La crisi climatica è ormai un argomento all’ordine del giorno: il caldo forte di queste settimane estive ce lo ha reso palese e la situazione siccità si fa sempre più drammatica. Come ricordando alcune ambientaliste a Torino.
Stamattina, 25 luglio, due attiviste hanno invaso il palazzo della Regione Piemonte a Torino, per protestare contro la crisi climatica in atto.
Il Piemonte, in queste settimane, è una delle regioni in stato d’emergenza per via della siccità che si sta propagando in Italia. Ecco perché gli attivisti di questa mattina protestano incessantemente, per cercare di intervenire prima possibile.
Poco dopo il sorgere dell’alba, questa mattina due attiviste del gruppo Extinction Rebellion si sono arrampicate sul balcone del Palazzo della Regione Piemonte, a piazza Castello a Torino, per appendere uno striscione.
La protesta, come si legge da quest’ultimo, è contro la crisi climatica e la siccità, che ha invaso il Piemonte nelle ultime settimane, entrando ufficialmente tra le regioni a rischio e in emergenza.
Sullo striscione appeso al balcone, contro l’attuale Giunta Cirio, dice “Benvenuti nella crisi climatica. Siccità, è solo l’inizio”
Un’azione eclatante, soprattutto dopo che le due attiviste si sono incatenate, che vuole dimostrare quanto la crisi climatica ormai faccia parte integrante del nostro Paese e, secondo le associazioni di attivisti e ambientalisti, il governo e le istituzioni dovrebbero darsi una mossa per arginarla.
Queste proteste, come il Climate Social Camp, al parco della Colletta, che contribuirà alla protesta contro il cambiamento climatico, sono dovute allo stato d’emergenza del Piemonte proclamato dal Governo.
Infatti, è stato decretato lo stato d’emergenza per diverse regioni italiane, a causa della situazione di deficit idrico attuale, almeno fino al 31 dicembre 2022.
Il caldo, l’assenza di piogge e di acqua sta portando a un’emergenza che non si vedeva davvero da più decenni e ora alcune regioni dovranno razionalizzare il consumo d’acqua.
Insieme al Piemonte, attualmente sono in questo stato critico anche l’Emilia Romagna, la Lombardia, il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia.
Ecco perché il governo, prima della crisi, stava valutando un piano d’emergenza immediato per aiutare queste regioni, l’agricoltura del nostro Paese e il consumo d’acqua giornaliero, che è un fabbisogno necessario.
Si spera che, in questi mesi precedenti alle elezioni, il governo Draghi ancora in carica riuscirà a elaborare delle misure da applicare nell’immediato, per evitare ulteriori difficoltà.
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