Tira il neonato podalico e lo decapita durante il parto

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La dottoressa Vaishnavy Laxman è stata denunciata da una giovane mamma con l’accusa di aver causato la morte del suo piccolo durante il parto. L’ostetrica, che avrebbe dovuto eseguire un cesareo, ha invece cambiato idea e procedura, provando a far nascere il bebè in maniera naturale. Cosa che non sarebbe stata possibile per diversi fattori, prima di tutto la rottura delle acque era avvenuta in anticipo e non vi era la necessaria dilatazione e poi, soprattutto, perché il feto era in posizione podalica. La dottoressa ha quindi proceduto a far nascere il bambino tirandolo dai piedi, provocando il distacco della testa del neonato, rimasto nel ventre della madre, che è stata poi sì sottoposta a cesareo per la sua asportazione.

Lo shock di quanto accaduto al Ninewells Hospital, a Dundee, in Scozia ha scosso non solo la famiglia del piccolo sfortunato ma di tutta la Gran Bretagna.

Il tragico evento risale al 16 marzo del 2014, la donna doveva partorire alla 25esima settimana a causa di una rottura anticipata delle acque.

La dottoressa Vaishnavy Laxman avrebbe dovuto eseguire un ‘semplice’ cesareo d’emergenza per permettere la nascita di un bimbo prematuro che si trovava in posizione podalica.

Invece, senza avvisare nemmeno la madre, ha deciso di cambiare procedura e provare a far nascere il bebé con parto naturale, nonostante non ci fosse nemmeno una dilatazione da poter definire sufficiente (tre centimetri invece dei dieci necessari). Un’azione assurda visto i rischi che correva il feto, già fragile perché prematuro.

Ovviamente, come si poteva facilmente immaginare, la procedura ha portato alla morte del bimbo, che difatti non è nemmeno nato, dato che è stato letteralmente decapitato prima di vedere la luce. La testolina del feto è rimasta nel corpo della mamma, che solo a quel punto è stata sottoposta a cesareo per recuperarla dal ventre materno. Il capo è poi stato ricucito al busto del bebé per i funerali.

Un dramma che in questi giorni sta tornando alla ribalta dato che si è aperto il processo nei confronti della Laxman presso il Medical Practitioners Tribunal Service di Manchester.

La dottoressa ha ammesso di essere “molto dispiaciuta” per l’incidente, e di avere agito pensando di fare bene e di far nascere quanto più velocemente possibile il piccolo.

Il punto è che avrebbero dovuto provare a far nascere il piccolo con un cesareo, anche senza anestesia generale, anche se il tempo a disposizione era molto poco. Il bambino aveva un battito cardiaco lento, ma non era morto. Si poteva tentare. Invece Laxman ha sperato di riuscire a far venire alla luce il piccolo con un parto vaginale, che invece si è rivelata una scelta infausta e tragica.

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