Tiziana Cantone si è suicidata a 31 anni, dopo essere stata umiliata e costretta a fuggire da se stessa.
Ieri sera la ragazza si è impiccata con un foulard. La 31enne della provincia di Napoli aveva girato dei video hot poi finiti a sua insaputa in rete. Quei filmati avevano fatto il giro del web ed erano divenuti virali tanto che la 31enne era finita sulla gogna mediatica dei social.
I fatti: due anni fa, all’età di 29 anni, Tiziana Cantone aveva girato un video hot insieme a un amico, pare, per fare un dispetto al fidanzato. Poi aveva condiviso quel video con altri cinque amici. Uno di loro ha tradito la sua fiducia e ha diffuso il video in rete. In poche settimane i social, YouTube, forum e blog sono stati inondati di insulti e dileggi ai danni della ragazza. Anche i giornali online del sottobosco web si sono occupati di lei, andando a pescare nel torbido. In poco tempo la frase pronunciata da Tiziana nel video è diventata un tormentone: “Stai facendo un video? Bravo!”
La vita di Tiziana da un anno e mezzo era diventata un inferno, la donna è stata insultata e derisa e travolta da quel circolo che inconsapevole degli effetti genera dei facili giudizi da chi si nasconde dietro una tastiera. La ragazza aveva cambiato comune di residenza e identità trasferendosi in Toscana e sperando di non essere più riconosciuta. Costretta anche ad allontanarsi dal lavoro e trasferirsi fuori dalla Campania per provare a cambiare vita. Quando è tornata in provincia di Napoli però tutto è ritornato a galla, probabilmente non era stato mai accantonato e Tiziana si è tolta la vita ieri sera.
La 31enne aveva inviato quei filmati a persone fidate, ma in meno di 24 ore quei video avevano fatto il giro del web e finiti anche su siti porno, la donna era caduta in depressione. Tiziana aveva già tentato il suicidio ma alcuni parenti erano riusciti a fermarla.
Il tribunale di Aversa ha riconosciuto la lesione di diritto alla privacy subita da Tiziana, l’avvocato della donna ha citato in giudizio non solo chi ha diffuso il video, ma anche Facebook Ireland, Yahoo Italia, Google e Youtube che non hanno rimosso i contenuti incriminati.
La 31enne era però stata condannata a rimborsare le spese legali a cinque siti che avevano provveduto a rimuovere immagini e commenti. La cifra ammonta a circa 20mila euro. Tiziana era stata condannata al rimborso nei confronti di Citynews, Youtube, Yahoo, Google e Appideas di 3.645 euro, per ciascuno, per le spese legali oltre al rimborso delle spese generali nella misura del 15%. La madre di Tiziana ha infatti rivelato che a scatenare l’estremo gesto sia stata anche la condanna al pagamento delle spese legali.