Questa sera la Lazio affronterà lo Sparta Praga per il ritorno degli Ottavi di Finale di Europa League e per l’occasione i tifosi biancocelesti si sono presentati vicino al Colosseo, il più grande simbolo della storia di Roma, e con un flash mob, mostrando uno striscione con scritto: “We Love S.S. Lazio 1900 – We Fight Racism”.
L’iniziativa di alcuni tifosi laziali è stata mostrata attraverso alcuni volantini che sono stati distribuiti a tutti i passanti che si aggiravano nei pressi del centro di Roma. Lo slogan “We Love S.S. Lazio 1900 – We Fight Racism” è stato spiegato direttamente da alcuni organizzatori del flash mob che hanno ci spiegato l’iniziativa: “Siamo tifose e tifosi della Lazio, tifosi comuni, normali, non facciamo parte di nessun gruppo organizzato. Siamo qui spinti soltanto dall’amore per questi colori e per la storia di questa maglia, negli ultimi tempi troppo spesso macchiata da comportamenti razzisti di una minoranza, che sta danneggiando la Lazio stessa e tutti i suoi tifosi. Nel nome di questi principi, oggi, torniamo nel cuore della capitale, per ribadire il nostro amore per la Lazio, convinti che non ci sia nessuno spazio per la discriminazione e il razzismo“.
Troppo spesso il calcio, e non solo, si è trasformato in un palcoscenico di una società retrograda e razzista e troppo spesso ci siamo trovati di fronte a scene deprecabili e orribili: dal lancio di banane in campo, fino ai fischi o ai “buu”. L’ultima scena è capitata nell’incontro tra Lazio e Napoli quando il difensore centrale della squadra partenopea è stato preso di mira da alcuni “tifosi” (che in realtà sono tutto meno che tifosi) laziali. Nel fatto specifico l’arbitro Irrati ha sospeso per qualche minuto il match, intimando il termine della gara per cori razzisti.
Il flash mob dei tifosi biancocelesti deve essere preso come esempio dalle altre tifosorie. Il tiso, il supporto ma anche lo sfottò sono parte dello sport, vanno bene, ma non bisogno mai sfociare nell’insulto inutile, banale ed ignorante.