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In attesa di scoprire chi vincerà The Voice Of Italy 2018, NanoPress intervista Cristina Scabbia, unico coach donna di questa quinta edizione. Sebbene, fino a qualche mese fa, fosse poco conosciuta al popolo italiano, la Scabbia è la voce dei Lacuna Coil, band metal attiva dalla metà degli anni ’90 e famosa in tutto il mondo. Puntata dopo puntata, ha saputo conquistare i telespettatori e a far emergere anche il proprio lato umano; e in merito al suo percorso all’interno del programma, dice: ‘Ho imparato tantissimo, spero di aver lasciato qualcosa’.
Un bilancio di questa edizione di The Voice nei panni di coach.
Il bilancio è meraviglioso. E’ quasi finita, ma non mi sembra vero, sembra ieri quando sono arrivata in questo studio per la prima volta. Sono stata benissimo, sono felicissima delle persone che ho scelto per il Team Cristina, sono felice di Andrea (Butturini, ndr), la persona che ho deciso di portare in finale. Tutto sommato sono estremamente felice e soddisfatta.
Quindi anche di aver accettato questa nuova sfida?
Sì, assolutamente. Penso che la cosa migliore per esprimere un parere completo sia entrare nei meccanismi e conoscere ogni singolo dettaglio di quello di cui tanti parlano, ma non sanno. Io ho avuto l’opportunità di farlo.
All’inizio di The Voice sei stata oggetto di critiche sui social, forse perché in Italia non ti conoscevano ancora. Come hai reagito?
Facendo questo lavoro da vent’anni sono abituata al fatto che ci sarà sempre qualcuno che avrà un parere diverso dal tuo, che avrà un’opinione su di te anche senza conoscerti e senza sapere quello che fai. In realtà, devo ritenermi soddisfatta perché la critica più grande che è stata fatta all’inizio, al di là di quelli che storcevano un po’ il naso, era ‘chi è Cristina Scabbia?’, ma non è una critica, perché mi rendo conto che in Italia il genere metal non sia diffuso come in altri Paesi. Mi aspettavo una cosa del genere, però ho visto che tantissimi si sono ricreduti, hanno imparato a conoscermi, ad apprezzarmi, insomma, sono felice di questo.
In conferenza stampa hai detto che questo è un mondo che ti può anche mangiare. Hai rischiato di essere fagocitata all’inizio della carriera?
Non ho rischiato nel senso che ero già un po’ preparata psicologicamente, però mi rendo conto che bisogna essere delle persone molto equilibrate, molto stabili, bisogna capire fin dall’inizio che le cose si fanno piano piano e che non bisogna aspettare il successo immediato. Se il successo immediato arriva, comunque bisogna ricordarsi da dove si viene, bisogna tenere i piedi ben piantati per terra, perché in questo mondo, come in tanti altri, si può essere alle stelle un giorno e il giorno dopo si può essere alle stalle. C’è bisogno di molto equilibrio mentale e (bisogna, ndr) capire che suonare è bello, cantare è meraviglioso, io ho la fortuna di farlo come lavoro, però le cose veramente fondamentali nella vita sono altre e l’equilibrio psichico è una di queste.
Hai anche detto che se si usano filtri la verità non arriva.
Sì, perché molto spesso si cerca di fare arrivare qualcosa che non si è, si cerca di compiacere gli altri, di adattarsi a quello che gli altri vorrebbero da te. Invece da sempre sono stata convinta che la verità vince sempre, nel bene e nel male, che bisogna essere se stessi, anche con le proprie goffaggini, insicurezze, bellezze o brutture, non è importante. L’importante è essere veri e far vedere quello che si è davvero.
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