The Last Of Us si apre con un episodio particolarmente lungo ma necessario per poter introdurre sin da subito gli spettatori nel vivo del racconto. È andato in onda in lingua originale e sottotitolato alle ore 3 del mattino, in contemporanea con gli Stati Uniti, del 16 gennaio 2023 in esclusiva su Sky.
Il primo episodio ha mostrato solo l’inizio dell’eccellente lavoro svolto da Craig Mazin e Neil Druckmann che sono stati in grado di adattare un prodotto videoludico, ovvero il videogioco cult Naughty Dog, a un prodotto audiovisivo. Ma adesso parliamo di come hanno scelto di farlo gli sceneggiatori all’interno della seconda puntata della serie con una breve recensione.
Il secondo episodio di The Last Of Us è andato in onda su Sky Atlantic alle ore 3 del mattino in contemporanea con gli Stati Uniti, in versione originale e sottotitolato. La versione doppiata arriverà il 30 gennaio. L’alternarsi di rumori e silenzi, il perfetto equilibrio fra i tre protagonisti, inquadrature e luci: la puntata, diretta da Neil Druckmann, fa continuare il viaggio intrapreso da Ellie fra gli jump scares. Sono tutte caratteristiche di un buon horror e Neil Druckmann lo sa perfettamente, l’udito in questo episodio arriva prima rispetto alla vista, lo spavento lo costruisce l’attesa.
Il regista ha un grande pregio, ovvero quello di non essere troppo attaccato alla sua opera originale, ha la capacità di rileggerla dopo 10 anni e capire cosa realmente funziona così com’è e cosa invece bisogna cambiare per dare una nuova vita alla sua creatura sul piccolo schermo. Anche questa volta l’episodio si apre con un flashback, un salto di vent’anni nel passato, dove si vede collocato l’inizio della pandemia in quel di Giacarta che è stata brevemente citata all’interno di un dialogo nel primo episodio.
Aldilà del prologo, il resto della puntata sostanzialmente è incentrata su tre protagonisti, Pedro Pascal, Bella Ramsay e Anna Torv rispettivamente nella serie Joel, Ellie e Tess. Sono loro tre al centro della scena, letteralmente gli ultimi di noi durante tutto l’episodio, in viaggio per riuscire a portare alle Luci Ellie. Perché è lei che custodisce, probabilmente, l’ultima briciola di speranza per l’umanità, l’ultima occasione di vincere che la nostra specie, da quando la pandemia è scoppiata, ha avuto. E ciò ce l’hanno rivelato tramite un equilibrio perfetto fra i tre attori protagonisti dell’episodio, colorato all’interno di una fotografia che vede una lama di luce che taglia in due la stanza lasciando all’ombra Joel e Tess ed illuminando Ellie.
In questo episodio la tensione dialettica ed emotiva è decisamente palpabile, il confronto è particolarmente acceso e nonostante lo scetticismo e il cinismo di Joel sembrano essere inattaccabili, Tess e i suoi occhi iniziano ad illuminarsi di una speranza nuova. É evidente la scelta di porre Ellie al centro di tutto e si nota dalle inquadrature che la incorniciano fra gli altri due compagni di viaggio che sono invece adulti e sempre ripresi di spalle. In questa puntata Druckmann si autocita un po’ tramite le scene che sono ambientate in hotel o al museo, non sono mai però copie identiche del videogioco ma riescono comunque ad evocarlo restandone al contempo distaccate; vediamo Ellie prima che non sa nuotare, poi che gioca in un hotel di lusso a fare la concierge e poi ancora che inizia poco a poco a scoprire l’orrore della morte.
Poi arrivano i clicker, costruiti magnificamente con il trucco prostatico, solidi e concreti ma anche inquietanti con il loro ticchettio ecolocalizzatore, le urla e i rantoli. Perciò nella puntata l’azione si è presa il suo spazio, è presente in misura necessaria e senza esagerare per costruire un racconto che ha il suo centro collocato da tutt’altra parte: in rapporti umani e nella loro sopravvivenza. In più è propedeutica per il finale della puntata che chiude perfettamente un capitolo per poco poi aprirne uno nuovo. Una pausa narrativa traumatica ma importante per farsi che il viaggio prosegua on the road nel bel mezzo di ciò che ne resta degli Stati Uniti che sono stati devastati a causa di un fungo.
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