Il sommergibile robot Victor 6000 ha raggiunto il fondale a quota 4000 metri, ma le ore di autonomia d’aria degli occupanti del Titan sono finite. Le speranze di trovare i 5 occupanti del mezzo ancora in vita sono ormai ridotte al lumicino, ma le ricerche proseguono inesorabili e si stanno estendendo su un’area più grande di quella della Sicilia. Ieri le squadre di ricerca avevano captato dei rumori provenire dal fondo del mare, pur non riuscendo a localizzare la zona di preciso. Per l’esperto David Gallo, ci vorrebbe “solo un miracolo” per recuperare i 5, considerando che Victor 6000 ci impiegherebbe ulteriori 2 ore a risalire una volta trovato e agganciatolo.
Victor 6000, il sommergibile robot inviato nelle profondità degli abissi per cercare e recuperare il Titan, è arrivato sul fondale, a 4.000 metri di profondità, e ha iniziato le operazioni di ricerca. Si tratta di un modello comandato dalla nave pilota in superficie, in cui non è previsto equipaggio umano. Le 96 ore di autonomia d’aria dei 5 occupanti del mezzo di OceanGate sono tuttavia terminate, e stando agli esperti, le speranze di trovarli ancora in vita sono pressoché nulle. A bordo dell’imbarcazione lunga circa 7 metri, il pilota Paul-Henri Nargeolet, i miliardari Hamish Harding e Shahzada Dawood con il figlio Suleman di 19 anni e il CEO di OceanGate Stockton Rush.
Sono ridotte all’osso, le speranze di trovare ancora in vita i 5 componenti del Titan, il minisommergibile per esplorazioni turistiche della OceanGate, e sono riposte tutte in Victor 6000, robot in grado di arrivare fino a 6000 metri di profondità, comandato da una nave pilota. Sfortunatamente, però, stando ai calcoli, le 96 ore di autonomia d’aria dei 5 sarebbero terminate poco dopo le 13, ora italiana.
A trasportare il robot nella zona delle ricerche, la nave francese Atlante. Victor 6000 è munito di bracci controllati a distanza che possono tagliare e liberare imbarcazioni bloccate, inoltre sarebbe in grado di agganciarla alla nave pilota per trasportarla in superficie, ma ci vuole del tempo, almeno 2 ore, stando alle stime, per la risalita.
All’interno del Titan si trovano il pilota francese Paul-Henri Nargeolet, Stockton Rush, CEO proprio della OceanGate, il miliardario ed esploratore Hamish Harding, che aveva preso parte l’anno scorso al quinto volo commerciale nello spazio con la Blue Origin di Jeff Bezos, e Shahzada Dawood, amministratore del SETI Institute in California assieme al figlio di 19 anni Suleman.
Ora per il gruppo, l’ossigeno sarebbe terminato: “La mancanza di ossigeno paradossalmente non è lo scenario peggiore: determinante per le dinamiche di fine vita è se si esaurisca l’ossigeno o aumenti troppo l’anidride carbonica (CO2)” ha spiegato il professore di Fisiologia all’università di Bologna Matteo Cerri, intervistato dal Corriere della Sera.
“Un aumento eccessivo di CO2 rispetto all’ossigeno peggiorerebbe la situazione psicologica causando panico e un senso di soffocamento angosciante nel momento finale, perché l’aumento della CO2 viene percepito dal nostro cervello con un segnale estremamente ansiogeno ed è il motivo per cui si scatena la paura” ha aggiunto, spiegando cosa possano aver provato o siano in procinto di provare i 5.
Ciascun partecipante al viaggio ha pagato circa 250.000 euro per immergersi nelle profondità del mare e ammirare da vicino il relitto del Titanic. Ognuno di loro, inoltre, ha dovuto firmare una liberatoria circa eventuali rischi che avrebbero potuto incontrare.
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