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Categories: Politica

Toninelli mostra le carte delle ‘pressioni’ da Autostrade, ma sono di gennaio

[didascalia fornitore=”ansa”]Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli durante l’audizione sul crollo del ponte Morandi di Genova davanti alle commissioni della Camera e del Senato presso l’aula della Commissione Ambiente di Palazzo Montecitorio[/didascalia]

Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha deciso di rendere pubbliche le carte che testimoniano, a suo dire, le pressioni ricevute e messe in atto da parte delle concessionarie di autostrade, attraverso la loro associazione, Aiscat, in seguito al crollo del Ponte Morandi. Pressioni che sarebbero state fatte al titolare grillino del dicastero dei Trasporti per mantenere segreti i documenti relativi alle concessioni autostradali, e non darli quindi in mano alla stampa. Il fatto imbarazzante è che, però i documenti che ha reso ora noti portano una data di protocollo che non è certo agosto (ricordiamo che il ponte Morandi a Genova è venuto giù il 14 agosto 208) bensì si legge ”gennaio” e ”marzo”. Sono documenti che si riferiscono a diversi mesi prima della tragedia di Genova, quando addirittura titolare del ministero era Graziano Delrio.

Dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova, il ministro dei Trasporti aveva denunciato in Aula alla Camera di aver subito ”pressioni, interne ed esterne” per non pubblicare i documenti relativi agli accordi sulle concessioni autostradali. Aveva anche detto che era riuscito a pubblicare i documenti nonostante le pressioni subite. Dopo che gli è stato chiesto di essere più chiaro e di fornire eventuali prove di dichiarazioni tanto scottanti, Toninelli ha pensato ora di pubblicare alcuni atti che però risalgono all’11 gennaio 2018 (Aiscat) e al 7 marzo 2018 (Autostrade per l’Italia).

Non solo si tratta di documenti che non hanno come oggetto la sicurezza, ma questioni finanziarie, ma soprattutto sono state protocollate quando a capo del ministero dei Trasporti c’era Graziano Delrio, durante il governo Gentiloni, dunque. E, cosa ancora più rilevante, da sottolineare, gli atti concessionali presenti in tali documenti erano stati pubblicati già sul sito del MIT nel febbraio del 2018. Quindi non c’era nulla di ‘sconosciuto’ o di ‘tenuto nascosto per paura’, dato che i dettagli delle concessioni erano a disposizione del Parlamento, quindi pubblici. Alcuni punti su questioni finanziarie erano stati omessi, come confermato da subito da Delrio, ma ciò non per pressione indebita, piuttosto in seguito a una diffida dell’Aiscat che metteva in luce il fatto che si trattasse di notizie sensibili per le società quotate in Borsa, e che quindi vigeva la normativa in materia di riservatezza, segreto commerciale e industriale.

Ad ogni modo il tweet di Toninelli ‘festante’ che recita: ”#Aiscat smentita dai fatti. Ecco prova delle “cortesi” pressioni per dissuadere @mitgov dal pubblicare gli atti delle convenzioni. Sono parole che ovviamente hanno influenzato le strutture anche sotto la mia gestione. Ma carta canta e le bugie hanno le gambe corte”, è stato molto criticato

[twitter code=”https://twitter.com/DaniloToninelli/status/1037664218156359680″]

Il tweet di Toninelli ha generato reazioni immediate, Carmelo Miceli, deputato del Pd, parla di ‘toppa peggiore del buco: ”La toppa di Toninelli è peggiore del buco. Pur di non fare la cosa giusta, cioè andare in Procura e denunciare le cosiddette pressioni ricevute dopo il crollo del ponte Morandi, il ministro pubblica due stralci di lettere protocollate nei mesi di gennaio e marzo, cioè quando lo stesso Toninelli non era al vertice del dicastero, né la tragedia di Genova si era consumata. Perché continua a prenderci in giro? Basta girotondi e balletti. Toninelli vada in Procura e poi rassegni le dimissioni”.

[twitter code=”https://twitter.com/carmelomiceliPD/status/1037674125425352704″]

E ancora: “Pubblicare atti di un ministero che, semmai, dovrebbero essere trasmessi alla magistratura, è una follia. Spacciarli per ‘pressioni’ contro Toninelli quando risalgono a gennaio 2018 (quando il Ministro non era Toninelli) è una indegna paraculata! #vergogna #toninulla”.

Mentre l’altro deputato PD, Michele Anzaldi, scrive su Facebook: ”Le fantomatiche “pressioni” di cui ha parlato Toninelli in Aula alla Camera sarebbero, quindi, una lettera di Aiscat, la societa dei concessionari autostradali per la quale lavorava il premier Conte, mandata quando era ministro Delrio. Ma #Toninulla non si vergogna neanche un po’? Ci sono volute ben 48 ore per partorire questa penosa e traballante linea difensiva, dopo la balla raccontata in una sede istituzionale: imbarazzante”.

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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