuscito a dare il meglio soprattutto in Europa League, quando gli spazi erano di più e il livello degli avversari non eccezionali, o quando in situazioni di vantaggio l’allenatore ex Milan sbilanciava la squadra inserendo un attaccante in più, spesso Federico Chiesa. Tutto ha portato a un addio che sembrava scontato e che permetterà con ogni probabilità al calciatore di tornare al Benfica, suo club del cuore e che gli ha permesso di iniziare una carriera ad altissimi livelli e in cui ha vinto praticamente tutto. La Juventus, dal canto suo, avrà un forte risparmio dal punto di vista degli ingaggi che male non fa per tentare di mettere a posto il bilancio.
Subito dopo la fine della stagione, l’ex Real Madrid ha comunque voluto lasciare un messaggio sentito al popolo bianconero, nonostante le cose non siano andate per il meglio: “Sono giunto alla fine di una tappa difficile e complicata. Me ne vado con la tranquillità di chi ha dato tutto per aiutare il club a continuare a vincere titoli, ma non è stato possibile. Me ne vado con il sapore amaro di non esserci riuscito ma con la felicità di portare con me molti amici di questo meraviglioso spogliatoio del quale ho fatto parte – ha scritto il Fideo sui suoi profili social -. Grazie a tutti i miei compagni per l’affetto che mi hanno riservato sin dal primo giorno, mi sono sempre sentito come a casa. Un grande saluto a tutti gli Juventini per il loro affetto quotidiano. Un grande abbraccio. Vi porto nel cuore”.
In Italia la lista degli svincolati non finisce qui, ma è comunque piuttosto lunga. Partiamo dai club della Capitale, Roma e Lazio, che sono alle prese o in via di risoluzione con casi importanti per il loro futuro. In primis, i giallorossi che stanno lavorando con sempre più forza per tentare di trattenere Stephan El Shaarawy. L’esterno d’attacco che José Mourinho utilizza sia come laterale di centrocampo a cinque, sia come fantasista dietro la punta si è rivelato un elemento essenziale per permettere al portoghese di attuare il suo gioco. È bravo nell’uno contro uno e in contropiede, soprattutto ha scoperto una fase difensiva che in altre fasi della sua carriera in pochi gli avrebbero riconosciuto. Per questo, nonostante l’interesse di tanti club, in Italia e fuori, la dirigenza ha deciso di blindarlo con un rinnovo di contratto giusto per le prestazioni che ha offerto. Mancano solo i dettagli finali per la firma fino al 2025, poi arriverà anche l’ufficialità che certificherà una permanenza più importante del previsto per lo Special One.
Dall’altra sponda del Tevere sono due i casi che bisogna attenzionare con molta cura, anche se entrambi sono agli sgoccioli finali e avranno un epilogo praticamente opposto. Il primo è quello di Pedro Rodriguez. L’attaccante arrivato a parametro zero dopo l’addio alla Roma e che in biancoceleste è semplicemente essenziale nel 4-3-3 di Maurizio Sarri non è più giovanissimo, ma rappresenta una sicurezza assoluta per il presente, ma anche per il prossimo futuro. La sua duttilità offensiva che lo porta a essere un calciatore capace di svolgere tutti e tre i ruoli dell’attacco è praticamente indispensabile per il club della capitale. In più, in un percorso come quello in Champions League uno come lui che ha vinto praticamente tutto e da protagonista sarà utilissimo per portare anche ai più giovani e inesperti il valore delle partite che la Lazio si troverà a giocare. Per questi motivi, e anche perché la panchina dovrà essere ancora più lunga per far fronte a tutti gli impegni, Claudio Lotito si è deciso ad accelerare il rinnovo dell’attaccante. Ora le parti sono vicine e la sensazione è che la fumata bianca possa arrivare veramente molto presto.
L’ultimo caso nella Capitale è quello di Luka Romero. In questo caso, c’è molto più fastidio – o forse c’è stato – nel senatore di Forza Italia, visto com’è andata la trattativa con l’entourage del calciatore. Quest’anno è entrato un po’ di più, ha iniziato ad assaggiare il campo con più costanza, ma non ha mai dato realmente la sensazione di essere pronto o decisivo, nonostante inizi già a essere nel giro della Nazionale maggiore dell’Argentina. L’unico match in cui ha lasciato il marchio è stato quello contro il Monza che ha deciso con un bel gol. Le parti si sono aggiornate più volte per tentare di rinnovare il contratto, ma in realtà le richieste del calciatore per la firma sono sempre state considerate esagerate e in più i suoi agenti hanno chiesto alcuni milioni di commissioni che hanno fatto saltare il banco. L’addio nella giornata di oggi è praticamente cosa certa, esattamente come il suo trasferimento al Milan che è ormai vicinissimo a chiudere il suo arrivo sulla trequarti.
Sempre in Serie A non si può ignorare quanto successo in casa Milan e che di fatto ha anche scritto la storia del calcio moderno. Dopo l’ultima partita della stagione, Zlatan Ibrahimovic si è presentato sul campo e ha annunciato al mondo di aver deciso di dire addio ala pallone, quello giocato. Un fulmine che non poteva essere del tutto a ciel sereno, visto che lo svedese il campo l’aveva visto ben poco in quella stagione e aveva realizzato solo un gol e per giunta dopo un rigore che aveva inizialmente sbagliato contro l’Udinese e l’arbitro aveva ordinato di ripetere. Staremo a vedere come il bomber deciderà di proseguire la sua carriera, se deciderà di fare il dirigente o se più semplicemente resterà con qualche ruolo nel suo attuale club che non ha mai disdegnato la sua esperienza e l’aiuto che riesce a dare per la crescita dei giovani e di tutta la squadra. Di certo, il suo contratto con il Milan scade oggi e, quindi, nel novero dobbiamo mettercelo, nonostante non sia destinato a sbarcare né a Monza, né in altri lidi, almeno come calciatore.
Uno sguardo va dato anche in casa Torino. I granata avevano due situazioni particolarmente spinose da gestire, anche perché si tratta a tutti gli effetti di titolari che sono stati fondamentali negli ultimi anni e anche per Ivan Juric. Il primo è è Koffi Djidji: l’esperto difensore centrale nato nel 1992 si è legato ai granata ormai da diverse stagioni. La sua fisicità è fondamentale nel cuore della difesa, nonostante non si tratti più di un titolarissimo inamovibile per i piemontesi. Proprio per questa ragione, il club alla fine ha preferito trovare l’accordo e rinnovare il suo contratto fino al 30 giugno 2024. Un altro anno insieme, quindi, e chissà che non possa essere l’occasione giusta per celebrare anche qualche grande risultato in classifica che Urbano Cairo e i suoi ragazzi aspettano da tempo.
È molto diverso, invece, il caso di Ola Aina. Il laterale che ha giocato le ultime quattro stagioni al Torino, a parte una parentesi al Fulham, non ha trovato l’accordo per il rinnovo di contratto e, di conseguenza, è pronto a trovare una nuova destinazione come free agent. Di certo, non si tratta di una notizia facile da preventivare, visto che anche nell’ultima stagione si era rivelato una risorsa particolarmente preziosa per il suo club, scalzando nelle gerarchie anche Wilfred Singo, da tempo nel mirino delle big del nostro campionato e in particolare di Juventus e Milan. Evidentemente, Cairo in quella zona di campo ha intenzione di puntare su altri profili e, infatti, ha investito il tesoretto per il ruolo per prelevare Raoul Bellanova dal Cagliari. Il giovane ex Inter si è messo in evidenza anche nel percorso sfortunato dell’Under 21 in Romania e di sicuro Juric cercherà di puntarci fin da subito per renderlo un calciatore letale in quella zona di campo.
Un altro caso illustre che riguarda la nostra Serie A è sicuramente quello di Roberto Pereyra. Il calciatore argentino ha dimostrato in più occasioni di essere fondamentale per l’Udinese e di avere qualità fuori dal comune sia per il tempo di inserimento, sia per la capacità di gestire il pallone. Grazie alla sua facilità di corsa, è stato schierato più volte anche da esterno puro di centrocampo a tutta fascia. A questo punto della sua carriera, però, ha tutta l’intenzione di uscire dalla sua zona di comfort, l’Udinese appunto, e di misurarsi con una nuova sfida in una big. Il club friulano, infatti, non è riuscito a rinnovare il suo contratto in scadenza proprio oggi, almeno per il momento. Chissà che nel prossimo futuro non possa arrivare la chiamata di una tra Inter e Roma o magari ci sarà qualche sorpresa dall’estero.
Altri due casi sono pronti ad animare il calciomercato del Bel Paese nelle prossime settimane. Il primo è quello di Roberto Soriano. Nello scacchiere quasi perfetto di Thiago Motta il centrocampista naturalizzato italiano ha avuto grandi difficoltà a confermare la sua centralità nel gioco. Il tecnico ha preferito dare maggiore spazio ad altri interpreti funzionali alla sua idea di pallone, pur non nascondendo l’importanza, anche nello spogliatoio, dell’ex Sampdoria. Di rinnovo di contratto, però, non se n’è vista neppure l’ombra, ma la trattativa non è neanche saltata. Vedremo se quest’incertezza nei prossimi giorni si trasformerà in messaggi decisivi in un senso o nell’altro, ma di certo il Bologna non può privarsi di lui a cuor leggero.
Esattamente come la Fiorentina di Riccardo Saponara. Nelle continue rotazioni di Vincenzo Italiano nell’ultima stagione, il calciatore ex Milan ha avuto un ruolo importante: spesso è subentrato e ha acceso la luce sulla trequarti, specialmente quando il tecnico si è deciso a passare stabilmente dal 4-3-3 al 4-2-3-1. Lì dietro la punta, ma anche decentrato verso sinistra, ha avuto la possibilità di offrire ottime prestazione, ma la Fiorentina ha deciso comunque di non rinnovare il suo contratto in scadenza e l’ha anche comunicato al ragazzo. Una scelta che probabilmente affonda le radici nell’abbondanza della Viola in quella precisa posizione di campo. In estate, inoltre, la società toscana sta anche cercando diversi calciatori e, quindi, ha bisogno di un ricambio offensivo per centrare gli obiettivi stagionali. Saponara inevitabilmente ne è rimasto fuori.
I casi squisitamente italiani li abbiamo analizzati tutti, ma sulla scena internazionale i rebus non sono o non sono stati da meno. La situazione può intricata da sciogliere l’ha avuta di sicuro il Real Madrid. I Blancos si sono presentati a giugno, e quindi, a meno di un mese dalla scadenza ufficiale dei contratti con alcuni dei suoi calciatori maggiormente rappresentativi in bilico. In alcuni casi, si è scelto di proseguire insieme, in altri la strada è stata quella della separazione e di addii particolarmente dolorosi anche per i tifosi. Pensate a quanto successo con Karim Benzema. Il bomber francese che ha vestito la maglia dei Blancos per addirittura 14 anni e ha firmato alcuni dei maggiori trionfi del club in Europa e nel mondo ha scelto di non rinnovare il suo contratto con le Merengues e, di conseguenza, di cedere alla corte proveniente dall’Arabia Saudita, dove l’Al-Ittihad l’ha sommerso di soldi fino al 2026.
Il destino di Marco Asensio sarà diverso, ma anche lui dopo tanti anni da protagonista in Blanco è arrivato alla scadenza ufficiale del suo contratto. Lo spagnolo ha tutta l’intenzione di trovare un’opportunità in cui possa essere titolare e dare sfogo alle sue grandi qualità. Il PSG che ha perso Lionel Messi (ma ora ci arriviamo) e cerca anche una punta sembra essere in assoluta pole position per assicurarsi le sue prestazioni. E non sarebbe per nulla un colpo banale. Altri due nomi il cui futuro è stato in bilico fino a qualche giorno fa sono Luka Modric e Toni Kroos. Non due qualsiasi, anzi calciatori che sono riusciti a scrivere la storia del loro club e a disegnare probabilmente il centrocampo più forte della loro generazione. Anche dopo una stagione che ha portato solo la Copa del Rey, e per il Real Madrid è quasi un fallimento, Carlo Ancelotti e la dirigenza delle Merengues hanno optato per trattenerli in Spagna e a Madrid. Per quanto riguarda il croato, si è anche parlato a lungo di un’offerta astronomica proveniente dall’Arabia Saudita, ma lui ha rispedito tutte le avances al mittente. Per loro la fumata bianca è già arrivata e sono certi di restare ancora nella capitale spagnola, almeno per il prossimo futuro.
La loro scelta è stata la stessa di Nacho Fernandez e Dani Ceballos. Entrambi sono considerati da molti nomi minori, ma in realtà soprattutto il difensore è stato decisivo per il destino e i trionfi del club di Florentino Perez. Se n’è parlato tanto anche in Italia e nell’ottica di un possibile trasferimento all’Inter, che poi ha virato su Cesar Azpilicueta. Il suo amore per il Madrid, anche se non riuscirà sempre ad avere un posto da titolare fisso, alla fine ha avuto la meglio. Il centrocampista, invece, avrebbe desiderato maggiore continuità in campo e questo è sicuro, ma anche per lui è arrivato un accordo per il rinnovo che a un certo punto sembrava insperato. Giusto così, anche perché Ancelotti lo apprezza e sicuramente troverà il modo di dargli il giusto spazio.
E così arriviamo direttamente al PSG e a un calciatore che, però, fino a qualche tempo fa, continuava a scrivere la storia del Real. Parliamo ovviamente di Sergio Ramos che ovviamente qualcosa di buono l’ha fatto anche in Francia e con il club campione dell’ultima Ligue 1. La sua esperienza lì, però, ora è giunta al termine, ma lui sa ancora di poter essere decisivo e non sembra avere alcuna intenzione di appendere gli scarpini al chiodo. Per lui restano in piedi due opportunità: lo sbarco in Arabia Saudita a suon di milioni, nel caso in cui arrivasse l’offerta giusta, o la Mls dove cambierebbe totalmente stile di vita, ma, se lo conosciamo potrebbe ben presto entrarci in sintonia.
Proprio quest’ultima scelta è quella che ha preso probabilmente il miglior calciatore della storia, Lionel Messi. La Pulce era arrivato palesemente alla fine della sua avventura con la maglia del PSG e nel peggiore dei modi, tra i fischi che proprio non si meritava da parte del pubblico francese e dopo la fine di un Mondiale vissuto da protagonista e con la vittoria finale che l’ha posto nell’olimpo del calcio al fianco di un certo Diego Armando Maradona. L’attaccante ha spinto a lungo per far sì di tornare al Barcellona, ma non ci sono mai state davvero le condizioni economiche per far decollare l’affare. A malincuore il calciatore ha dovuto prenderne atto, dichiarare l’infattibilità dell’operazione e alla fine partire con direzione Mls, dove ha accettato l’offerta dell’Inter Miami. Non è stato l’unico a prendere questa decisione, dato che l’ha raggiunto ben presto un compagno di mille battaglie come Sergio Busquets. Il suo contratto con i blaugrana era in scadenza il 30 giugno, ma lui si è mosso in anticipo e ha deciso il suo futuro.
Il club di Laporta comunque non si è fatto trovare impreparato e ha sostituito il mediano che ha fatto la storia del club con un altro calciatore di assoluto valore come Ilkay Gundogan. Il tedesco ha fatto le fortune del Manchester City nell’ultimo anno: ha segnato una doppietta decisiva in finale di coppa contro il Manchester United, in un derby dall’alto carico emotivo, e ha fatto bene anche in finale di Champions League contro l’Inter. Lasciare con il treble è stata un’emozione unica, ma ora lo attende il Barcellona dove cercherà di continuare a vincere.
Un altro nome importante che potrebbe ancora fare bene in Europa, ma probabilmente potrebbe dire addio al Vecchio Continente, è quello di Roberto Firmino. L’attaccante ha salutato il Liverpool in una vera e propria ovazione da parte del pubblico che l’ha amato in maniera autentica. Lui ha contraccambiato con una serie di ottime prestazioni e con gol storici anche per la vittoria della Premier League e per il percorso in Champions League. Ora è il momento di dirsi addio, o forse arrivederci, ma con l’Arabia Saudita che di fatto gli regalerà un’altra fase di carriera in cui continuare a brillare e a vincere. Esattamente quello che spera anche Raphael Guerreiro. Anche dell’esterno mancino si è parlato tanto in ottica italiana, con Inter e Juventus pronte ad approfittarne. Il Bayern Monaco, però, ha anticipato tutti e si è portato a casa un calciatore di grande qualità e con esperienza internazionale. Infine, ma non per importanza, attenzione a due nomi che interessano non poco il mercato italiano. Daichi Kamada è oggi in scadenza con l’Eintracht Francoforte, sembrava avere l’accordo con il Milan, ma i rossoneri, dopo l’addio di Paolo Maldini e Frederic Massara l’operazione si è rallentata fino ad arenarsi. Vedremo se altri club si inseriranno nel prossimo futuro. Una menzione speciale c’è anche per Wilfried Zaha: l’esterno d’attacco ha concluso il suo contratto con il Crystal Palace e ora alcuni in Italia potrebbero pensarci. La Roma, che ha chiuso l’acquisto di Evan Ndicka, anche lui in scadenza con l’Eintracht Francoforte, potrebbe seriamente prendere quest’ipotesi in considerazione.
Attenzione, infine, anche al futuro di Adama Traorè: il laterale offensivo del Wolverhampton non ha rinnovato il contratto con il club inglese e ora è pronto a una nuova sfida. La sua carriera potrebbe proseguire in Italia, neanche a dirlo. Il Milan cerca un profilo proprio con quelle caratteristiche ed è intrigato dal suo profilo, anche perché è capace di abbinare la tecnica a una potenza fisica fuori dal comune. Un nuovo Rafael Leao, ma mancino e che ama giocare dall’altra parte del campo e che potrebbe fare la differenza nel breve e nel lungo. Proprio per questo, c’è da tenere in considerazione anche la concorrenza della Roma.
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