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Ci sono voluti cinque anni, ma il verdetto è arrivato. Tiziano Ferro vince la causa per diffamazione in corso dal 2010. Secondo il Tribunale di Roma, che ha dato ragione al cantante, l’ex giornalista e cantautore Enrico Nascimbeni, all’indomani di un’intervista rilasciata a Vanity Fair (in cui Tiziano Ferro si dichiarava omosessuale, pur raccontando una vita sentimentale di privazioni), il giorno successivo dichiarò il falso, attribuendo invece al cantautore una duratura relazione sentimentale al fine di screditarne l’immagine.
Quest’oggi, gli avvocati che assistono il cantante originario di Latina, Pierluigi De Palme e Allegra Bonomo, rendono noto in un comunicato stampa l’esito della sentenza. L’uomo in questione, citato in giudizio da Ferro, è ritenuto ‘responsabile della diffusione di notizie false e diffamatorie relative alla vita sentimentale dell’artista’, fanno sapere.
Anche sulla base del verdetto pronunciato da un giudice del Tribunale di Roma: codesto ha infatti ritenuto le dichiarazioni del Nascimbeni diffamatorie non tanto perché relative a presunte relazioni sentimentali di Tiziano Ferro, ma perché ‘mina la credibilità dell’artista ed ottiene l’effetto di screditare la sua immagine agli occhi dei lettori e del pubblico in generale, facendolo apparire come colui che aveva offerto a tutti una falsa rappresentazione di sé’.
Le dichiarazioni del Nascimbeni sono state dunque giudicate contenuto che ‘scalfisce la reputazione dell’artista, da intendersi come la considerazione di cui il medesimo gode nell’ambiente in cui opera ed è conosciuto, e suona come una insidiosa insinuazione, un gratuito pettegolezzo, che non soddisfa alcuna esigenza informativa dei lettori, ma che ottiene l’unico risultato di mettere in cattiva luce l’artista, restituendone al pubblico un’immagine deformata ed ipocrita’.