Grave lutto per i Radiohead e soprattutto per il cantante Thom Yorke: l’ex moglie Rachel Owen è morta a soli 48 anni dopo una lunga battaglia contro il cancro. Il decesso della donna, che aveva vissuto con il cantante della band di Oxford per ben 23 anni, dal 1992 al 2015, è avvenuto domenica scorsa, 18 dicembre 2016, ma la notizia si è diffusa soltanto nelle ultime ore. Rachel Owen lascia due figli, Noah di 15 anni e Agnes Mair di 12, avuti entrambi da Yorke ai tempi della loro felice relazione.
Thom Yorke e Rachel Owen si erano separati lo scorso anno, mantenendo però ottimi rapporti: ‘Rachel e io ci siamo separati’, aveva annunciato il cantante dei Radiohead attraverso una nota ufficiale, ‘Dopo 23 anni estremamente creativi e felici, per svariate ragioni le nostre vie si sono divise in maniera del tutto amichevole‘. Yorke aveva parlato molto della relazione con l’ex moglie (e della sua fine) nell’ultimo album dei Radiohead, A Moon Shaped Pool.
La storia tra Thom e Rachel aveva radici profondissime essendo nata sui banchi dell’Università di Exeter, che entrambi frequentavano per studiare letteratura inglese e belle arti. Yorke avrebbe poi abbandonato gli studi per dedicarsi completamente alla carriera di musicista, mentre la Owen, dopo la laurea e una breve parentesi italiana per frequentare l’Accademia delle Belle Arti di Firenze, aveva terminato un dottorato di ricerca all’Università di Londra sulle illustrazioni degli antichi manoscritti della Divina Commedia di Dante Alighieri.
Attualmente Rachel Owen era lettrice per la materia di lingua italiana al Pembroke College dell’Università di Oxford, che proprio stamane ha pubblicato sul proprio sito internet un messaggio di cordoglio nel quale si legge che la salute della donna era molto peggiorata nel corso dell’ultimo anno, ma nonostante tutto aveva continuato a insegnare quasi fino all’ultimo, allestendo anche una mostra di opere ispirate ai canti dell’opera dantesca.
Qualche anno fa, intervistata da Repubblica per ricordare il periodo trascorso a Firenze, Rachel Owen aveva raccontato di aver vissuto al Poggetto in un appartamento in condivisione con altri due studenti: ‘Fu interessante calarsi in una comunità dove non c’erano giovani stranieri, che invece, almeno a quei tempi, erano tutti concentrati nel centro di Firenze. Per il quartiere io e i miei coinquilini eravamo qualcosa di strambo e di esotico: quando qualche abito si staccava dal filo dove tendevamo i panni per un colpo di vento, gli abitanti del Poggetto sapevano a quale appartamento riportarli, anche se si posava ad un chilometro di distanza dal nostro palazzo’.