Al Senato statunitense è stato presentato un disegno di legge per vietare l’uso di TikTok negli Stati Uniti.
Continua la rivolta oltreoceano contro TikTok. È stata, infatti, depositata una proposta di legge per “bloccare e proibire” il social cinese. Secondo quanto riportato dalla Cnn, il senatore Marco Rubio, principale repubblicano della commissione intelligence del Senato, avrebbe fatto tale proposta.
Bandire TikTok mediante un’apposita proposta di legge, che è stata elaborata e proposta negli Stato Uniti al fine di bandire l’app cinese.
Nel dettaglio, la proposta di legge mira a vietare tutti i social network – con almeno un milione di utenti mensili – e la cui sede si trova in un paese nemico degli Stati Uniti o sotto la “sostanziale influenza” di tale nazione.
Gli obiettivi diretti includono Cina, Russia, Iran, Corea del Nord, Cuba e Venezuela. Il testo designa chiaramente TikTok e la sua società madre, ByteDance, come interessate dal disegno di legge.
In una dichiarazione, Marco Rubio trasmette le preoccupazioni americane nei confronti del social network. Gli Stati Uniti temono da diversi mesi che i dati dell’app possano essere consultati o utilizzati dalle autorità cinesi.
Da parte sua, anche il rappresentante repubblicano del Wisconsin, Mike Gallagher, appoggia il testo e non usa mezzi termini. Secondo lui, “TikTok è un fentanyl digitale” e che sviluppa dipendenza negli utenti americani, raccogliendo, nel contempo, le loro informazioni.
Conservatore, Marco Rubio chiede anche alle autorità federali di fermare “trattative senza senso” con questa “compagnia fantoccio del Pcc (Partito comunista cinese, ndr)” .
Questa nuova offensiva contro il social network è la logica continuazione delle sanzioni già emanate da molti stati americani. Diversi governatori repubblicani, infatti, hanno istituito regole ferree per vietare l’uso e l’installazione del social network sui telefoni statali.
Questo disegno di legge dopo le dichiarazioni del direttore dell’FBI, Chris Wray. Un dirottamento dell’applicazione da parte di Pechino che potrebbe “manipolarne il contenuto e, se lo desidera, utilizzarlo per operazioni di influenza“, ha spiegato.
Poco dopo queste dichiarazioni, il procuratore dell’Indiana ha presentato due denunce contro TikTok in merito alla sicurezza dei dati e alle raccomandazioni sugli algoritmi.
TikTok, ancora in trattativa con gli Stati Uniti per trovare un accordo adeguato, castiga queste pressioni sul dibattito nazionale, definendo questo accanimento contro il proprio social network come un “divieto politicamente motivato“, secondo quanto affermato da Hilary McQuaide, portavoce di TikTok, in un comunicato stampa trasmesso dalla CNN.
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