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Theresa May è ufficialmente la nuova premier britannica. Il passaggio di consegne con David Cameron è avvenuto nel pieno rispetto delle tradizioni, con tanto di baciamano alla Regina Elisabetta II; meno tradizionale invece è stata la scelta dei ministri del nuovo governo britannico. La May ha spiazzato avversari interni ed esterni al partito: da una parte ha dichiarato di voler essere il premier che riunirà il paese, di mettere al centro delle sue politiche la “ordinary working-class family“, di combattere le “brucianti ingiustizie” del sistema di redistribuzione della ricchezza, guardando al centro e dando un colpo pesante ai laburisti, già in crisi. Dall’altra ha virato decisamente a destra chiamando Boris Johnson agli Esteri, insieme ad altri nomi noti dell’ala più conservatrice dei tories. Una sorta di centrodestra all’inglese per la nuova premier. “Il mio governo non sarà guidato dagli interessi di pochi privilegiati ma al vostro. Faremo tutto il possibile per darvi un maggior controllo sulla vostra vita“, ha dichiarato nel suo primo discorso da Prime Minister, riferendosi al “cittadino inglese”. Conosciamo meglio i nuovi ministri del governo May.
Iniziamo dal ministero più importante, quello del Tesoro. La nomina è andata a Philip Hammond, ex ministro degli Esteri, che passa a cancelliere dello Scacchiere (l’equivalente del nostro ministero del Tesoro). Hammond prende il posto di George Osborne, fedelissimo di David Cameron e soprattutto alfiere della politica di austerità che ha colpito diversi settori della società britannica, a partire dalla sanità pubblica. Osborne è così fuori dal governo dopo aver rivestito il ruolo di cancelliere dal 2010 ed essere stato additato più volte in passato come il futuro inquilino del 10 di Downing Street.
Amber Rudd, ex ministra dell’Energia, è stata scelta per il ministero che fu della May, quello degli Interni, ma la vera sorpresa è la nomina di Boris Johnson a ministro degli Esteri. Il leader della campagna per il Leave, che in passato ha fatto non poche gaffe, e che nessuo pensava di vedere nel gabinetto della neo premier, voce del Remain. All’ex sindaco di Londra è arrivata la telefonata di congratulazione del collega statunitense, John Kerry.
Restando in tema Brexit, la May ha creato un nuovo ministero apposito che dovrà guidare il paese nelle trattative per l’uscita dall’UE: la scelta è caduta su David Davis, nome storico dei Tories, euroscettico e sostenitore del Leave, che sarà il Segretario di Stato per la Brexit. Nessun incarico per Michael Gove, uno dei candidati alla guida del partito e uomo vicinissimo all’ex premier: al suo posto alla Giustizia arriva Liz Truss, già ministra dell’Ambiente.
La May ha premiato un’altra sua fedelissima, Justine Greening, che passa dal ministero senza portafogli per lo Sviluppo Internazionale al dicastero dell’Istruzione al posto di Nicky Morgan, mentre alla Salute rimane Jeremy Hunt. Confermato anche Liam Fox al commercio con l’estero così come Michael Fallon alla Difesa.
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